A Padova si privatizza l’acqua in barba al referendum

Ennesimo attacco al Referndum sull'acqua: a Padova Pd, Idv e Sel privatizzano l'acqua. È quanto denuncia il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, che chiede il rispetto del voto espresso il 12 e 13 giugno da 27 milioni di cittadini italiani, in merito alla seduta del consiglio comunale di ieri della città veneta, in cui si è scelto di procedere sulla via di una privatizzazione dell'acqua e degli altri servizi pubblici locali attraverso la vendita, ovvero "fusione per incorporazione", di AcegasAps ad Hera.

Ennesimo attacco al Referndum sull’acqua: a Padova Pd, Idv e Sel privatizzano l’acqua. È quanto denuncia il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che chiede il rispetto del voto espresso il 12 e 13 giugno da 27 milioni di cittadini italiani, in merito alla seduta del consiglio comunale di ieri della città veneta, in cui si è scelto di procedere sulla via di una privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali attraverso la vendita, ovvero fusione per incorporazione“, di AcegasAps ad Hera.

La logica, spacciata come ineluttabile, è sempre la stessa: è necessario competere sul mercato e piegarsi agli interessi della finanza“, spiega una nota del movimento. È per questo che la maggioranza PD, IDV, SEL, con l’eccezione della consigliera Daniela Ruffini del PRC- PDCI che ha votato contro e l’astensione del consigliere Pisani di maggioranza, ha votato compatta per l’approvazione della delibera fortemente voluta dal sindaco Flavio Zanonato.

Questa fusione per incorporazione è una partita che è stata giocata tutta all’interno delle stanze del Palazzo. “Di gran carriera – denuncia Maria Grazia Lucchiari del Comitato Nazionale Radicali Italiani– il sindaco di Padova sta chiudendo tutte le caselle e nell’unico consiglio comunale dedicato, di lunedì prossimo, sapremo se Partito Democratico, Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà hanno svenduto ad Hera, il colosso emiliano-romagnolo dei servizi“. Un’operazione, dunque, che risulta perfettamente coerente con l’assunto dominante: i “mercati” dettano la linea politica ai Governi, esattamente come i consigli di amministrazione delle due società decidono al posto dei Consigli comunali, chiamati poi a ratificare quelle scelte.

E decidono su beni essenziali alla vita di noi tutti, ponendo una pietra tombale sulla possibilità, da parte della cittadinanza, di intervenire su scelte così fondamentali nella vita materiale di ciascuno (in gioco, ricordiamolo, non è solo la gestione del servizio idrico ma anche quella dei rifiuti – ancora tutta incentrata sull’incenerimento – e, più in generale, di tutti i servizi locali)“, dice il Forum in un appello ai Consiglieri comunali. Non solo, a essere negato è anche il diritto di essere compiutamente ed esaustivamente informati ci viene nel contempo negato.

Forse ciò avviene proprio perché si tratta di un’operazione finanziaria che toglie dai territori la gestione dei servizi pubblici locali: i comuni non conteranno più nulla, mentre le bollette dell’acqua e dei rifiuti continueranno ad aumentare in modo spropositato. Intanto, se non calano le perdite idriche, calano invece investimenti e manutenzione e aumenta il debito accumulato (2 miliardi e 800 milioni di euro dopo la fusione). Saranno quindi i cittadini e i lavoratori a pagare, con il debito che diventa motore della privatizzazione totale e l’aumento dei dirigenti e manager strapagati, che oggi alla sola Hera costano 19 milioni di € all’anno. Figurarsi dopo la fusione.

Per questo, fuori e dentro il Consiglio comunale, numerosi cittadine e cittadini, associazioni, comitati, centri sociali, dietro le insegne “Il mio voto va rispettato“, hanno voluto far sentire la loro voce. Hanno manifestato per sette ore, chiedendosi dove sia l’affare di una comunità che conterà con la propria azienda un 5% a fronte dell’attuale 50% e non potrà più incidere sull’organizzazione, gestione e sviluppo dei suoi servizi essenziali non è affatto chiaro.

Una voce che, con chiarezza, ha contestato la fusione, “un’operazione volta a salvaguardare gli interessi spartitori di piccoli e grandi poteri ( … di piccole grandi poltrone!!??) e a subordinare le scelte dalla politica agli interessi del mercato e della finanza –continua il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua-. Da parte nostra, consapevoli dello spartiacque rappresentato da questa vergognosa decisione, continuerà l’impegno per affermare la centralità dell’acqua e dei beni comuni come patrimonio dell’intera comunità“.

Come dicevano i manifestanti alla conclusione della lunga serata, terminata a notte inoltrata, “in città nessuno potrà dimenticare chi ha dato l’avallo, per i propri interessi di grandi e piccoli poteri e privilegi, ad una decisione imposta ad un intera comunità. Chi si è opposto ha dimostrato coerenza tra parole e fatti, cosa che non vale certo per chi ha scelto di piegarsi ad una inaccettabile operazione in linea con la mercato, borse ed interessi clientelari“. Questa la cronaca dell’ennesima operazione verticista, fatta al chiuso delle stanze dei poteri economici.

Roberta Ragni

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