Saponaria e Sapindus: le piante i cui frutti sono anche un detergente naturale

Sotto il nome di saponaria o pianta del sapone si nascondono in realtà diverse specie botaniche la cui caratteristica principale è quella di contenere saponina. Ciò significa che, almeno potenzialmente, possono essere utilizzate come detergente naturale. Sono poche però quelle più famose e utilizzate, scopriamo meglio le loro caratteristiche.

Sotto il nome di saponaria o pianta del sapone si nascondono in realtà diverse specie botaniche la cui caratteristica principale è quella di contenere saponina. Ciò significa che, almeno potenzialmente, possono essere utilizzate come detergente naturale. Sono poche però quelle più famose e utilizzate, scopriamo meglio le loro caratteristiche.

La natura ci ha regalato alcuni alberi i cui frutti possono fungere da sapone naturale, si tratta in particolare di alcune specie di Saponaria e Sapindus. Tutti gli alberi che appartengono al genere contengono infatti nel guscio dei loro frutti una sostanza naturale chiamata saponina la cui principale caratteristica è proprio quella di essere un detergente.

La saponina, a contatto con l’acqua, si dissolve e produce una soluzione saponata che pulisce generando una leggera schiuma pressoché priva di odore.

Saponaria officinalis

Questa pianta, chiamata tradizionalmente anche “saponella” o “erba lanaria”, fa parte della famiglia delle Caryophyllacee. Se utilizzata insieme all’acqua produce un detersivo naturale che, soprattutto in passato, era usato per i tessuti più delicati (ad esempio la lana).

C’era chi raccoglieva questa pianta sulle rive dei fiumi e la utilizzava per lavarsi le mani, altri parti del corpo o i propri vestiti. Una volta unita ad acqua, infatti, è in grado di rilasciare le saponine sostanze dal potere detergente che in realtà la pianta produce per difendersi da funghi e parassiti.

La Saponaria officinalis si utilizza ancora oggi nella formulazione di alcuni detersivi ma è anche una pianta cara alla fitoterapia. Sempre le saponine in essa contenute gli donano infatti proprietà depurative e diuretiche oltre che sudorifere ed espettoranti. Esiste per questo una tintura madre di saponaria che si utilizza per diversi scopi, il più delle volte per uso topico nel trattamento di acne e altri problemi dermatologici.

Decotto di saponaria

Se volete sperimentare il potere pulente di questa pianta, potete realizzare un decotto, utile per lavare a mano i capi ma anche da utilizzare al posto dello shampoo soprattutto se si hanno capelli fragili. Una ricetta semplice che si può utilizzare per i capelli prevede l’utilizzo di 2 cucchiai di saponaria essiccata fatti bollire in 500 ml d’acqua per circa 10-15 minuti. A quel punto si può utilizzare la soluzione al posto del tradizionale shampoo (ovviamente non vi aspettate una grande schiuma!).

saponaria officinalis1

Sapindus Mukorossi e Sapindus saponaria

Tra le piante più note per il potere detergente vi è indubbiamente il Sapindus Mukorossi, conosciuto erroneamente come saponaria (non fa parte di questa specie) o albero del sapone (probabilmente avrete sentito parlare delle famose e tanto discusse noci del sapone o noci lavatutto che da esso si ricavano).

È soprattutto in India e Nepal che si utilizzavano tradizionalmente i frutti di questa pianta come detersivo o detergente per lavare i vestiti, il corpo e i capelli.

Per ottenere il detersivo si raccolgono per prima cosa i frutti, si sbucciano e si lasciano asciugare i gusci. Sono proprio le bucce quelle che poi, mescolate con acqua a più di 30 gradi, si sciolgono e formano il detersivo naturale.

Per lavare i panni in lavatrice si utilizzano generalmente 5 o 6 semi gusci in un sacchetto di cotone o calzino direttamente inseriti nel cestello. Gli abiti usciranno senza profumo quindi, se vogliamo, possiamo anche aggiungere qualche goccia di olio essenziale all’acqua di lavaggio. Con un chilo di noci si possono effettuare circa 100 lavaggi in lavatrice.

noci sapone sacchetto copy

Se invece vi interessa ottenere un sapone concentrato, sarà sufficiente far bollire venti o trenta bucce per ogni litro d’acqua. Dopo cinque minuti di ebollizione, spegnere il fuoco e lasciar raffreddare la soluzione.

Quando si utilizza questo detergente naturale non è necessario utilizzare ammorbidenti, in quanto i vestiti, almeno in teoria, usciranno abbastanza morbidi.

Non tutti sono comunque convinti della reale efficacia detergente di questi frutti.

In America Latina c’è invece il Sapindus saponaria, un’altra specie della stessa famiglia che è più resistente al freddo. Anche i suoi frutti sono ricchi in saponine e dunque utilizzabili per realizzare saponi e detergenti fai da te.

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Francesca Biagioli

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