Acqua potabile e pulita grazie ai nanotubi di carbonio e a …un supercomputer

I nanotubi di carbonio potrebbero portare a una filtrazione più efficiente dell'acqua, con minori costi e con un minore impatto sull'ambiente

Si può filtrare l’acqua con i nanotubi di carbonio? Scommetto che quello dei nanotubi correlato alla purezza dell’acqua non è esattamente il vostro primo pensiero, ma c’è chi giura che proprio quelle microscopiche strutture potrebbero portare a una filtrazione più efficiente dell’oro bianco, con minori costi e con un minore impatto sull’ambiente.

Secondo un articolo apparso su Nature Nanotechnology, i nanotubi di carbonio, strutture cave minuscole realizzate in un materiale correlato alla grafite presente nelle matite, sono così piccoli da riuscire, in condizioni specifiche, a filtrare le impurità dall’acqua che scorre attraverso di essi.

Lo studio sui nanotubi, un materiale che tra l’altro si mostra promettente per svariate tecnologie, è stato reso possibile grazie a un supercomputer virtuale creato da IBM, dove i volontari convogliano la potenza di elaborazione in eccesso dei loro dispositivi informatici, consentendo agli scienziati di utilizzarla per eseguire delle simulazioni.

Un’équipe di ricercatori internazionali, infatti, guidata da scienziati dell’Università Tsinghua di Pechino, ha intrapreso lo studio proprio grazie ad un’enorme simulazione computazionale, alimentata da World Community Grid di IBM.

Le nuove simulazioni sono state condotte utilizzando l’enorme potenza di calcolo di World Community Grid, iniziativa di crowdsourcing di IBM, e hanno rivelato che, in determinate condizioni, le vibrazioni termiche casuali naturali degli atomi nei nanotubi potrebbero avere un effetto significativo sull’acqua che si muove al loro interno. I ricercatori hanno scoperto che queste vibrazioni, chiamate fononi, possono in effetti potenziare la velocità di diffusione dell’acqua di oltre il 300%, grazie alla riduzione dell’attrito.

I ricercatori hanno eseguito vaste simulazioni utilizzando la potenza di elaborazione donata da World Community Grid di IBM, che sfrutta i tre milioni di computer collegati di oltre 700mila “cittadini-scienziati” volontari in tutto il mondo.

Prima del nostro progetto, le simulazioni del flusso d’acqua nei nanotubi di carbonio potevano essere eseguite solo in condizioni di portata irrealisticamente elevate“, spiega Quanshui Zheng, Direttore del Center for Nano and Micro Mechanics dell’Università Tsinghua. “Grazie a World Community Grid di IBM, il progetto Computing for Clean Water ha potuto estendere tali simulazioni per sondare portate di appena qualche centimetro al secondo, caratteristiche delle condizioni di lavoro dei filtri basati su nanotubi reali“.

Cosa si spera ora? Certamente di ottimizzare i nanotubi e di applicarli al miglioramento dei processi di filtrazione dell’acqua e di dissalazione dell’acqua marina, dal momento che sempre di meno sono le riserve di acqua dolce a livello mondiale. In più, un simile processo di depurazione perfezionato e meno costoso potrebbe contribuire a produrre acqua per uso potabile e per le coltivazioni (quasi un miliardo di persone in tutto il mondo non ha attualmente accesso ad acqua potabile sicura).

Germana Carillo

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