I giardini di ghiaia sono desolanti distese di “morte”, i trucchi per trasformarli in un’oasi di biodiversità

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Ecco qualche consiglio per far sì che il tuo giardino di ghiaia diventi un habitat accogliente per alcune specie di piante ed animali

I giardini con la ghiaia sono superfici morte: fanno male alla biodiversità e in alcune zone sono addirittura vietati. Ma ora la tendenza si sta invertendo in favore di giardini sassosi che rispettano l’ambiente e che possono rappresentare un habitat accogliente per alcune specie di piante ed animali

Sempre più diffuso il trend di ricoprire con sassolini e ghiaia il giardino di casa: i giardini ghiaiosi sono belli e richiedono al contempo pochissime cure e acqua. In realtà, non è tutto oro quello che luccica: la ghiaia infatti può costare anche diverse centinaia di euro a tonnellata e dovrebbe essere completamente rimossa e sostituita ogni dieci anni. Inoltre, andrebbe pulita regolarmente con un soffiatore per foglie o una pompa ad acqua compressa – dispositivi rumorosi e che consumano molta energia elettrica.

(Leggi anche: Questo Stato in Germania ha vietato i giardini di ghiaia, troppo pericolosi per la biodiversità)

Inoltre, i sassolini si surriscaldano se colpiti dai raggi del sole: questo porta da una parte ad un aumento della temperatura dell’aria (un effetto simile a quello provocato dall’asfalto del manto stradale), dall’altra all’essiccamento della vegetazione già rada, non adatta a condizioni desertiche. Inoltre, un giardino ghiaioso dal punto di vista biologico rappresenta un ambiente morto, poiché non fornisce né cibo né un habitat adatto alla maggior parte degli animali e delle piante: i piccoli mammiferi e uccelli non trovano riparo e anche i rettili, generalmente amanti del calore, sono a disagio su una superficie sassosa e monotona come quella della ghiaia.

I giardini ghiaiosi sono allora da demonizzare del tutto? Non è detto: l’associazione ambientalista tedesca NABU propone qualche consiglio per riqualificare un giardino con la ghiaia e renderlo più ecosostenibile. Si potrebbe sostituire la massicciata (le pietre più grandi) con della ghiaia a grana più fine, e mescolare quest’ultima a del terriccio e del compost, in modo che il nostro giardino possa tornare ad essere un habitat accogliente per insetti e altri piccoli animali. Inoltre, la presenza di sassolini fini permette al terreno di drenare e conservare l’acqua piovana – questo eviterà a noi di dover sempre innaffiare il giardino e ci permetterà di risparmiare acqua.

Come riqualificare il proprio giardino ghiaioso

  • Innanzitutto verificare se vi sia una pellicola di plastica sotto la ghiaia ed eventualmente eliminarla e smaltirla correttamente. In questo modo acqua e microrganismi possono trasferirsi negli strati più profondi del suolo e le foglie possono accumularsi come nutrimento degli animali. Inoltre, non dimentichiamo che un telo di plastica nell’ambiente con il tempo finisce per degradarsi e rilasciare pericolosissime microplastiche altamente inquinanti.
  • Riempire la granulometria grossolana della ghiaia (che inibisce la germinazione e la crescita delle piante) con della sabbia o del calcestruzzo minerale.
  • Aggiungere poi il compost sulla superficie del giardino per nutrire le neonate piante e anche i piccoli animali: possiamo utilizzare i rifiuti compostabili provenienti da impianti certificati, oppure utilizzare i nostri rifiuti organici opportunamente triturati.
  • Infine, mescolare il terreno con l’aiuto di un rastrello, in modo che i composti possano integrarsi fra loro (la superficie dovrebbe diventare il più uniforme possibile).

Ora che il nostro giardino ghiaioso ecosostenibile è pronto, non ci resta che piantare. Possiamo scegliere piante aromatiche o piante selvatiche perenni, adatte ai luoghi asciutti e brulli. La natura ci ringrazierà!

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Fonte: NABU

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Laureata in lingue straniere, vegana da 3 anni, scrivere è la mia passione e collaboro con diverse testate su temi a me cari come natura, sostenibilità, stili di vita sani e rispettosi dell’ambiente. Sul mio blog “La strega che scrive” parlo di giornalismo, editoria e letteratura

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