Obama ci ripensa e installerà i pannelli solari fotovoltaici sulla Casa Bianca nel 2011

E così, alla fine Barack Obama, presidente degi Stati Uniti d'America, ci ha ripensato e, complici le pressioni degli ambientalisti di 350.org ha deciso di tornare sui suoi passi dopo l'iniziale rifiuto.

E così, alla fine Barack Obama, presidente degi Stati Uniti d’America, ci ha ripensato e, complici le pressioni degli ambientalisti di 350.org ha deciso di tornare sui suoi passi dopo l’iniziale rifiuto. I pannelli solari, quindi, si monteranno sul tetto della residenza più famosa d’ America, la Casa Bianca che, in base a quanto annunciato dallo stesso Obama, entro la primavera del 2011 vedrà i propri tetti occupati da pannelli fotovoltaici e pannelli solari termici per produrre, rispettivamente, energia elettrica ed acqua calda per uso sanitario.

Stretto tra l’eredità di Jimmi Carter, che aveva installato nel ’76 i primi pannelli fotovoltaici, e quella di Ronald Reagan, che nel 1986 li aveva tolti, Obama ha deciso di raccogliere la sfida, lanciatagli con la campagna “put solar on it” dall’ambientalista Bill Mc Kibben che, alla guida di un gruppo di studenti, si era recato fin sotto la Casa Bianca con uno dei pannelli di Carter esortando il Presidente a fare qualcosa di concreto contro i mutamenti climatici ed a favore della salvaguardia dell’ambiente.
Certo che quello di Obama, il presidente del rilancio della Green Economy a livello mondiale, era apparso un “gran rifiuto”, difficilmente comprensibile. In ogni caso, vuoi che le ragioni di Obama siano state prettamente ideali, vuoi che siano molto più prosaicamente legate ai sondaggi negativi ed alle prossime elezioni di medio termine del prossimo Novembre, c’è da rallegrarsi per la positiva decisione presa.

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Obama, infatti, in calo nei sondaggi, a molti osservatori era apparso contraddittorio quando, ammantato dall’aura di paladino dello sviluppo sostenibile e della Green Economy, aveva annunciato la costruzione di una centrale nucleare, sostenendo che proprio l’energia atomica potesse essere la chiave di volta per far crescere l’economia, senza rinunciare al nostro tenore di vita e senza dipendere dalle fonti fossiliper il nostro approvvigionamento energetico. Secondo questa concezione, infatti, le fonti rinnovabili non sarebbero ancora sufficienti a garantire il completo fabbisogno della nostra economia di mercato e della produzione industriale. Molti tuttavia, avevano criticato l’uscita di Obama, leggendovi una sorta di dipendenza dalla nuova lobby dei “nuclearisti”.

O forse a smuovere Obama verso la sua decisione finale è stato l’esempio del presidente delle Maldive Mohamed Nasheed che, salito sul tetto della sua residenza presidenziale, ha provveduto di persona ad installare dei pannelli fotovoltaici utili al fabbisogno di elettricità della residenza presidenziale. Nasheed non è nuovo ad iniziative del genere e la sua, anzi, è solo l’ultima in ordine di tempo: nell’ottobre scorso, ad esempio, era stato il promotore della prima riunione di un Consiglio dei Ministri tenutasi in seduta…subacquea. Lo scopo era sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulle tematiche dei mutamenti climatici e il conseguente innalzamento dei livello dei mari che metterebbero in serio pericolo il destino delle isole coralline presiedute da Nasheed. Non a caso lo stesso presidente ha promesso che il suo Paese diventerà una vetrina per lenergia rinnovabile, completamente “carbon free” entro il 2020.

Da Obama, quindi, premio Nobel “sulla fiducia”, e dagli Stati Uniti D’America che ambiscono al ruolo di guida e traino dell’ Occidente, era più che lecito aspettarsi un esempio concreto che avesse una indubbia risonanza anche in Europa e, chissà, magari anche in Italia. Sarebbe bello vedere i pannelli fotovoltaici sul tetto dei palazzi del nostro Governo o, meglio ancora, su quello di tutti i palazzi pubblici.

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