Creme solari: gli ingredienti sono davvero sicuri per la salute? Per la FDA mica tanto!

Le creme solari sono diventante un prodotto essenziale per prevenire i danni causati dal sole, ma gli ingredienti di cui sono composti i filtri solari sono davvero sicuri? La Federation and Drug americana in un documento ha voluto indagare, in particolare su 16 ingredienti comuni, su come funzionano e su come influiscono sulla nostra salute. Solo due sono risultati davvero sicuri. 

Le creme solari sono diventante un prodotto essenziale per prevenire i danni causati dal sole, ma gli ingredienti di cui sono composti i filtri solari sono davvero sicuri? La Federation and Drug americana in un documento ha voluto indagare, in particolare su 16 ingredienti comuni, su come funzionano e su come influiscono sulla nostra salute. Solo due sono risultati davvero sicuri.

Il loro uso ormai è imprescindibile per mettere al sicuro la nostra pelle dagli effetti nocivi dei raggi ultravioletti. Nel tempo sono state messe a punto formulazioni sempre più efficaci nell’evitare scottature e garantire il giusto grado di idratazione della pelle. Ma cosa sappiamo veramente sugli ingredienti che compongono le protezioni solari? Di sicuro c’è che le formulazioni tradizionali non sono un bene per i nostri mari e, non è un caso che in diverse isole ed ecosistemi “fragili”, come ad esempio le Hawaii, siano state addirittura messe al bando. Ma cosa sappiamo realmente su come influiscono sulla nostra salute? È proprio per rispondere a questa domanda la FDA americana in questi giorni ha avanzato una nuova proposta di regolamento per riflettere meglio sugli ingredienti delle creme solari, su come funzionano e come eventualmente influiscano sulla nostra salute. Queste nuove linee guida aggiornerebbero, in pratica, i requisiti normativi per la maggior parte di prodotti per la protezione solare negli Stati Uniti.

Nel documento la FDA ha preso in esame tutti i 16 ingredienti attivi attualmente presenti nei filtri solari sul mercato per determinare se siano ancora riconosciuti come sicuri ed efficaci. Di questi, solo due hanno davvero soddisfatto lo standard “GRASE”: ossido di zinco e biossido di titanio, che, non a caso sono alla base delle formulazioni biologiche.

Di contro due di questi, i cosiddetti PABA e trolamina salicilato sono stati ritenuti non sicuri, mentre gli altri 12 avrebbero “dati di sicurezza insufficienti per effettuare una determinazione GRASE positiva in questo momento“. L’Agenzia si riserva quindi di approfondire le analisi prima di formulare raccomandazioni obbligatorie che i produttori dovranno seguire.

Ma come funzionano i filtri solari?

I principi attivi che permettono di proteggere dal sole sono generalmente suddivisi in due categorie principali: filtri fisici e filtri chimici. Gli ingredienti fisici come l’ossido di zinco e il biossido di titanio, facilmente riconoscibili per i loro caratteristici residui bianchi che lasciano, si posizionano all’esterno della pelle e fungono da barriera che riflette letteralmente i raggi ultravioletti. I filtri chimici che includono anche PABA, trolamina salicilato e i restanti 12 ingredienti di cui rimane ancora da accertare la sicurezza, vengono assorbiti dalla pelle e assorbono essi stessi i raggi UV.

Non sorprende, quindi, che i due ingredienti considerati sicuri siano quelli che riposano solo sulla superficie della pelle, mentre per gli altri la preoccupazione principale è se e quanto entrino nel flusso sanguigno e quali effetti potrebbero avere sulla nostra salute. Anche perché alcuni studi avrebbero trovato molti dei suddetti principi chimici attivi nel latte materno, ma anche nell’urina e nel sangue. Tuttavia se questo sia dannoso per la salute umana non è stato ancora accertato, ma le autorità di regolamentazione hanno il dovere di prenderne nota e approfondire gli effetti a lungo termine, così come fatto finalmente dalla FDA per formulare una nuova regolamentazione.

“È importante che, man mano che questo sforzo normativo progredisce e la FDA raccolga ulteriori informazioni scientifiche, dati i benefici riconosciuti per la salute pubblica dell’uso della protezione solare, i consumatori continuano a utilizzare la protezione solare in combinazione con altre misure di protezione solare “, ha detto Janet Woodcock, MD, direttore del Centro per la valutazione e la ricerca sulla droga della FDA. “Per garantire che questo sforzo abbia successo, la FDA sta cercando di raccogliere i dati necessari per garantire che i prodotti commercializzati al fine di offrire protezione dagli effetti del sole siano sicuri e mantengano queste promesse.”

Al momento si tratta, dunque, di nuove modifiche ancora non ufficiali e per il momento tutti i prodotti per protezione solare continueranno ad essere disponibili sul mercato. Nel frattempo l’Agenzia per la sicurezza ha sottoposto la proposta di un nuovo regolamento a commento pubblico fino al 28 maggio 2019.

Quale crema solare scegliere?

In attesa di regolamenti ufficiali, noi consigliamo di scegliere creme solari biologiche e realizzate con filtri fisici anche se implicano un “effetto gheisha” che al momenoa rappresenta il reale ostacolo alla diffusione di questo tipo di protezioni solari. Con la speranza che ci si concentri nel trovare nuovi modi per eliminare il fattore “residuo bianco” in modo da superare i limiti nell’uso di queste creme. Pelle e ambiente ringrazierebbero.

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