Bioshopper: dal 1 gennaio 2013 multe per i sacchetti non compostabili

Il nuovo decreto sviluppo potrebbe anticipare di un anno il divieto di vendita dei sacchetti biodegradabili ma non compostabili, non conformi alla norma norma UNI EN 13432

Sacchetti bio, altre novità potrebbero essere introdotte dal Decreto Sviluppo Bis. Quest’ultimo infatti prevede la riduzione di un anno del termine per le multe sui bioshoppers, destinato a chi non rispetta i requisiti. Secondo quanto stabilito dalla norma UNI EN 13432 del 2002, infatti, saranno considerati biodegradabili solo i sacchetti che in base a tale regola sono anche compostabili. E dunque soltanto gli shoppers biodegradabili e compostabili saranno considerati legali nel nostro Paese.

Ciò significa che chi non si adeguerà a tale norma, sarà multato già a partire dal 1° gennaio 2013, e non dal 2014, come stabilito lo scorso marzo. Una vicenda intricata quella sui bioshoppers, che parte tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, quando il Consiglio dei Ministri ha messo al bando i classici sacchetti di plastica usa e getta.

Fatta la legge introdotto l’inganno, è il caso di dire. Poco dopo il divieto introdotto dal Governo, iniziano a circolare sacchetti non conformi alle norme, contenenti l’additivo ECM. Dopo le proteste di Legambiente contro la Italcom (azienda produttrice di sacchetti in plastica con aggiunta di ECM Masterbatch Pellet), l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato stabilsce che i sacchetti di plastica tradizionali, prodotti con l’additivo chimico ECM, non possono essere né pubblicizzati né commercializzati come biodegradabili e compostabili, perché non lo sono. Ma questo è solo un esempio.

Si arriva poi alla nuova decisione del Consiglio dei Ministri, dello scorso 23 dicembre che ha introdotto nuove disposizione per consentire la commercializzazione dei soli sacchetti conformi alla normativa europea sulla biodegradabilità e di quelli effettivamente riutilizzabili nel tempo, mettendo definitivamente al bando tutte le buste di plastica dannose per l’ambiente.

Ma le proroghe si sono susseguite senza sosta, almeno fino a marzo, quando il Sì del Senato al DL Ambiente fissa inequivocabilmente i criteri per la commercializzazione dei sacchetti: saranno considerati biodegradabili e, dunque, legalmente vendibili in Italia, solo quelli che rispettano la norma di compostabilità della Ue 13432 del 2002 e quelli di spessore sufficiente a garantirne il riutilizzo. Niente più proroghe. Anzi, il nuodo Decreto Sviluppo Bis potrebbe addirittura anticipare l’introduzione del divieto di un anno.

Un lieto fine per i consumatori, che non ha di certo reso soddisfatto le associazioni del settore, tra cui Assoecoplast che ha giudicato “incomprensibile” la riduzione del termine.

Francesca Mancuso

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