Tutti i luoghi comuni sulla carta da sfatare

Naturale, rinnovabile, riciclabile. E soprattutto oggetto di un po' di luoghi comuni da smentire. Stiamo parlando della carta e di quelle convinzioni che girano intorno al suo uso e riuso.

Naturale, rinnovabile, riciclabile. E soprattutto oggetto di un po’ di luoghi comuni da smentire. Stiamo parlando della carta e di quelle convinzioni che girano intorno al suo uso e riuso.

Anche greenMe.it ha trattato più volte l’argomento, ma a chiarirci le idee ci ha pensato Assocarta con il lancio del progetto di comunicazione “La Carta fra Luoghi Comuni e Realtà“. Otto luoghi comuni che l’associazione dell’industria cartaria, con il contributo di Cepi, Comieco e Fao, intende mettere al bando.

  1. Le foreste vengono distrutte per produrre carta

L’utilizzo di legname in Europa e nel mondo è solo per il 12% conseguenza della produzione di carta. Nella realtà, infatti, la deforestazione è per lo più dovuta alla conversione delle foreste in terreni agricoli e alla raccolta di legname.

Per la maggior parte, il legno usato per produrre la carta proviene dallo sfoltimento degli alberi – necessario per conservare le foreste in condizioni di salute – e dai residui di settori industriali, come le segherie.

Non solo, ma in Europa esistono una vera e propria “certificazione forestale” (l’industria cartaria utilizza il legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile) e un Codice di Condotta Volontario, che garantisce che le imprese cartarie non utilizzano legno tagliato in violazione delle leggi nazionali e locali.

  1. Il consumo di carta dovrebbe venire drasticamente ridotto per salvare le foreste

Diretta conseguenza del primo punto, la realtà è che l’industria cartaria europea promuove la gestione sostenibile delle foreste. Ciò fa sì che per un albero tagliato ne vengano piantati tre.

In questo modo, le foreste in Europa aumenterebbero di 8,7 metri cubi al secondo.

Ricordiamo, inoltre, che il 20% delle foreste primarie del continente europeo non possono essere sfruttate perché destinate per legge alla protezione e conservazione della biodiversità.

  1. Tutti i tipi di carta dovrebbero essere prodotti con fibre riciclate

La fibra di cellulosa e la carta da macero sono le due materie prime indispensabili a produrre la carta. La fibra riciclata si può riutilizzare in media sette volte. L’impasto per la produzione della carta deve quindi necessariamente includere una certa percentuale di fibra vergine poiché la fibra cellulosica si deteriora ad ogni processo di riciclo.

La carta resta il prodotto più riciclato in Europa. In Italia ogni 100 tonnellate di carta prodotta, 56 provengono dal riciclo.

  1. La carta si ottiene da un processo di produzione inquinante

Nell’industria cartaria italiana le emissioni in acqua, misurate in parametri quali la domanda chimica di ossigeno e la presenza di solidi in acqua, sono diminuite del 25%. Inoltre il settore ha convertito i propri impianti per l’impiego di gas naturale anziché olio combustibile riducendo le emissioni nell’aria di ossido di azoto e zolfo.

Inoltre, le cartiere già da diversi anni hanno eliminato il cloro gassoso dal processo per la “sbiancatura” della cellulosa.

  1. La carta ha un forte impatto ambientale in termini di emissioni di CO2

Non è così. La carta contribuisce al contenimento delle emissioni di CO2 perché è un prodotto naturale, rinnovabile e riciclabile.

Gli alberi fanno parte di un ciclo sostenibile che aiuta a combattere il cambiamento climatico grazie alla rimozione del CO2 dall’atmosfera mediante la fotosintesi clorofilliana e lo stoccaggio del carbonio.

C’è però un limite al carbonio che le piante possono trattenere, ma il CO2 continua a essere conservato anche nel legno e nei prodotti cartari. Con il riciclo della carta si contribuisce a trattenere il carbonio fuori dall’atmosfera più a lungo.

  1. Per la produzione della carta di utilizza una gran quantità di energia

Per la produzione di 200 kg di carta, corrispondenti all’utilizzo annuo medio di un cittadino, si consumano 500 kWh di elettricità.

Per produrre un foglio di carta formato A4 sono necessarie 12,5 Wh. Tale foglio, una volta prodotto, per venire letto non produrrà più energia, mentre lo stesso consumo di 12,5 Wh sarà necessario per tenere acceso un computer per circa 6 minuti.

  1. La carta è un prodotto poco tecnologico quindi non necessario alla società attuale

In realtà, come farne a meno? Carta per imballaggio, per usi igienico-sanitari, carte speciali, carte per usi grafici. E poi ancora banconote, quaderni, carta per uso domestico, giornali, filtri e mille altri usi. Neanche a pensarci.

  1. La carta è sinonimo di burocrazia

La carta è uno strumento di lavoro che gli uffici pubblici e privati utilizzano nel dialogo con i cittadini-utenti.

La Pubblica amministrazione si è posta l’obiettivo di alleggerire gli archivi entro il 2012, eliminando la carta a vantaggio del digitale. Ma la “burocrazia” rimane.

E per finire, lo sapevate che:

  • – l’Italia è terza in Europa per volumi di macero impiegati con un utilizzo annuo di quasi 6 milioni di tonnellate di carta riciclata;

  • – l’utilizzo pro-capite annuo di carta è di circa 200 kg e produce tra i 130 e i 250 kg di CO2 a seconda della fonte di energia utilizzata;

  • – leggere un quotidiano al giorno produce il 20% in meno di CO2 rispetto alla lettura on line per circa 30 minuti;

  • – una ricerca su Google corrisponde a un consumo di 3,5 gr di CO2 mentre un foglio A4 a 3,4 gr di CO2;

  • – l’Italia è leader nella certificazione di prodotto tramite l’Ecolabel Europeo, un’etichetta che attesta l’eccellenza ecologica del prodotto.

  • Germana Carillo
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