Usa: nuovi dubbi sulla sicurezza dei cosmetici coinvolgono prodotti in vendita anche in Italia

Quali e quanti dei cosmetici comunemente venduti e pubblicizzati tramite studiate strategie di marketing sono realmente necessari, efficaci e, soprattutto sicuri? Decine di creme per il viso ogni anno vengono reclamizzate nel nostro Paese con la promessa di rendere il nostro aspetto più gradevole, luminoso e seducente, creando l’illusione di poter cancellare i segni del tempo, per poi rivelarsi poco efficaci ed essere abbandonate dopo un breve periodo di utilizzo, andando ad accumularsi tra i rifiuti.

Quali e quanti dei cosmetici comunemente venduti e pubblicizzati tramite studiate strategie di marketing sono realmente necessari, efficaci e, soprattutto sicuri? Decine di creme per il viso ogni anno vengono reclamizzate nel nostro Paese con la promessa di rendere il nostro aspetto più gradevole, luminoso e seducente, creando l’illusione di poter cancellare i segni del tempo, per poi rivelarsi poco efficaci ed essere abbandonate dopo un breve periodo di utilizzo, andando ad accumularsi tra i rifiuti.

Ad accompagnare le creme per il viso, prescelte come uno degli esempi eclatanti, vi sono shampoo miracolosi, deodoranti infallibili, profumi pubblicizzati o firmati da note star dello spettacolo che si trasformano in insostituibili oggetti del desiderio grazie al potere del marketing.

Chi preferisce utilizzare cosmetici naturali sa già che esistono delle alternative (oltre all’economica e semplice autoproduzione casalinga di cosmetici di base) con formulazioni più sicure per la nostra pelle ed ecocompatibili nell’ambito della cosmesi che si avvale dell’impiego di ingredienti biologici e che sceglie di curare il ciclo di lavorazione dei prodotti in modo che essi non contengano allergeni o metalli pesanti in quantità superiori alle norme, ma siamo certi che le etichette dei cosmetici prodotti su larga scala ed ampiamente pubblicizzati in Italia ed in tutto il mondo siano realmente chiare, trasparenti e garanzia di un prodotto sicuro?

A tutela dei consumatori è intervenuta di recente la Cosmetology School, che in un’interessante infografica mostra come gran parte dei prodotti per l’igiene e la bellezza della persona possano contenere ingredienti non propriamente sicuri e non controllati come si dovrebbe da parte dell’FDA, che si occupa, per gli Stati Uniti, di testare la sicurezza di alimenti, bevande, farmaci, radiazioni emesse da parte di congegni elettronici, ma non di fissare dei limiti precisi per quqnto riguarda le sostanze contenute nei prodotti cosmetici.

Ciò che rende l’infografica statunitense interessante anche per l’Italia è dato da come essa ponga in luce i potenziali rischi legati ad ingredienti contenuti anche nei cosmetici in vendita nel nostro Paese. È sufficiente procedere con la lettura delle loro etichette per rendersene conto. Numerosi deodoranti contengono sali d’alluminio, utilizzati per arginare la sudorazione, sebbene l’alluminio sia stato correlato alla comparsa di patologie come l’Alzheimer, e propylene glycol, una sostanza comunemente utilizzata a livello industriale come antigelo, che nei cosmetici svolge principalmente una funzione di mantenimento dello stato iniziale del prodotto, di umettante o emolliente. L’infografica sottolinea come in uno studio pubblicato da parte dell’European Journal of Cancer la comparsa sempre più frequente di cancro al seno nella popolazione femminile sia stata collegata alla contemporanea diffusione dell’utilizzo di deodoranti, una coincidenza che dovrebbe spingerci a riflettere.

Negli Stati Uniti permane la preoccupazione per la presenza di piombo nei rossetti, in merito alla quale alcuni mesi fa Unipro si era espressa per l’Italia, sottolineando come il piombo non sia utilizzato volutamente come ingrediente degli stessi, ma vi possa essere presente come contaminante. Oltreoceano 1 su 3 delle marche di rossetti di colore rosso controllate da parte dell’FDA presentava un contenuto di piombo superiore rispetto al limite ammesso per i dolciumi.

Persino gli shampoo per bambini non dovrebbero essere considerati tanto delicati quanto si sarebbe inclini a pensare. Alcuni di essi, anche nel nostro Paese, possono contenere quaternium-15, propylene glycol, polyquaternium-10 ed altre sostanze simili utilizzate come conservanti o antistatici, che possono essere classificate come inquinanti (è possibile consultare il Biodizionario, in proposito) e causa potenziale di dermatiti sulla pelle delicata dei più piccoli. Per verificare la loro presenza nei prodotti che si desidera acquistare è sufficiente una rapida lettura delle etichette.

Le indagini d’Oltreoceano giungono a toccare, infine, le marche dei profumi più noti in vendita non solo negli Stati Uniti, a prezzi spesso non propriamente abbordabili. Da uno studio commissionato da parte di Campaign for Safe Cosmetics ed Environmental Working Group è emerso come i prodotti presi in considerazione contenessero 38 sostanze mantenute segrete, non indicate in etichetta, con una media di 14 per prodotto. Tra le sostanze chimiche individuate ve ne sono alcune associate alla comparsa di problemi ormonali e reazioni allergiche. Altre non sarebbero nemmeno ufficialmente ammesse per la realizzazione di prodotti cosmetici e per l’igiene personale o sarebbero in grado di accumularsi nel organismo nel corso del tempo. Questa la lista dei profumi analizzati, alcuni dei quali si trovano in vendita anche in Italia:

– Coco Mademoiselle Chanel

– Calvin Klein Eternity

– Dolce & Gabbana Light Blue

– Halle by Halle Berry Eau de Parfum Spray

– Jennifer Lopez J. Lo Glow Eau de Toilette Natural Spray

– Abercrombie & Fitch Fierce

– Clinique Happy Perfume Spray

– Hannah Montana Secret Celebrity Cologne Spray

– American Eagle Seventy Seven

– Old Spice After Hours Body Spray

Pubblichiamo l’intera lista dei profumi e le informazioni relative ai prodotti analizzati negli Stati Uniti affinché anche nel nostro Paese possa diffondersi una più specifica attenzione rispetto al contenuto dei prodotti cosmetici comunemente in vendita e quotidianamente pubblicizzati in televisione e sulle pagine dei giornali. I consumatori hanno il diritto di essere a conoscenza di quali siano le sostanze realmente impiegate da parte dell’industria cosmetica in prodotti reclamizzati come sicuri, per avere la certezza che essi siano realmente tali. In merito a simili argomenti ci si interrogherà nel corso della Conferenza sulla cosmesi ecobio in programma a Trento presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali per giovedì 27 ottobre.

Marta Albè

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