Nuovi tessuti autopulenti che si smacchiano con la luce grazie alle nanoparticelle

Un tessuto autopulente in grado di smacchiarsi da sé grazie all'esposizione alla luce. Ma il Biossido di Titanio, di cui è fatto, potrebbe essere nocivo per l'uomo

Lavatrice addio, tra qualche anno i nostri indumenti potrebbero esser realizzati con un tessuto autopulente. L’idea, messa a punto da due ricercatori dell’Università di Shanghai, Mingce Long e Deyong Wu, si preannuncia rivoluzionaria visto che la nuova stoffa realizzata in laboratorio, per autosmacchiarsi ha bisogno soltanto della luce.

I due esperti già da tempo si occupavano di tessuti autopulenti. Numerosi sono stati i tentativi fatti in tale direzione, ma finalmente, dopo anni di prove andate a vuoto, i due sono riusciti a realizzare un tessuto abbastanza resistente, in grado di autopulirsi, eliminando le macchie dopo un’esposizione alla luce.

Le parole d’ordine, in questo caso sono due: nanoparticelle e biossido di titanio (TiO2). Il segreto del successo infatti sta proprio nel fatto che le nanoparticelle di TiO2, o meglio un suo composto, sono state inserite all’interno di un tessuto, rendendolo autopulente.

Il Biossido di Titanio infatti ha la capacità di uccidere alcuni microrganismi e quindi anche eliminare lo sporco, se esposto alla luce. Per questo, ormai da tempo ha trovato impiego nella realizzazione di vetri autopulenti e di piastrelle. Dopo aver fatto un test con il metilarancio, un colorante chimico, i due chimici cinesi sono riusciti a far miracolosamente sparire una bella macchia da un tessuto. Ma c’è un ma.

Tale sostanza insieme ai suo composti ha sì tanti meriti, come quello di ripulire i tessuti e pure le acque contaminate dalle scorie nucleari, ma secondo altre ricerche sarebbe nociva per l’uomo. Un‘indagine condotta nel corso dell’estate dall’Università di Plymouth (Uk) avrebbe infatti dimostrato la sua potenziale pericolosità per la salute.

E ciò non è da sottovalutare, soprattutto perché le nanoparticelle di biossido di titanio sono molto utilizzate nell’industria alimentare e nella cosmetica come pigmento opacizzante. Ogni anno, secondo i dati forniti dalla ricerca, ne vengono prodotte 20 tonnellate, e vanno a finire nei fondotinta, nelle creme solari, nei farmaci, nei dentifrici e in numerosi altri prodotti di uso quotidiano.

Davvero vogliamo ancora gli abiti autopulenti a queste condizioni? Nel dubbio meglio affidarsi ai rimedi della nonna per togliere le macchie più difficili in modo naturale

Francesca Mancuso

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