Manovra Economica: la parola fine sulla detrazione del 55%?

Che peso e che ruolo avrà la Green Economy in Italia dopo l'approvazione del DL Manovra ( Dl 78 del 31 Maggio 2010)? Associazioni di settore e associazioni ambientaliste sono sul piede di guerra per l'introduzione di un nuovo canone (da pagare in misura variabile alla potenza dell'impianto) per gli impianti idroelettrici ( art 15 comma 6 del Decreto), nonché per la soppressione dell' obbligo, da parte del GSE, di riacquistare i certificati verdi in esubero ( art 45) .

Misure ritenute assai dannose per tutta la Green Economy italiana con pesanti ripercussioni sugli investimenti e sull’occupazione, con notevole diminuzione, dei green jobs che il sistema e l’indotto italiano delle rinnovabili è in grado di creare. Ma oltre a questo, a preoccupare maggiormente è il destino delle detrazioni fiscali del 55% per le riqualificazioni energetiche e le eco-case. Secondo gli ambientalisti del PD Stella Bianchi e Fabrizio Vigni, che hanno spulciato attentamente la Manovra, le misure fiscali in questione non sono state rifinanziate e, quindi, le agevolazioni a disposizioni previste, ad esempio, per chi cambia la vecchia caldaia con una nuova caldaia a condensazione, sono destinate ad esaurirsi con la fine del 2010. Si tratterebbe di uno dei tanti tagli ( 24 miliardi complessivi che hanno suscitato numerose polemiche tanto da far dire al Governatore di Banca d’ Italia Draghi, che certo non è un rappresentante dell’opposizione politica, che si tratta di “macelleria sociale”) previsti in manovra, ma un taglio particolarmente siginificativo e doloroso.

Proprio mentre assistiamo a previsioni ottimistiche in merito alla approvazione, finalmente, del Nuovo Conto Energia 2011, con bozze che parrebbero aver tenuto conto, almeno parzialmente, delle proposte degli operatori del fotovoltaico, i nuovi provvedimenti del DL Manovra sembrano un fulmine a ciel sereno e, peraltro, contraddittorie con quanto dichiarato fino ad oggi. Il che confermerebbe un atteggiamento piuttosto schizofrenico da parte del Governo che, in materia di politica energetica parrebbe navigare a vista: lungaggini per il Conto Energia, finanziamento del ricorso al nucleare e, nello stesso decreto, l’autorizzazione allo sviluppo della geotermia, quindi nuovamente il ricorso alle politiche di approvvigionamento basate sul petrolio, come nel caso dell’autorizzazione alla trivellazione delle Tremiti.

È giusto che l’ Italia sia autonoma dal punto di vista energetico e che, quindi, si percorrano tutte le vie che possano portare a questo obiettivo. E bisogna essere realisti: le fonti rinnovabili da sole non bastano., Ma ci sono, comunque, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di C02, fissati in sede europea, che non sembrano perseguiti con decisione e, soprattutto,il comparto delle rinnovabili è uno dei pochi settori che, non solo sembrano reggere alla crisi ma, addirittura, sembra ancora in crescita.

Ma se, dunque, il Governo non provvederà con la legge di stabilità in autunno, la detrazione del 55% introdotta con la manovra 2007 ( Governo Prodi) scadrà il 31 dicembre 2010. Una grana per Tremonti, costretto a “fare i conti” anche con una certa opposizione interna, in questo caso con la collega dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «Condivido le ragioni e la portata della manovra», è la sua reazione, ma «credo che tutto ciò che punta all‘efficienza energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili vada incentivato e supportato. Perché come ha sottolineato recentemente lo stesso Ministro Tremonti, la Green Economy sarà il motore dello sviluppo globale del futuro». Conclusione della ministra, «promuovere, seppure in una fase di difficile congiuntura, l’economia del futuro è una scelta obbligata».

Appare particolarmente contraddittoria, quindi, proprio l’esclusione del rifinanziamento delle detrazioni fiscali del 55%: infatti in questo caso non ci sono di mezzo solo i grandi gruppi, spesso multinazionali, del fotovoltaico, bensì i cittadini i quali, invogliati dalle agevolazioni fiscali ad investire nella propria casa, ad esempio per mettere i pannelli solari sul tetto e sfruttare le tecnologie del solare termico avrebbero fatto in prima persona bene all’ambiente ed avrebbero smosso tutto un indotto di periti, ingegneri, geometri, artigiani ed installatori, spesso piccole medie imprese che fanno i conti tutti i giorni con la crisi economica e che, rispetto ai grandi gruppi, hanno minore massa critica per investire o diversificare le attività verso settori più redditizi.

Stando ai dati Enea, infatti, La misura sugli “edifici intelligenti” dal 2007 in poi ha messo in moto un giro di affari notevole. Il primo anno sono stati realizzati 106 mila interventi, più che raddoppiati a 248 mila nel 2008 e scesi a 236 mila nel 2009. E pensare che Edo Ronchi così si esprimeva proprio pochi ogiorni or sono: «Anche l’energia diventa un elemento di pregio di un immobile e il rendimento energetico sarà un indicatore che dovrà essere sempre presente in ogni annuncio di vendita o di locazione», esultando dopo il varo di una direttiva Europea mirata a centrare l’obiettivo sul cambiamento climatico usando il 20% in meno di energia. «Circa il 30% dell’energia consumata in Italia – spiegava Ronchi – è assorbita dagli edifici e a questi consumi è riconducibile il 28% delle emissioni nazionali di CO2». Ed è proprio Ronchi oggi con una lettera al Ministro dell’Economia ad esprimere tutto il suo disappunto nei confronti della manovra definita “DEVASTANTE”per lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia.

Anche il PD è andato all’attacco allargando il discorso a tutto l’impianto della Manovra:: «Con questa manovra, da una parte si spalancano le porte al condono edilizio, dall’altra si colpiscono al cuore le politiche per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili»- ha detto Vigni. E se quelle per l’efficienza energetica soffriranno dalla mancata proroga degli incentivi fiscali, quelle per le energie rinnovabili subiscono un «colpo di mannaia», ha detto il responsabile economico del Pd, Boccia. «L’articolo 45 – spiega invece la Bianchi – elimina ogni certezza per le aziende che producono energia da fonti rinnovabili sul prezzo finale di vendita, togliendo l’obbligo per lo stato di ritirare i cosiddetti “certificati verdi” in eccesso: il che può comportare la non sostenibilità dei piani di investimento su energie alternative. Con ricadute pesanti sull’occupazione e sugli obblighi dell’Italia con l’Ue a produrre con fonti rinnovabili il 17% dell’energia consumata».

Il mancato rifinanziamento delle detrazioni del 55% da parte del Governo è legato, sicuramene, a motivi di gettito e di riduzione delle spese in tempi di crisi economica, anche se c’ è da dire che Tremonti stesso aveva perentoriamente escluso la necessità di manovre correttive a Giugno, giudicando in ottima salute i conti pubblici italiani. Secondo l’ Agenzia delle Entrate, infatti, solo considerando i «lavori pluriennali» e cioè quei 27.559 interventi che incidono «in più periodi di imposta», si vede che sono state sostenute spese per oltre 309 milioni di euro per rifare infissi, pareti e finestre, che hanno gravato sulle casse dello stato in termini di mancato gettito. Il meccasnimo della detrazione, infatti, consente al contribuente di togliere una cifra (portata, appunto, in detrazione) da quanto, invece, sarebbe normalemente dovuto allo Stato a titolo di imposta sui redditi «Ma con questa misura – obietta la Bianchi – lo Stato incoraggia la ristrutturazione degli edifici a fini ambientali. E in molti casi si tratta di lavori, come i pannelli solari o la sostituzione di impianti di riscaldamento, che senza la detrazione fiscale non verrebbero fatti e, quindi, si tratta di un importante volano per l’economia».

Del resto ieri sera, nel corso della trasmissione “Annozero” il MInstro Tremonti è stato attaccato direttamente da Pierluigi Bersani, segretario del PD che così si è espresso: “il Governo non dia la colpa alla crisi economica, ammetta i propri errori facendo una operazione verità altrimenti il Pd non si mette nemmeno a discutere”. Secca la risposta da parte del ministro dell’Economia: ”Se si fa propaganda, cosi’ non andiamo da nessuna parte” che ha, poi, continuato replicando alle accuse di aver sotenuto, in precedenza, che non ci fosse bisogno di manovre correttve a Giugno: ”il caso Grecia è esploso all’improvviso, tutto è precipitato. Tutti i paesi europei – precisa il ministro – hanno messo in campo manovre economiche analoghe” La manovra non sarebbe dovurta, perciò, ad un problema di conti pubblici italiani, per i quali l’ Italia avrebbe avuto il plauso di Ecofin, ma agli attacchi speculativi contro l’euro a seguito della crisi che ha travolto la Grecia. L’analisi non convince Bersani che ritiene che lo scostamento di 25 miliardi che ci separano dal 2,7% di deficit del 2012 abbia a che fare con la politica italiana ed ha paventato il ricorso a futuri condoni, criticano anche i tagli indiscriminati e le previsioni troppo ottiisatiche del Governo.

Tremonti ha escluso perentoriamente dissensi interni e ipotesi di ricorso al condono ma, per adesso, non ci sono state assicurazioni in merito al rifinanziamento delle detrazioni d’imposta del 55%, un provvedimento che fin da poco tempo dopo l’insediamento del Governo Berlusconi è stato nel mirino di vari ministri e che, più volte, è stato rimaneggiato, sia con accorgimenti tecnici ( ad esempio sui valori della transimmtanza termica che devono avere gli edifici) sia riguardo al meccanismo di fruizione degli incentivi ed alla procedura da metter in atto allo scopo.

LE MODIFICHE ALLA DETRAZIONE DEL 55%

Sulla Gazzetta Ufficiale del 12/02/2010, infatti, era stato pubblicato il Decreto Minsteriale n. 35 del 26 gennaio 2010 , entrato in vigore dal 13 Marzo 2010. che aveva fatto alcuni cambiameni pur mantenendo valido l’impianto fondamentale della norma sulla detrazione del 55% : l’importo da detrarre si ottiene, quindi, calcolando il 55% delle spese di riqualificazione effettivamente sostenute e rimaste a carico (quindi per i privati va considerata anche l’IVA, poiché versata al prestatore d’opera) con un valore massimo di spesa che varia a seconda della tipologia di lavori effettuati (ad esempio fino ad un limite massimo di spesa sostenuta di 30mila euro per caldaie a condensazione e 60mila per il solare termico ovvero per l’installarzione dei pannelli solari per acqua calda sanitaria.

Il valore così ottenuto deve essere diviso in cinque rate di uguale importo da portare in detrazione in cinque anni con cinque successive dichiarazioni dei redditi. Tale ripartizione temporale è stata cambiata con i vari decreti che dal 2007 (anno di pubblicazione del primo decreto istitutivo della detrazione del 55%) si sono succeduti ed hanno modificato più volte (addirittura due interventi legislativi nel 2009 e la minaccia, poi rientrata, di abolizione del beneficio fiscale del 55%) le modalità di fruizione della detrazione e le procedure per averene diritto, spesso con uno strascico polemico considerevole. Inizialmente, infatti, le rate erano tre, poi si è introdotto un meccanismo di scelta (da fare al momento della presentazione della prima dichiarazione dei redditi e non più modificabile) potendo detratte con un minimo di tre rate annuali di pari importo fino ad un massimo di dieci. L’impostazione attuale, invece, prevede una ripartizione obbligatoria stabilita in cinque rate annuali di pari importo. La comunicazione alla rispettiva Agenzia delle Entrate deve essere fatta solo se i lavori, e le relative spese, sono a cavallo di due o più anni di imposta cioè se, ad esempio, iniziati nel 2008, si siano protratti nel 2009 per terminare nel 2010.

Le maggiori modifiche introdotte dall’ultimo Decreto, dunque, riguardano essenzialmente il caso di sostituzione degli impianti con nuovi apparecchi a biomasse (dunque anche stufe a pellet) e l’aggiornamento di alcuni valori di transmittanza (dispersione di calore verso l’esterno), Con il nuovo Decreto i valori della trasmittanza delle chiusure apribili e assimilabili, quali porte, finestre e vetrine (quest’ultime anche se non apribili), comprensive degli infissi, che delimitano l’edificio verso l’esterno o verso locali non riscaldati, devono rispettare i valori limite riportati nella tabella 4A, presente al punto 4, dell’ Allegato C del D. lgs 192 / 05, limitatamente al caso di edifici ubicati nelle zone climatiche C, D, E e F. Con riferimento alla sostituzione degli impianti con nuovi impianti a biomasse, è stato introdotto un nuovo coefficiente di correzione che tenga conto della quota di energia fossile utilizzata per la produzione dello stesso combustibile da biomasse.(art. 3, comma 3 del D.M. 11 / 3 / 2008 così come modificato ed integrato dal DM 26gennaio 2010). Il coefficiente di correzione è pari a 0,3, il che significa che, ai fini del calcolo dell’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in seguito ai lavori, verrà comunque considerata una quota del 30% di energia fornita all’impianto come se quest’ ultima provenisse da fonte fossile non rinnovabile. Tutto ciò perché la promozione dell’utilizzo delle biomasse, secondo il nostro Legislatore, deve avvenire in un contesto compatibile con le altre fonti, fossili o rinnovabili e deve tenere conto della quota parte dei combustibili correlata alle fasi di preparazione della biomassa (raccolta, trasformazione, confezionamento e trasporto).

Sono stati modificati, inoltre, i valori di transmittanza delle strutture opache (pavimenti e pareti) verticali e delle strutture apribili verso l’esterno o locali non riscaldati, in modo che tengano conto anche delle differenze climatiche dei diversi luoghi in cui sono eseguiti i lavori di riqualificazione energetica. Quella della transmittanza sembra essere, ormai, una “vexata quaestio“: nella prima formulazione del decreto, nel 2007, alcuni meri errori di scrittura dei valori di calcolo da prendere a riferimento resero di fatto inutilizzabile il beneficio della detrazione del 55% per alcune tipologie di lavori, comunque ammissibili ai benefici secondo le previsioni del Decreto stesso. Tali previsioni sono state in seguito, e in maniera retroattiva, modficate ma, di nuovo, il Ministero ha riscontrato delle difficoltà applicative per il conseguimento delle prestazioni fissate con le modifiche del 2008. Per questo si è provveduto ad un nuovo intervento di modifica con un riequilibrio che tenga conto anche di nuove tecnologie disponibili.

Nuovi riferimenti di calcolo, poi, sono previsti per le transmittanze degli elementi costituenti l’involucro edilizio dell’ edificio e per la climatizzazione invernale: non si fa più riferimento all’ allegato I al D. Lgs 192 / 05 ma al DPR n. 59 / 2009. Per il calcolo dell’ indice di prestazione energetica dell’ edificio, viene inoltre specificato che si può anche utilizzare lo schema di procedura semplificata di cui all’ allegato G al DM 7 / 4 / 2008 o all’ allegato 2 al DM 26 / 6 / 2009.

 

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