Ginko: l’ombrello leggero, flessibile e 100% riciclabile

Arriva Ginko, un ombrello realizzato con un unico materiale e per questo completamente riciclabile. L'ombrello è uno degli oggetti più utilizzati, ma che una volta rotto finisce inevitabilmente tra i rifiuti indifferenziabili e dunque nelle discariche. Si calcola che ogni anno più di 900.000.000 ombrelli vengono persi, rotti e incorrettamente deposti.

Arriva Ginko, un ombrello realizzato con un unico materiale e per questo completamente riciclabile. L’ombrello è uno degli oggetti più utilizzati, ma che una volta rotto finisce inevitabilmente tra i rifiuti indifferenziabili e dunque nelle discariche. Si calcola che ogni anno più di 900.000.000 ombrelli vengono persi, rotti e incorrettamente deposti.

Calcolando che il poliestere della copertura ha un tempo di degrado di oltre 1000 anni, si capisce bene come si tratti di un oggetto che, per quanto utile, contribuisce non poco all’aumento dei rifiuti. Questo perché onde garantire la leggerezza e l’impermeabilità vengono utilizzati un gran numero di materiali con complicate fasi di produzione e assemblaggio dal forte impatto sull’ambiente sia per produrlo che per smaltirlo.

Abbiamo visto così diversi modi per riciclare creativamente l’ombrello rotto, ma un gran passo arriverebbe dalla realizzazione di prodotti molto più duraturi e attenti al Pianeta. È questa la missione di Ginko, il primo ombrello flessibile, leggero e completamente riciclabile, perché realizzato al 100% in polipropilene che lo rende resistente a urti, vento ma soprattutto lo destina al corretto smaltimento nella raccolta differenziata.

Nato dall’idea di un designer Federico Venturi e da un ingegnere meccanico, Gianluca Savelli, il progetto è stato sostenuto dall’acceleratore d’impresa gestito da Fondazione Politecnico di Milano e attualmente selezionato per il prestigioso premio James Dyson Award che si propone di scovare cose belle, ma che funzionino e aiutino la gente nella vita quotidiana.

Come spiegano i due, Ginko è nato proprio dall’ennesimo ombrello rotto: “A quel punto – dice Venturi – ci siamo detti: perché non pensare a un ombrello semplice, ma resistente e sostenibile? Da qui, lo spunto per esaminare i punti deboli degli ombrelli compatti, che hanno un ciclo di vita molto breve e utilizzano materiali, come il poliestere e il ferro difficilmente smaltibili. Tenete presente che, considerando circa 240 g di ferro a ombrello, con la quantità totale di ferro del miliardo di ombrelli che ogni anno si rompono o vengono persi (pari a 240.000 t), sarebbe possibile, ogni anno, costruire oltre 25 torri Eiffel!“.

Il progetto lo scorso anno ha vinto Idea to Product Competition Italy 2011, competizione interna al Politecnico di Milano ricevendo un premio economico di 2000 euro da utilizzare per la progettazione, la produzione di stampi e per il deposito del brevetto. Attualmente è in fase di creazione la start up in un’ottica di sviluppo commerciale del prodotto, grazie al supporto proprio dell’Acceleratore.

Ma cosa distingue Ginko dai tradizionali ombrelli?

Grazie alle proprietà meccaniche del polipropilene, è stato possibile ottenere un oggetto leggero, robusto e flessibile. L’utilizzo di questo materiale infatti, garantisce l’elasticità degli elementi (braccetti, pulsante di sblocco, etc.) maggiormente sollecitati e che risultano essere i punti di maggiore debolezza negli ombrelli tradizionali – spiegano gli inventori – La razionalizzazione del numero dei componenti, ridotto dell’80%, ha portato a un aumento dell’affidabilità e a una semplificazione delle fasi di produzione e assemblaggio. Il particolare design, inoltre, offre la possibilità di creare combinazioni di colori personalizzabili“.

Non male che dite?

https://youtu.be/APuNS-hmw9M

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