Acqua all’arsenico: prorogata l’emergenza nel Lazio fino al 31 dicembre 2012

Prosegue lo stato d’emergenza relativo alle elevate concentrazioni di arsenico riscontrate nell’acqua destinata all’uso umano in alcuni comuni del Lazio. Il Governo ha deciso di prolungare l’allerta fino al 31 dicembre 2012 per quanto riguarda i cittadini delle zone interessate. Si tratterebbe di 11 comuni nella provincia di Roma, 8 comuni in provincia di Latina e ben 38 comuni in provincia di Viterbo, per un totale di oltre 300 mila abitanti. L’emergenza era scattata il 4 dicembre 2010, ma la soglia d’attenzione resta tuttora elevata nel Lazio. Dalla questione arsenico è stata toccata anche la regione Toscana, che a Franciana (Piombino) inaugura l’impianto più grande d’Europa per l’abbattimento dell’arsenico nelle acque potabili.

Acqua all’arsenico. Prosegue lo stato d’emergenza relativo alle elevate concentrazioni di arsenico riscontrate nell’acqua destinata all’uso umano in alcuni comuni del Lazio. Il Governo ha deciso di prolungare l’allerta fino al 31 dicembre 2012 per quanto riguarda i cittadini delle zone interessate. Si tratterebbe di 11 comuni nella provincia di Roma, 8 comuni in provincia di Latina e ben 38 comuni in provincia di Viterbo, per un totale di oltre 300 mila abitanti. L’emergenza era scattata il 4 dicembre 2010, ma la soglia d’attenzione resta tuttora elevata nel Lazio. Dalla questione arsenico è stata toccata anche la regione Toscana, che a Franciana (Piombino) inaugura l’impianto più grande d’Europa per l’abbattimento dell’arsenico nelle acque potabili.

La proroga dell’emergenza si è resa necessaria nel Lazio al fine di poter garantire lo svolgimento delle opere necessarie alla soluzione del problema, nel rispetto delle norme straordinarie di potabilizzazione varate il 14 marzo dello scorso anno. I lavori richiesti per rendere il consumo dell’acqua nuovamente sicuro sono necessari a garantire la salvaguardia della salute dei cittadini delle zone interessate. La concentrazione di arsenico dovrà essere ricondotta entro i limiti stabiliti dalla Commissione Europea, affinché l’acqua che raggiunge le case degli abitanti dei comuni interessati possa essere considerata potabile e sicura per il suo impiego quotidiano.

I lavori nei comuni delle province di Roma e di Latina sembrano ormai ben avviati, mentre pare che, per quanto riguarda la provincia di Viterbo, le opere di potabilizzazione potrebbero proseguire per un lasso di tempo maggiore, sia a causa della conformazione della rete idrica, che renderebbe più difficoltosi gli interventi necessari, sia per via della più elevata concentrazione naturale di arsenico nelle acque. Il prolungamento del commissariamento dovrebbe far sì che in tutto il Lazio i livelli d’arsenico ritornino nella norma entro la fine dell’anno, almeno secondo quanto dichiarato da Marco Mattei, Assessore all’Ambiente della Regione Lazio.

“La proroga – si legge nella nota del Governo -, si è resa necessaria per garantire il completamento degli interventi di potabilizzazione di carattere straordinario e urgente approvati il 14 marzo 2011 e finalizzati a ricondurre le concentrazione di arsenico entro i limiti stabiliti dalla Commissione europea, oltre che a salvaguardare da possibili gravi rischi a interessi pubblici primari quali la salute e l’igiene pubblica”.

Sull’Isola d’Elba e nella Val di Cornia il problema dell’inquinamento da arsenico potrà essere definitivamente risolto grazie al nuovo impianto realizzato presso la centrale di Franciana, nei pressi di Piombino. L’impianto è stato inaugurato venerdì 2 marzo alla presenza di alcuni dei principali esponenti della Regione Toscana. Si tratta di un importante passo in avanti volto sia a migliorare la qualità delle acque dei territori interessati, sia a garantire il rispetto delle normative europee, alle quali si potrà ottemperare grazie all’impiego di sette filtri di depurazione di grandi dimensioni. Per la realizzazione dell’opera sono stati impiegati 23 milioni di euro, destinati alla risoluzione di un tanto annoso quanto urgente problema, dovuto principalmente alle caratteristiche delle acque di falda, purtroppo non eccellenti a causa delle peculiarità della composizione dei terreni della zona.

Se il problema dell’arsenico in Toscana appare dunque giunto ad una soluzione e se nel Lazio ci si avvia verso di essa, i Ministeri della Salute e dell’Ambiente si preparano a risarcire centinaia di cittadini sparsi in diverse aree della nostra penisola in quanto soggetti colpiti da disservizi che negli scorsi anni hanno portato all’erogazione presso le abitazioni dei privati di acqua non potabile, interessata dalla presenza di elevate quantità di arsenico e di altre sostanze la cui concentrazione è stata considerata nociva.

Marta Albè

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