Una piramide di vetro sul tetto del mondo per studiare i cambiamenti climatici

greenMe.it è stata alla conferenza stampa di presentazione della ristrutturazione del Laboratorio-Osservatorio Piramide sul Monte Everest in cui ha contribuito anche un'azienda italiana: la BTicino

Ale, c’è una conferenza stampa a Milano. È una presentazione da parte di un’azienda che ha collaborato alla ristrutturazione di un laboratorio, situato sull’Everest, capace di studiare i cambiamenti climatici. Ti va di andare?” Anche se non mi è troppo chiaro di cosa si tratti dico sì: “Vai direttore, accredita!“. Comincia proprio con questo scambio di mail di qualche giorno prima l’esperienza che mi ha portato a conoscere un progetto veramente nobile e importante per quanto riguarda energia ed ecosostenibilità: il Laboratorio – Osservatorio Piramide sul monte Everest.

Non mi capita troppo spesso di andare a una conferenza stampa così impreparato. Non ho fatto in tempo a documentarmi e l’unica cosa che conosco è ora e luogo dell’evento: ore 18.00 al primo piano della Triennale, una delle mie location milanesi preferite, devo ammetterlo. Arrivo lì alle sei spaccate, con una puntualità quasi svizzera e – con altrettanta puntualità solita di questi eventi – la conferenza ancora non è ancora cominciata. Il colpo d’occhio e l’arredamento minimal fanno digerire con un più entusiasmo i minuti di ritardo, un altro abbondante centinaio di secondi ed ecco arrivare la squadra che ci parlerà del progetto. A presentarlo sarà Giuseppe Caravita di Nova 24, con previsti interventi di Agostino Da Polenza presidente Comitato EvK2Cnr, Claudio Smiraglia, membro del Consiglio Scientifico del Comitato EvK2Cnr, dell’Università Statale dell’Università di Milano, Paolo Perino amministratore delegato e direttore generale BTicino, Fabrizio Fabrizi vice direttore generale BTicino. Dalle prime battute capisco subito che il numero degli sbadigli che accompagnano solitamente la mia presenza in “eventi mondani” del genere saranno veramente limitati. Essenzialmente perché di mondanità non si tratta.

Sto assistendo infatti alla presentazione del rinnovato Laboratorio – Osservatorio Piramide sul monte Everest. Il laboratorio, intitolato al professore Ardito Desio, nasce nel 1990 a 5.050 metri di quota, nella Valle del Khumbu, Sagarmatha National Park ai piedi del versante nepalese dell’Everest, e si risolve in una costruzione piramidale in vetro, alluminio e acciaio. La struttura costituisce una risorsa unica per la ricerca scientifica in alta quota ed è gestita internamente dal Comitato Ev-K2-CNR insieme alla Nepal Academy of Science and Technology. Grazie alla sua posizione geografica offre un’insostituibile opportunità per lo studio dei cambiamenti climatici e ambientali, della medicina e della fisiologia umana in condizioni estreme, della geologia e dei fenomeni sismici.

Lab_Piramide_1Come sottolineato dal presidente di BTicino “quanto realizzato dai tecnici e dai ricercatori impegnati nel progetto, ha un doppio scopo: la fornitura energetica e il controllo a distanza; considerata la dislocazione geografica della struttura era fondamentale trovare un modo che consentisse di controllare e risolvere le eventuali problematiche da lontano

La BTicino, appunto, è l’azienda italiana che ha partecipato alla ristrutturazione e che ha portato i suoi prodotti sul tetto del mondo, contribuendo a rinnovare gli impianti elettrici e tecnologici delle strutture del Centro Ricerche Laboratorio-Osservatorio Piramide e dell’annesso edificio adibito all’alloggio del personale sul monte Everest, attraverso la progettazione impiantistica e la fornitura di materiale elettrico.

Man mano che si va avanti con la presentazione mi rendo conto sempre più di come tutto ruoti attorno al concetto di sostenibilità. Costruire un impianto sulla montagna più alta del mondo non poteva certo redimersi da questo. Il presupposto che ha accompagnato tutta la fase di realizzazione è stato, infatti, incentrato sul fatto che la struttura dovesse essere totalmente eco-compatibile e impiegare solo energie rinnovabili in accordo con un più ampio concetto di sostenibilità basato su tre aspetti fondamentali: ricerca sostenibile, tecnologia sostenibile e strutture sostenibili.

Lab_Pramide_0Durante la conferenza è stato dato spazio anche a ipotesi sulle innovazioni cui potrebbe condurre la ricerca: sia per quel che riguarda la parte energetica, ad esempio immaginando sensori nelle città che aumentino l’intensità della luce al passaggio di qualcuno, sia per la creazione di nuove attività economiche, come sottolineato dall’ingegner Fabrizi, con società che possano gestire e monitorare a distanza l’erogazione di energia, per conto di condomini e amministrazioni comunali. Alta affidabilità tecnologica e risparmio energetico sono quindi stati i motori del nuovo progetto di BTicino e del Comitato Ev-K2-Cnr, volto ad assicurare le condizioni migliori per continuare l’attività di studio dei ricercatori.

Ciò che mi rende molto sorpreso è il tipo di politica con la quale la BTicino focalizza i propri lavori. Tutta la loro produzione è interamente orientata verso la gestione e la protezione dell’ambiente mediante un’interazione tra insediamento industriale e ambiente stesso. Un’offerta, quindi, quanto mai eco-sostenibile che ha come obiettivo principale quella di diminuire l’impatto energetico. L’ottimizzazione dei consumi delle risorse energetiche da fonti non rinnovabili è un bisogno primario del nostro paese (e non solo). Promuovere un’energia di questo tipo è sicuramente una trovata capace di aiutare a dirigersi in questo senso. BTicino e il progetto realizzato all’interno del Laboratorio – Osservatorio Piramide ne sono la prova.

piramide_vetro_everestPrima dei saluti, c’è anche spazio per l’ interattività: c’è infatti la possibilità di collegarsi direttamente con il Nepal per vedere in diretta la Piramide costruita sull’Everest completamente illuminata. Direi che anche l’occhio è stato accontentato.

L’ applauso di rito questa volta è, direi, quanto mai meritato. A questo punto non mi resta che alzarmi con l’assoluta compiacenza di ciò che mi è stato raccontato. Mentre faccio la fila per prendere la cartella stampa, mi diletto in una considerazione finale riguardante al fatto che le aziende e le realtà interessate alla tutela della terra non sono poi così poche. Meno male, posso continuare a credere – senza considerarmi un illuso – che un altro mondo è proprio possibile.

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