Food Scores, la classifica dei prodotti confezionati che aiuta i cittadini e non piace alle aziende

La novità arriva dagli Stati Uniti e le aziende non l’hanno di certo accolta con favore. Si tratta di Food Score, un database che raccoglie oltre 80 mila prodotti alimentari e che crea una classifica degli alimenti in base al loro valore nutrizionale, alla tipologia di imballaggi, all’impatto ambientale e al rispetto del benessere degli animali.

La novità arriva dagli Stati Uniti e le aziende non l’hanno di certo accolta con favore. Si tratta di Food Scores, un database che raccoglie oltre 80 mila prodotti alimentari e che crea una classifica degli alimenti in base al loro valore nutrizionale, alla tipologia di imballaggio, all’impatto ambientale e al rispetto del benessere degli animali.

Basta fare una ricerca per tipologia (es. corn flakes, caramelle, ecc…) per vedere comparire l’elenco dei prodotti dal più “cattivo” al più “buono”. Ma secondo quali criteri?

Food Score è un progetto dell’Environmental Working Group che mette al centro le problematiche relative all’alimentazione di cui tutti i cittadini dovrebbero tenere conto: saper riconoscere quali sono i cibi davvero sani, considerare la presenza eventuale di pesticidi, additivi, sostanze contaminanti e antibiotici negli alimenti, imparare a scegliere gli alimenti integrali anziché i cibi raffinati e lavorati industrialmente.

L’Environmental Working Group ricorda che l’alimentazione migliore è rappresentata da piatti preparati in casa con ingredienti non confezionati. Frutta, verdura, legumi e cereali in chicco dovrebbero rappresentare la base della dieta per tutti. Ma si sa che non sempre è facile rispettare questo principio.

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Ecco dunque l’idea di mettere al centro dell’attenzione i prodotti confezionati con le loro caratteristiche nutrizionali e di classificarli a seconda dei valori nutrizionali, per mettere in guardia i cittadini dalla presenza eccessiva di ingredienti come zuccheri raffinati, sale e conservanti.

La classifica attribuisce un punteggio da 1 a 10 agli alimenti, dal migliore al peggiore. Si tiene conto anche del numero di ingredienti e della presenza di materie prime biologiche, di glutine e di allergeni (per chi deve fare attenzione a questi aspetti) con un confronto tra vari prodotti e la possibilità di identificare l’eventuale presenza di ingredienti geneticamente modificati.

Le aziende alimentari, difese dalla Grocery Manufacturers Association, hanno subito sminuito il valore di questa classifica, sostenendo che non si tratta altro che di un insieme di opinioni personali per confondere i consumatori.

Il sistema, infatti, va oltre ciò che è presente sulle etichette nutrizionali e ovviamente le aziende non vorrebbero che i consumatori diventassero più consapevoli dei propri acquisti grazie ad un’analisi più approfondita dei prodotti alimentari, non soltanto dal punto di vista nutrizionale, ma anche ambientale, con l’impatto della loro produzione e degli imballaggi.

L’Environmental Working Group, in conclusione, vuole offrire ai cittadini uno strumento per rendere più consapevole la propria spesa alimentare. Per il progetto è stata creata la App Food Scores, in modo che i consumatori abbiano sempre a portata di mano informazioni utili sui prodotti a partire dal codice a barre.

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Consulta qui il sito web del progetto Food Scores.

Marta Albè

Fonte foto: ewg.org

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