Il discount inglese che sta sostituendo con le fascette la plastica del reparto ortofrutta

Stop alla plastica nei suoi supermercati: il discount inglese Iceland ha annunciato l’abbandono totale della plastica entro il 2023, con progressiva sostituzione degli imballaggi con carta o altro materiale riciclabile

Stop alla plastica nei suoi supermercati: il discount inglese Iceland ha annunciato l’abbandono totale della plastica entro il 2023, con progressiva sostituzione degli imballaggi con carta o altro materiale riciclabile.

Un lungo percorso, che inizierà al Food Warehouse, magazzino di prodotti alimentari surgelati, uno dei più grandi negozi aperti dalla società in UK. E il tutto di svolgerà con una strategia “di persuasione” diretta ai consumatori. I prodotti privi di imballaggio avranno infatti un prezzo inferiore rispetto agli equivalenti in plastica.

Saranno inoltre offerte opzioni sostenibili per frutta e verdura sfusa, come sacchetti di carta, retine di cotone e cellulosa (quelle che in Italia non sono ancora permesse), cestini compostabili e fasce elastiche riutilizzabili a base vegetale per impacchettare prodotti come il sedano e le cipolle verdi. Il personale sarà inoltre preparato per assistere i clienti nella pesatura dei prodotti.

Una vera e propria sperimentazione, affiancata dalla campagna #TooCoolForPlastic, nel corso della quale Iceland raccoglierà le opinioni dei clienti e le presenterà al governo britannico. Si stima che ogni anno 12 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli oceani e un’indagine della stessa catena di supermercati ha evidenziato una scarsa consapevolezza dei consumatori.

“Abbiamo fissato il nostro obiettivo di rimuovere completamente gli imballaggi in plastica entro il 2023 – si legge sul sito della catena – E il lavoro è già iniziato. Il cibo di Mumbai Street e Mexicana è venduto in vassoi di carta, cosa che ha fatto risparmiare fino a oggi 850 tonnellate di plastica non riciclabile”.

Iceland, comunque, non è l’unica catena di negozi inglesi impegnata nel rimuovere la plastica: Marks & Spencer, rivenditore di High Street, ha annunciato infatti che avrebbe provato 90 linee di prodotti senza imballaggio nella sua sede di Tolworth a Londra e ha sostituito il codice a barre con opzioni ecosostenibili. Ha inoltre eliminato 75 milioni di posate e ha sostituito le cannucce di plastica con alternative di carta.

discount no plastic

Foto: Iceland

L’Europa, in generale, ha avviato l’iter per l’addio alla plastica monouso e a ottobre dello scorso anno gli eurodeputati hanno votato per la messa al bando di diversi prodotti entro il 2021, tra cui tra cui stoviglie usa e getta, posate, bastoncini cotonati, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, ma anche articoli di plastica ossi-degradabili, come sacchetti o imballaggi, e i contenitori per fast-food in polistirolo espanso.

E l’Italia? Il nostro Paese aveva già bandito i sacchetti di plastica per la spesa, cosa che era risultata in un boom delle sporte riutilizzabili (un provvedimento che era stato poi preso a modello in UE). Ma sugli imballaggi ancora la strada è lunga e la norma che impone la vendita a pagamento dei sacchetti biodegradabili per frutta e verdura non sembra risolutiva: oltre a creare un generale malcontento, infatti, non ha incentivato l’uso di soluzioni riutilizzabili, la misura più potente per la prevenzione dei rifiuti.

E così al banco di frutta e verdura si vedono ancora assurdità come singoli frutti imballati, soprattutto bio (paradosso dei paradossi), in questo caso perché non c’è ancora un metodo diverso di tenere le filiere bio e non bio totalmente distinte.

Per questo l’anno scorso greenMe aveva lanciato la campagna #svestilafrutta, che ha portato alla denuncia di veri e propri abusi di imballaggi. Troppa plastica, troppo inutile, troppo dannosa.

Un’iniziativa, quella di Iceland, da cui altri prenderanno esempio? Ce lo auguriamo.

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Cover: Iceland via Livekindly

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