Come e perché dovresti innaffiare le tue piante acidofile con una tazza di caffè, il risultato è stupefacente!

Non solo i fondi, ma anche il caffè stesso (ovviamente senza zucchero aggiunto) è un ottimo fertilizzante naturale per le piante , in particolar modo per alcune, vediamo quali

Sai che il caffè per alcune piante può rivelarsi un ottimo fertilizzante naturale ?

Ogni mattina beviamo una tazza di caffè per darci quella carica energetica che ci servirà per affrontare il resto della giornata, però se “facciamo bere” il caffè anche alle nostre piante otterremo lo stesso risultato? Utilizzare il caffè come fertilizzante non è di certo un’idea nuova: basta pensare ai fondi di caffè usati per creare un terreno fertile e ricco di nutrienti, questo perché i fondi di caffè contengono azoto, un componente importante per la coltivazione delle piante. (Leggi anche: Fertilizzanti naturali: i 3 miglior modi per concimare le piante senza comprare prodotti chimici)

Cosa succede se innaffi le piante con una tazza di caffè?

In linea generale non è consigliabile innaffiare tutte le piante con una tazza di caffè nero. Il caffè, infatti è acido e annaffiare direttamente le piante con un espresso o un caffè appena fatto con la moka non è proprio una buona idea, ma diluirlo in grandi quantità d’acqua e utilizzarlo con moderazione per la piante che preferiscono una maggiore acidità può rivelarsi molto produttivo

Ma quindi, possiamo innaffiare veramente le nostre piante con il caffè? Scopriamolo.

I benefici del caffè per la cura delle piante acidofile

Il caffè che scaldiamo sui fornelli contiene magnesio e potassio, che sono elementi necessari per la crescita delle piante. Naturalmente, non possiamo utilizzare il caffè che beviamo con zucchero, con un po’ di latte o magari anche con una spruzzata di panna. Non è tanto lo zucchero la sostanza che fa male alla pianta, ma sono panna e latte le sostanze più nocive per i vegetali.

Quindi, se vuoi utilizzare il caffè per innaffiare le tue piante ricordati di diluirlo prima con un bel po’ di acqua, almeno un litro ogni tazzina.

Bisogna sapere che le nostre piante crescono meglio con un pH acido (più precisamente da 5,8 a 7). Il caffè ha già un pH compreso tra 5,2 e 6,9, aggiungendo quindi l’acqua del rubinetto (che invece ha un pH maggiore di 7) si può aumentare l’acidità del terreno. Quello che dovrai fare, perciò, sarà lasciare raffreddare il caffè e poi diluirlo con acqua fredda del rubinetto (più o meno con la stessa quantità del caffè).

Successivamente, potrai innaffiare tutte le piante che amano un terreno leggermente più acido, tra cui:

Avvertenze e controindicazioni:

Innaffia utilizzando il caffè diluito proprio come faresti con la semplice acqua del rubinetto.

Non usarlo però per innaffiare piante a cui non piace il terreno acido.

Ricordati di non innaffiare sempre con il caffè: le piante si ammaleranno o moriranno se il terreno diventa troppo acido o accumula sostanze indesiderate. Ma non solo:

  1. Le foglie ingiallite possono essere un segno di troppo acido nel terreno, in quel caso, abbandona l’irrigazione con il caffè e procedi con il rinvasare le piante. Il caffè diluito aggiunge abbastanza fertilizzante organico per incoraggiare piante più folte e più sane.
  2. Il caffè contiene sali e sostanze solubili che, se utilizzati in eccesso, possono accumularsi nel terreno e causare un accumulo di sali dannoso per le radici delle piante. Ciò può portare a problemi come l’arresto della crescita, il disseccamento delle radici e la morte della pianta.
  3. Il caffè contiene caffeina e altre sostanze chimiche che possono essere dannose per le piante. L’eccesso di caffeina può interferire con il processo di fotosintesi delle piante e influire sulla loro capacità di assorbire nutrienti.

Detto questo , se diluito per bene e utilizzato occasionalmente sulle piante acidofile come azalee o ortensie, il caffè contribuisce ad abbassare il PH del terreno e soddisfa l’esigenze di acidità di questi fiori.

Non ci sono invece troppe controindicazione nell’utilizzare i fondi di caffè come materiale organico per il compostaggio, che può essere aggiunto al terreno per migliorare la sua struttura e apportare nutrienti gradualmente.

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