Lo strano caso dei 3 studenti italiani in finale al concorso di robotica negli Usa. Tutta la verità

Se la scuola non ha i fondi, si passa al piano B: una gara di solidarietà per consentire ai tre studenti napoletani dell'Istituto Tecnico Industriale "Augusto Righi", che si sono piazzati al secondo posto nella competizione aerospaziale "Zero Robotics" organizzata dal Massachusetts Institute of Technology e dalla Nasa, di poter andare negli Usa e partecipare alla fase finale del concorso.

Avevano fatto commuovere l’Italia. Per loro si erano mossi tutti, dalla Presidente del Senato, al ministro del Lavoro, a suon di hashtag #mandiamolialMIT. Sono i 3 studenti napoletani, ormai noti come i piccoli geni della robotica. Peccato che a Boston non dovevano affatto andare.

Le precisazioni arrivate dal Politecnico di Torino hanno ridimensionato di parecchio una storia apparentemente a lieto fine. Prima di tutto perché i ragazzi non sono affatto in finale (la competizione è solo alle fasi iniziali e la classifica che li vede in seconda posizione – preceduti tra l’altro da un Istituto di Trapani – è ancora provvisoria). Inoltre, la finale europea non avrà come sede Boston, bensì Alicante

Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

I vincitori del torneo 2018 non sono ancora stati decretati

Zero Robotics è un torneo tra studenti delle scuole superiori di tutto il mondo che si sfidano, suddivisi in tre aree geografiche (Europa + Federazione Russa, Americhe, Australia), nella programmazione degli SPHERES, piccoli satelliti sferici ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il torneo di quest’anno è ancora alle fasi iniziali e la classifica viene aggiornata in tempo reale seguendo i risultati dei successivi step della gara, fino alle fasi finali; i vincitori saranno decretati a metà gennaio 2019.

Tutte le 84 squadre attualmente in classifica sono quindi ancora in gara e non è possibile sapere ora chi parteciperà alla finale e ancor meno chi vincerà.

La finale per le squadre europee si svolgerà ad Alicante (Spagna), non al MIT di Boston

La finale vera e propria della competizione internazionale si svolge per tutti i partecipanti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in orbita terrestre; le finali vengono però trasmesse in diretta e tutti i concorrenti possono assistere da terra alle prove della gara in tre location definite: per le squadre europee e russe la finale di quest’anno è prevista ad Alicante (Spagna), per gli americani al MIT di Boston e a Sidney per l’Australia. Anche per l’anno precedente le finali per le squadre europee e russe si sono svolte in Europa, e in particolare a Torino. C’è la possibilità di assistere alle finali anche dalla sede del MIT, dove si svolge la finale a terra per le squadre americane, cosa che in passato alcune scuole anche italiane hanno fatto su base puramente volontaristica e reperendo autonomamente i fondi, in modo indipendente rispetto al concorso Zero Robotics.

Pensare che per loro era scatta una vera e propria gara di solidarietà. Mauro D’Alò, Davide Di Pierro Luigi Picarella, sono finiti su tutti i giornali, perché il loro sogno rischiava non avverarsi in quanto la scuola non poteva permettersi di finanziare il viaggio. Così è stato lanciato un appello per trovare gli 8mila euro, in teoria, necessari.

“Non è facile per le scuole italiane e del Mezzogiorno in particolare competere con le scuole dei grandi colossi economici mondiali nel settore della ricerca aerospaziale senza strutture adeguate e senza nemmeno i soldi per andare a Boston per la finale internazionale di una competizione”, hanno detto i ragazzi durante un evento pubblico al Circo Massimo.

All’appello ha prima risposto la redazione del Tg3.

“Volendo supportare intelligenza, studio e ricerca la redazione del Tg3 ha invece deciso di coprire i costi della trasferta dei 3 studenti che così potranno partire per gli Stati Uniti”.

Poi su Facebook è intervenuto il ministro Luigi Di Maio.

“Ho letto questa notizia che mi ha colpito molto. Abbiamo le menti migliori del mondo e poi ci mancano i soldi per far sviluppare le loro idee. È chiaro che dobbiamo dare più soldi alla scuola, all’istruzione, alla ricerca e cercheremo di fare il possibile per mettere maggiori finanziamenti nella manovra. Ma intanto è fondamentale dare un’opportunità a questi tre ragazzi che sono pronti a spaccare il mondo”.

E conclude:

“Così, d’accordo con tutti i parlamentari e i consiglieri regionali campani, abbiamo deciso di raccogliere la somma che serve per dare a questi tre ragazzi geniali la possibilità di realizzare il loro sogno”.

Anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha annunciato che metterà a disposizione i fondi e un’azienda privata, la Best western Italia.

Che dire… la trasferta al Mit non è sicuramente necessaria. E forse si è trattato di un semplice enorme equivoco. Siamo convinti che non ci sia malafede da parte dei ragazzi, che probabilmente volevano solo far avverare un loro sogno. E ci auguriamo, al di là di tutto, che possa continuare.

Davide, Mauro e Luigi, noi tifiamo lo stesso per voi!

Che andiate ad Alicante o a Boston.

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Dominella Trunfio

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