Siccità a Roma: Acea indagata per disastro ambientale. Stop anche ai prelievi dal Lago di Bracciano

A Roma non c’è più acqua e Acea, da oggi, non potrà più prelevare acqua dal lago di Bracciano, perché il ricorso inoltrato contro la precedente disposizione della Regione in merito è stato respinto. Ma non solo, è indagata per disastro ambientale colposo

A Roma non c’è più acqua e Acea, da oggi, non potrà più prelevare acqua dal lago di Bracciano, perché il ricorso inoltrato contro la precedente disposizione della Regione in merito è stato respinto. Ma non solo, è indagata per disastro ambientale colposo.

Sì, perché lo specchio d’acqua è realmente a rischio prosciugamento, diventato la fonte primaria di acqua della Capitale nonostante sia privo di affluenti. Con i prelievi forzosi di Acea il lago è arrivato ad una situazione di indicibile gravità, come mostrano le immagini che abbiamo scattato nella giornata di ieri 27 luglio, dove si vede chiaramente come parte della spiaggia odierna era il fondale, e se ne distingue nettamente il confine.

Disastro ambientale

bracciano acea indagata

E non è solo una questione “visiva”. Lo specchio d’acqua fa parte del Parco Bracciano e Martignano e include una biodiversità, che, in termini di flora, è la maggiore di tutti i laghi Europei, con 17 specie al suo interno, ovvero 1/3 di tutte le specie esistenti a livello continentale. Che ora, ovviamente, rischiano l’estinzione.

Prelievi in continuo e progressivo aumento nonostante gli allarmi e un esposto alla Procura per danno ambientale, che ieri è culminato con un avviso di garanzia notificato ad Acea, perquisizione degli uffici e sequestro della documentazione relativa ai prelievi.

Avviso di garanzia notificato ad Acea

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“Con riferimento alla criticità ambientale che sta interessando il lago di Bracciano, oggetto negli ultimi giorni di enfasi mediatica, si rappresenta che sono state presentate più denunce alla Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha delegato le indagini ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Roma, disponendo la contestuale esecuzione di una perquisizione locale, previa notifica di avviso di garanzia per inquinamento ambientale, presso gli uffici di Acea Ato 2 S.p.A. siti a Roma in piazzale Ostiense n. 2, al fine di sequestrare documentazione relativa alla captazione di acqua dal bacino lacustre” ci ha confermato il Comando Generale dei Carabinieri.

Razionamento idrico alle porte della Capitale

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Cosa ancora più grave, comunque, resta la situazione di Roma, che, come denunciato più volte, non ha le infrastrutture idonee per chiudere il ciclo delle acque, e che in assenza di piogge e non potendo (fortunatamente) più prelevare acqua dal lago di Bracciano, si trova ora a temere il razionamento idrico.

Il 25 e 26 luglio si è svolto a questo proposito un tavolo tecnico con il Ministro dell’Ambiente Galletti e le parti interessate, che mirava a trovare soluzioni alternative, come ci aveva annunciato Acea lo scorso 24 luglio. Abbiamo raggiunto quindi nuovamente Acea al telefono, che ci ha informato sullo stato della situazione.

“Il nostro Presidente ha inviato una lettera al Presidente della Regione Nicola Zingaretti, chiedendo di attuare ogni misura idonea e necessaria a scongiurare lo scenario (il razionamento idrico della Capitale, N.d.R.), che coinvolgerebbe anche gli ospedali e comportare gravi rischi per la salute pubblica” ci spiegano, precisando che il razionamento non è ancora ufficiale. La lettera, comunque, da noi richiesta, non è stata resa disponibile.

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Secondo Acea la decisione della Regione di imporre lo stop ai prelievi è “inadeguata e illegittima”, ma, respinto il ricorso al Tribunale delle Acque Pubbliche (che ci è stato confermato dallo stesso Tribunale anche se il Presidente non si è reso disponibile ad ulteriori commenti) e con il via alle indagini per disastro ambientale, ci domandiamo cosa di legittimo sia avvenuto ai danni del lago.

Foto e testo: Roberta De Carolis

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