Piante aromatiche: tutto sul cardo santo | Coltivazione e Usi

Scopriamo il cardo santo, pianta di antiche origini particolarmente apprezzata per la bellezza e la grande versatilità

Il cardo santo, conosciuto con il nome scientifico di Centaurea benedicta, è una pianta ricca di storia, intrisa di significato culturale e botanico. Appartenente alla vasta famiglia delle Asteraceae, una delle più grandi e diversificate nel regno vegetale, ha nei suoi appellativi comuni, quali “cardo santo” o “cardo benedetto”, un chiaro legame con il mondo religioso: il cardo santo era infatti molto diffuso nei monasteri, dove veniva ampiamente utilizzato per via delle proprietà medicinali.

Descrizione botanica del cardo santo

Il cardo santo è una pianta annuale che può raggiungere altezze variabili, dai 10 centimetri fino al metro, a seconda delle condizioni ambientali. La crescita variabile si accompagna ad una radice fistolosa, delicata, che fornisce il sostegno necessario per i fusti, che sono angolosi e ramificati. I rami presentano toni grigio-rossastri e sono ricoperti da una leggera peluria ghiandolosa, caratteristica tipica di molte piante della famiglia delle Asteraceae.

Le foglie sono anch’esse notevoli: quelle basali, lunghe fino a 30 cm, presentano notevoli dimensioni, con forme che possono variare da lirate a pennatosette, adornate da lobi triangolari e denti che terminano in spine, quasi a suggerire l’innata resistenza. Le foglie caulinari, più corte, scorrono lungo il fusto, a completamento di un’architettura complessa ma affascinante.

La fioritura del cardo santo è uno spettacolo di forme e colori: i capolini, avvolti dalle foglie superiori, si sviluppano in infiorescenze gialle venate di viola, circondate da brattee spinose. I fiori stessi, ermafroditi e fertili, rivelano un meccanismo riproduttivo ben orchestrato, che fa affidamento sull’impollinazione entomogama, ovvero tramite insetti come le farfalle, tanto diurne quanto notturne.

Varietà e distribuzione del cardo santo

La Centaurea benedicta non è una specie particolarmente esigente in termini di habitat. Predilige le aree mediterranee, trovando il suo terreno ideale nelle pianure del Centro e Sud Italia, specialmente nelle zone tirreniche, può prosperare fino a circa 800 metri di altitudine, adattandosi facilmente a terreni sciolti, profondi e fertili.

Ciò che colpisce del cardo santo è l’appartenenza ad un gruppo vasto e variegato: il genere Centaurea conta infatti oltre 700 specie, delle quali circa un centinaio sono spontanee in Italia. Nonostante questa diversità, il cardo santo spicca per le sue brattee rigide e le sue spine pennate, che contribuiscono a una morfologia unica e distintiva all’interno del gruppo.

La fioritura invernale del cardo santo

Uno degli aspetti più intriganti del cardo santo risiede nella capacità di fiorire anche durante l’inverno. In un periodo in cui molte piante si preparano al riposo vegetativo, questa specie sfida il freddo e le avversità, dando prova di singolare ed inaspettata vitalità. I capolini gialli, spesso macchiati da delicate venature porpora, si ergono come piccoli soli in un paesaggio altrimenti spoglio, caratteristica che rende la Centaurea benedicta una risorsa preziosa nei giardini invernali, soprattutto per chiunque desideri arricchire lo spazio verde con un pizzico di colore durante i mesi più grigi.

La fioritura del cardo santo inizia già in tardo autunno e può proseguire fino all’inizio della primavera, a seconda delle condizioni climatiche. Tale peculiarità ne aumenta il valore ornamentale, attirando al contempo anche numerosi insetti impollinatori che, in pieno inverno, quando il cibo scarseggia, trovano nel cardo santo una fonte di nutrimento vitale.

Coltivazione del cardo santo

Coltivare il cardo santo non è particolarmente difficile, purché si seguano alcune regole fondamentali. La pianta richiede una buona esposizione alla luce solare, preferendo quindi posizioni ben illuminate e soleggiate, anche se può tollerare qualche ombra parziale, soprattutto nelle ore più calde della giornata.

Per quanto riguarda il suolo, è importante che sia ben drenato, poiché il ristagno d’acqua può danneggiare la gracile radice della pianta: un terreno sciolto e fertile, possibilmente arricchito con sostanze organiche, garantirà una crescita ottimale. La semina può avvenire in autunno o in primavera, ancora meglio se effettuata all’inizio dell’autunno, in modo da poter per sfruttare appieno l’ottima resistenza invernale della pianta.

Coltivazione in vaso del cardo santo

In mancanza di un giardino potrete comunque godere della bellezza del cardo santo, coltivandolo in vaso. In questo caso, consigliamo di impiegare dei contenitori di almeno 16 cm di diametro, in modo da offrire alle radici lo spazio necessario per svilupparsi, mentre per quanto riguarda il terreno, questo dovrà essere ben drenato, pertanto aggiungete pure sul fondo del vaso uno strato di argilla espansa, oppure della ghiaia, per evitare ristagni.

Come innaffiare il cardo santo

Le fasi d’irrigazione dovranno essere moderate: durante l’inverno basterà innaffiare la pianta una volta ogni 10-15 giorni, assicurandosi che il terreno si asciughi completamente tra un’innaffiatura e l’altra.

Come concimare il cardo santo

Il cardo santo è una pianta che non richiede concimazioni eccessive. Un fertilizzante a lenta cessione, applicato all’inizio della primavera, sarà sufficiente per garantire una fioritura rigogliosa. Prestate attenzione agli attacchi di parassiti, soprattutto afidi ed acari, che possono infestare la pianta, specialmente se coltivata in ambienti chiusi.

Malattie e parassiti del cardo santo

Come accennato, il cardo santo può essere soggetto a infestazioni da parte di insetti, in particolare afidi e acari, che attaccano le foglie e i fusti. Per prevenire tali problemi, è consigliabile monitorare regolarmente la pianta e, se necessario, ricorrere a trattamenti naturali a base di olio di neem o sapone insetticida.

Anche le malattie fungine, come l’oidio, possono colpire il cardo santo, soprattutto in ambienti umidi: in questi casi, l’uso di prodotti antifungini specifici può rivelarsi necessario.

Il cardo santo in cucina e in erboristeria

Il cardo santo vanta anche un lungo utilizzo in cucina ed in erboristeria. I germogli e le foglie più giovani possono essere consumati crudi in insalate, o cotti in stufati e minestre, conferendo ai piatti un sapore leggermente amarognolo. In passato, dalle sue foglie veniva ricavato un liquore amaro, apprezzato per le sue proprietà digestive.

In campo erboristico, il cardo santo è noto per le virtù depurative e toniche. Viene utilizzato in tisane e infusi, soprattutto per stimolare l’appetito e facilitare la digestione.

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