Arsenico nell’acqua: 128 i comuni a rischio

Che in molti comuni l’acqua del rubinetto avesse una forte concentrazione di arsenico si sapeva già, ma il problema è che oggi – in seguito all’abolizione della deroga, che alzava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico tollerata nelle acque potabili, i rubinetti di molti comuni potrebbero essere chiusi.

Che in molti comuni l’acqua del rubinetto avesse una forte concentrazione di arsenico si sapeva già, ma il problema è che oggi – in seguito all‘abolizione della deroga, che alzava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico tollerata nelle acque potabili, i rubinetti di molti comuni potrebbero essere chiusi.

Il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha dovuto abolire la proroga in seguito alla decisione della Commissione Europea, che ha detto no alle concentrazioni di arsenico troppo superiori al limite di legge (ovvero 10 microgrammi per litro), e ha fatto un bilancio della situazione: “potrebbero essere circa 100mila gli abitanti a cui potrebbe essere precluso l’uso della acqua potabile per limiti di arsenico superiori ai 20 milligrammi. Dalle comunicazioni pervenute dalle Regioni – ha continuato il Ministro – la popolazione delle realtà locali per cui si potrebbe chiedere la deroga – con le acque nei limiti entro i 20 milligrammi per litro – ammonta invece a circa 900 mila abitanti”.

Insomma, alla fine dei conti, sono quasi un milione gli italiani costretti ad utilizzare acqua piena di arsenico: un problema che doveva essere risolto già da tempo.

Secondo Legambiente, le amministrazioni locali hanno perso tempo e – adagiandosi sui temi della proroga – non hanno fatto ciò che dovevano:
Il solito pasticcio “all’italiana” – ha commentato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – Le deroghe dovevano servire ad affrontare e risolvere definitivamente il problema, peraltro noto, della concentrazione di alcuni inquinanti presenti nelle acque distribuite in alcuni Regioni e invece sono diventate l’ennesimo escamotage per non intervenire. Per fortuna ci ha pensato l’Europa a fermare il perpetrarsi di una pratica dannosa per la salute pubblica. Ora i Comuni coinvolti facciano quello che avrebbero già dovuto fare subito dopo aver chiesto la deroga, ovvero, informare la popolazione e mettere a norma gli acquedotti”.

Per mettere il problema nero su bianco, la Legambiente ha realizzato delle tabelle in cui mostra i comuni a rischio. Alcuni di questi sono riusciti ad ottenere una proroga, ma solo perché il loro limite supera di poco quello stabilito dall’OMS. Infatti, su 157 comuni che ne avevano fatto richiesta per tre parametri (boro, fluoruro e arsenico), 128 non l’hanno ottenuta per le alte concentrazioni di arsenico, mentre è stata concessa a tutte le realtà che superano di poco i limiti (fino a 20mg per litro).

Per rientrare nei limiti – ha aggiunto Ciafani – è sufficiente procedere ad interventi praticabili in pochi mesi, come è già avvenuto in diverse parti d’Italia. Infatti, nel 2003 le richieste di deroga erano state avanzate da 13 Regioni su 10 parametri mentre nel febbraio 2010 la richiesta di rinnovo inviata dall’Italia ha riguardato solo 6 Regioni (Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria) per tre parametri. Dunque – ha concluso Ciafani – la diminuzione delle richieste, sia in termini di territori coinvolti che di parametri dimostra che, con adeguati investimenti, è possibile uscire dalla deroga garantendo ai cittadini acqua potabile nel rispetto della legge”.

Promemoria per i comuni a rischio!

Come ricorda la Legambiente, le realtà comunali che hanno ottenuto la deroga devono mettersi in regola entro i prossimi mesi, per intervenire a livello strutturale e tagliare drasticamente le concentrazioni di arsenico, ma anche di fluoruro e boro.

Verdiana Amorosi

Comuni interessati dalle deroghe ancora vigenti

tabella comuni interessati alla deroga1

*valori massimi per la stagione estiva (turisti non residenti). Popolazione residente: 284

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Commissione europea

Deroghe e interventi

tabella comuni deroghe e interventi

Fonte: elaborazione Legambiente su dati Commissione europea

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