Terremoto L’Aquila, non dimentichiamo. Bambini ancora senza case né scuole

Otto lunghi anni da quel tragico 6 aprile 2009 in cui un violento terremoto distrusse per sempre la vita degli aquilani. Il ricordo delle vittime in una città non ancora ricostruita.

Otto lunghi anni da quel tragico 6 aprile 2009 in cui un violento terremoto distrusse per sempre la vita degli aquilani. Il ricordo delle vittime in una città non ancora ricostruita.

La marcia in silenzio e poi la lettura dei nomi delle 309 vittime del sisma. Un anniversario che arriva dopo il via libera al Senato alla conversione del decreto legge in favore delle popolazioni colpite dal sisma del Centro Italia dei mesi scorsi.

La storia de L’Aquila docet perché qui la gente continua ad essere senza casa e i bambini anche senza scuole. Distruzione e dolore che sono ancora vivi nella mente dei familiari delle vittime.

Tuttavia, la ricostruzione privata è a buon punto ma il rilancio economico è ancora parecchio lontano. Non aiutano neanche i nuovi sismi dei mesi scorsi che hanno colpito l’Italia centrale.

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Anche oggi una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata alle 5:30 tra Marche ed Umbria, in provincia di Macerata.

Le stime fatte dall’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra) e dall’ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc) dicono che il completamento nel comune dell’Aquila di centro storico e frazioni più importanti, è prevista per il 2020, quella dell’intero territorio comunale nel 2022, nei 56 comuni del cratere entro il 2025.

Tra i casi che fanno sicuramente discutere ci sono palazzo Margherita dove i lavori non sono mai iniziati e la frazione di Paganica, la più popolosa, dove sono partiti appena 16 cantieri.

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Molto rimane ancora da fare soprattutto in termini di messa in sicurezza.

“La ricostruzione procede troppo lentamente, per non parlare di quella sociale. L’Aquila oggi appare come una città composta da tante piccole realtà scollegate tra loro, dove non si è riusciti a creare integrazione e le case somigliano sempre di più a quartieri dormitorio. Soprattutto come possono gli aquilani guardare al futuro quando le case che dovevano esser rifugio post sisma cadono a pezzi?”, dice Francesca Aloisio, direttrice Legambiente Abruzzo.

“Noi con voi” è stato l’adesivo che in molti hanno incollato questa notte sul petto, in segno di solidarietà.

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“Ci auguriamo, pertanto che ci sia veramente un cambio di passo e che la ricostruzione de l’Aquila si l’occasione per progettare una città sicura che sappia essere allo stesso tempo sia antica, per la ricchezza di storia, cultura e monumenti, sia moderna, capace di vincere la sfida della sostenibilità”, conclude Aloisio.

Dominella Trunfio

Foto: Marsicalive

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