Acqua sempre più scarsa: 40% in meno nel 2030

Non c'è più acqua. Il pianeta si troverà ad affrontare un deficit del 40% nella fornitura di acqua entro il 2030, a meno che non miglioreremo notevolmente la gestione di questa preziosa risorsa. Altrimenti diremo addio a gran parte dell'oro blu nei prossimi 15 anni a causa dell'urbanizzazione, della crescita della popolazione e dell'aumento della domanda per la produzione alimentare, l'energia e l'industria

Non c’è più acqua. Il pianeta si troverà ad affrontare un deficit del 40% nella fornitura di acqua entro il 2030, a meno che non miglioreremo notevolmente la gestione di questa preziosa risorsa. Altrimenti diremo addio a gran parte dell’oro blu nei prossimi 15 anni a causa dell’urbanizzazione, della crescita della popolazione e dell’aumento della domanda per la produzione alimentare, l’energia e l’industria.

Questa è la conclusione a cui giunge in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si terrà domenica, il report 2015 delle Nazioni Unite World Water Development. Lo scenario futuro è disarmante: entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivrà in città e la domanda di acqua aumenterà del 55 per cento, soprattutto per esigenze legate alla crescente urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo.

Un esempio è l’Africa subsahariana, dove l’urbanizzazione – spesso non pianificata – si sta sviluppando più rapidamente. Qui la percentuale di persone che hanno acqua corrente è scesa al 34 per cento, dal 42 per cento dal 1990.

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Entro il 2050 il mondo dovrà produrre il 60 per cento in più di cibo e la domanda globale di acqua per l’industria dovrebbe aumentare del 400 per cento. La popolazione in crescita avrà bisogno anche del 70 per cento in più di energia (ed è necessaria acqua anche per la sua produzione, in quasi tutte le forme).

“C’è già un consenso a livello internazionale sul fatto che l’acqua e i servizi igienico-sanitari siano essenziali per il raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo sostenibile. Essi sono inestricabilmente legati a cambiamento climatico, all’agricoltura, alla sicurezza alimentare, alla salute, all’energia, all’uguaglianza, al sesso e all’educazione. Ora dobbiamo guardare avanti e misurare, monitorare e implementare l’acqua“, afferma Michel Jarraud, presidente di UN-Water e Segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale.

Per leggere il rapporto clicca qui

Roberta Ragni

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