Acqua pubblica: al via la campagna referendaria

Una bolla d’acqua azzurra e una mano con la matita che fissa la crocetta sul sì. E’ questo il nuovo logo della campagna referendaria lanciata dal Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune, scelto attraverso un sondaggio online a cui hanno partecipato migliaia di cittadini e presentato oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma, trasmessa anche in diretta streaming.

Una bolla d’acqua azzurra e una mano con la matita che fissa la crocetta sul sì. È questo il nuovo logo della campagna referendaria lanciata dal Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune, scelto attraverso un sondaggio online a cui hanno partecipato migliaia di cittadini e presentato oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma, trasmessa anche in diretta streaming.

Il simbolo che sarà alla base della campagna “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” è stato realizzato da un ragazzo del comitato cittadino di Prato e risultato il più votato fra i 38 loghi presentati con con 1187 voti su 9816, pari ad una percentuale del 12,1% delle preferenze espresse sul sito del ‘Forum Italiano dei movimenti per l’acqua pubblica‘.

Consegnare l’acqua al mercato dei privati è una sfida che non si deve perdere!” – ha commentato Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, coordinamento di 48 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale –“Dobbiamo difendere i beni comuni essenziali alla vita da ogni forma di potere e dagli interessi di ogni tipo, a partire da quelli economici! La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei tre quesiti referendari abrogativi della legge Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici. Una buona notizia che premia quanti da anni si battono per non consegnare l’acqua – un bene comune indispensabile alla vita, un diritto fondamentale di ogni persona – alle speculazioni del mercato. Premia anche la straordinaria mobilitazione che ha portato alla raccolta di quasi un milione e mezzo di firme, senza altri appoggi se non quello della forza del movimento stesso. I media nostrani brillano per una chiara negligenza nei confronti di tutto ciò che sta fuori dal palazzo. Non è un caso che anche i giornali di questi giorni mettano in evidenza quasi solo che tra i referendum dichiarati ammissibili dalla Suprema Corte ci sia anche quello che vuole abolire la legge sul legittimo impedimento. A significare ancora una volta che i nostri mezzi di comunicazione guardano quasi esclusivamente ciò che si muove nelle sedi istituzionali della politica, senza tener in nessun conto la politica che abita fra la gente”.

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Riteniamo dannosa una norma che obbliga alla privatizzazione del servizio idrico. L’acqua è un bene comune e la sua gestione deve rispondere a criteri di utilità pubblica ed essere rigorosa e trasparente”. – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della Segreteria nazionale di Legambiente, intervenuto all’incontro – Bisogna porre al centro dell’attenzione la corretta gestione di una risorsa vitale per tutti, che non deve sottostare a criteri mercantili. E per questo motivo è importante ottenere la sospensione (già ritenuta ammissibile dal Senato) delle scadenze previste dal ‘Decreto Ronchi’ e dal ‘Decreto Calderoli’, riguardanti rispettivamente i processi di privatizzazione del servizio idrico integrato e la soppressione delle Aato (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale), e informare i cittadini affinché approfittino del voto referendario, ineguagliabile strumento di democrazia, per testimoniare la loro attenzione e il loro interesse ai beni comuni e alla salute pubblica. La privatizzazione totale dell’acqua come l’ipotesi di nuove centrali nucleari sul territorio italiano rappresentano infatti la deriva della democrazia e del diritto ad un futuro equo per tutti i cittadini”.

Insomma la mobilitazione per convincere almeno 25 milioni di italiani ad andare alle urne, prima di tutto informandoli, è cominciata. Per essere valido infatto, essendo un referendum abrogativo, c’è bisogno che il 50% degli aventi diritto al voto più uno si presenti ai seggi. Nasce da qui l’esigenza di una campagna di informazione che non faccia affidamento troppo sul sistema informativo e sul ruolo trainante dei grandi mezzi di comunicazione, troppo impegnati a raccontarci le solite cose, “a riferirci come notizie importanti l’ultima battuta di Berlusconi o l’ennesimo pettegolezzo di palazzo”, spiega Barbera.

E allora tutti in movimento con passaparola, incontri, assemblee e banchetti nelle piazze per difendere il bene più prezioso che abbiamo: l’acqua.

Per contribuire anche voi in prima persona: www.referendumacqua.it

Simona Falasca

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