La Quinta Sinfonia di Beethoven suonata da questi studenti usando solo i loro corpi come strumenti, vi lascerà senza fiato

Con applausi, schioccando le dita, piccoli colpi, 185 studenti hanno realizzato una strabiliante performance per festeggiare Beethoven.

Attraverso applausi, passi, schioccando le dita, piccoli colpi sui loro corpi, 185 studenti hanno realizzato una strabiliante performance per festeggiare il grande compositore tedesco.  

Sebbene il coronavirus abbia stravolto anche il modo di cantare, non ha mai fermato la voglia di fare musica dei coristi della scuola Saint-Michel-Garicoïts de Cambo, al sud-ovest della Francia che, guidati dalla loro insegnante di musica Nelly Guilhemsans, hanno eseguito una sorprendente e meravigliosa versione della famosa Quinta Sinfonia di Beethoven

I 185 coristi con il body tap, ovvero utilizzando i loro corpi come strumenti percussivi, hanno onorato Beethoven, in una performance che sarebbe dovuta essere eseguita l’anno precedente durante i festeggiamenti per il 250° anniversario della nascita del grande compositore, ma che a causa dell’emergenza sanitaria è stata rimandata diverse volte.  (LEGGI anche: Quando ascolti la musica ti viene la pelle d’oca? Hai un cervello speciale!)

Il 2020 è stato il 250esimo anniversario della nascita di Beethoven e ho scelto proprio la quinta sinfonia per fare questo body tap perché questo lavoro è universale e senza tempo”, ci confessa la direttrice del coro. 

Perfettamente sincronizzati, l’arte di suonare il proprio corpo di questi studenti, che hanno tra gli 11 e i 15 anni, sembra una poesia cantata ad voce alta, in cui i battiti, lo strofinio delle mani, lo schiocco delle dita, i colpi al suolo fatti con i piedi si trasformano in versi capaci di far emozionare anche gli ascoltatori più esigenti. 

La partitura della sinfonia è stata adattata da Guilhemsans e le prove per realizzare questa incredibile esibizione sono state eseguite durante l’anno scolastico 2020, nell’arco di 5 mesi, provando quasi tutti i giorni. 

Ho scritto prima un adattamento ritmico di questa partitura, cercando di rispettarne le intenzioni e le sfumature. Poi ho insegnato i ritmi in piccoli gruppi di 40 o 50 cantanti e pian piano siamo arrivati ​​alla fine”, ci racconta Guilhemsans. 

La musica non si ferma, sebbene i divieti durante la pandemia abbiano stravolto tutto, allo stesso tempo sono stati una spinta per promuovere e realizzare nuove forme di espressione musicale. Questi piccoli grandi coristi e la loro straordinaria insegnante, hanno dimostrato come attraverso la passione, la creatività e la musica, sia possibile avere una scuola migliore anche con mascherina.  

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