Dare nuova vita ai vestiti trapiantandoli in altri, per sensibilizzare sulla donazione degli organi

Una camicia con una manica strappata? Può essere rattoppata. I vecchi jeans hanno perso il loro fascino? Può bastare una semplice stampa o una nuova decorazione per renderli unici e ancora alla moda. Dal Giappone, una campagna che fa bene all’ambiente con un finale a sorpresa, ecco perché.

Una camicia con una manica strappata? Può essere rattoppata. I vecchi jeans hanno perso il loro fascino? Può bastare una semplice stampa o una nuova decorazione per renderli unici e ancora alla moda. Dal Giappone, una campagna che fa bene all’ambiente con un finale a sorpresa, ecco perché.

Si chiama Second Life Fashion e ha come obiettivo quello di ridare appunto una seconda vita agli abitanti danneggiati o strappati. Un tema a noi tanto caro e tanto per fare un esempio tempo fa vi avevamo già parlato di come trasformare le camice da uomo in gonne, top e addirittura bavaglini per bambini.

Ma qui il progetto non fa solo bene all’ambiente, infatti Second life Fashion è una campagna di sensibilizzazione sulla donazione degli organi creata dall’agenzia pubblicitaria Dentsu per far riflettere sull’importanza di diventare donatori.

L’associazione Green Ribbon e lo store giapponese Sogo Omiya si sono uniti per far capire come il corpo umano possa rinascere grazie ad un trapianto, allo stesso modo di un capo d’abbigliamento.

Il tutto va visto ovviamente in chiave simbolica. Nel 2016 in Giappone solo 338 persone hanno ricevuto un trapianto; a maggio 2017 c’erano 13.534 persone in lista d’attesa.

“Il progetto mira attraverso la moda a far capire come funziona un trapianto. Parti di un capo vengono rattoppate in altre, esattamente ciò che succede quando avviene una donazione di organi. Un atto d’amore che può cambiare la vita di molte persone”, si legge sul sito.

Da tempo, il gruppo promuove questo tipo di slogan, in passato i protagonisti erano stati i giocattoli. Come funziona?Come ci mostrano queste immagini una camicia strappata è stata rattoppata con pezzi di un’altra.

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Il meccanismo è molto semplice e gratuito, ma bisogna pagare le spese di spedizione. In pratica, basta fare una foto al vestito che si vuole riparare e inviarla, gli stilisti la prenderanno in carico e in poco tempo trasformeranno il capo. Ad operazione conclusa si potrà scegliere se avere indietro il nuovo vestito oppure donarlo.

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Il servizio è attivo da circa un mese e mezzo e già un centinaio di persone dopo il restyling hanno deciso di donare i loro capi ai più bisognosi. Speriamo anche che questa bellissima iniziativa contribuisca a sensibilizzare sempre più persone a diventare donatori.

Dominella Trunfio

Foto

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