Anche Jean Paul Gaultier dice finalmente addio alle pellicce

Anche Jean Paul Gaultier dice finalmente addio alle pellicce. Ad annunciarlo è stato lo stesso stilista lo scorso sabato durante la trasmissione ‘’Bonsoir’’ sull’emittente francese Canal+. Una svolta fur free che fa gioire gli amanti degli animali

Mai più pellicce. Anche Jean Paul Gaultier promette di abbandonarle. Ad annunciarlo è stato lo stesso stilista lo scorso sabato durante la trasmissione ‘’Bonsoir” sull’emittente francese Canal+. Una svolta fur free che fa gioire gli amanti degli animali.

Va detto che Gaultier è l’ultimo dei grandi nomi della moda a dire addio alla pelliccia animale. Nulla di rivoluzionario, quindi, ma una scelta ormai quasi obbligata, dettata dai tempi e dalle sensibilità mutate. Prima di lui, Armani, Versace, Ralph Lauren, Gucci e Burberry, tra gli altri avevano detto addio alle pellicce. In tutto sono 280 i brand che hanno dato una svolta fur free alla propria produzione.

“Si possono trovare altri modi per scaldarsi. Quindi può essere che si andrà verso una parte creativa che non farà del male, perché certamente il modo in cui gli animali vengono uccisi per la loro pelliccia è deplorevole” sono le parole di Gaultier.

Meglio tardi che mai. Anche se la notizia non è stata confermata da un comunicato da parte della società le parole delle stilista non sembrano lasciare spazio a dubbi.

jean paul gaultier renard victoire

Foto: Peta

La decisione arriva anche dopo anni di pressioni da parte della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), tra cui l’interruzione di una delle sfilate nel 2002 da parte di un attivista per protestare contro l’uso delle pellicce, o ancora l’intrusione di militanti nella sua Boutique di Parigi nel 2006, guidata dalla fondatrice della PETA, Ingrid Newkirk.

“Questa decisione fa parte di un periodo in cui la maggior parte delle persone si oppone alla crudeltà legata all’ottenimento della pelliccia: confinamento e gasazione, elettrocuzione o uccisione degli animali negli allevamenti, cattura in natura di animali selvatici, intrappolati in tagliole d’acciaio che raggiungono le ossa. Molti di loro muoiono dissanguati lentamente, ed è questo metodo atroce che viene utilizzato per intrappolare i coyote che continuano ad essere macellati per riempire i colli del parka del marchio in Canada. Il tempo della pelliccia animale è giunto al termine e i creatori che non se ne rendono conto devono solo mettere via le loro macchine da cucire per sempre” sono le parole della Peta.

Adesso la speranza della Peta è che i grandi stilisti rinuncino anche agli altri materiali legati allo sfruttamento degli animali, dalla pelle alla seta.

Essi devono innanzitutto rivoluzionare la produzione, cercando alternative davvero sostenibili visto che attualmente la pelliccia sintetica è prodotta con fibre derivate dal petrolio dall’impatto ambientale molto alto, mentre quella cosiddetta ecologica è prodotta soprattutto con cotone la cui coltivazione intensiva è tutt’altro che amica dell’ambiente.

La buona notizia è che sempre meno marchi usano pellicce animali, occorre però trovare alternative sostenibili.

LEGGI anche:

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook