Cibo in scadenza? A Milano si dona ogni giorno a chi ne ha bisogno (INTERVISTA)

“Ghe n’è minga de ruera” è bel un progetto contro gli sprechi alimentari. Grazie al lavoro dei volontari si raccoglie il cibo in scadenza presso piccoli e medi esercenti e si distribuisce subito a chi ne ha più bisogno.

Ghe n’è minga de ruera” è bel un progetto contro gli sprechi alimentari. Grazie al lavoro dei volontari si raccoglie il cibo in scadenza presso piccoli e medi esercenti e si distribuisce subito a chi ne ha più bisogno.

Si tratta di un network virtuoso nato con lo scopo di lottare contro il grande spreco alimentare che purtroppo si compie quotidianamente nel nostro paese non solo nella grande distribuzione ma anche presso negozi ed alimentari più piccoli che ogni sera alla chiusura si trovano a dover buttare cibo in scadenza. L’idea è quella di recuperarlo con il doppio vantaggio di non sprecare nulla e di fornire un aiuto utile a chi fatica ad arrivare alla fine del mese.

Per fare questo, si mettono in contatto negozianti della piccola e media distribuzione e famiglie del territorio in difficoltà economiche. Quest’ultime, secondo i dati, sono circa 11mila con 21mila minori a carico. Un incontro vantaggioso per tutti possibile grazie al progetto Ghe n’è minga de ruera realizzato in collaborazione da Ciessevi – Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano e il Milan Center for Food Law and Policy.

Ad essere coinvolti saranno forni, fruttivendoli, pasticcerie, ristoranti e altre strutture che doneranno gratuitamente il cibo inutilizzato a famiglie già conosciute del territorio. Il tutto sarà certificato con bollini che garantiranno l’onestà del rapporto tra profit e non profit.

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Abbiamo chiesto a Francesco Aurisicchio di Ciessevi, Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano di raccontarci qualcosa in più su questo progetto. Ecco cosa ci ha detto:

Come è nata l’idea?

L’idea è nata da una serie di spunti e sollecitazioni giunte a Ciessevi Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano sul tema del recupero delle eccedenze: tante organizzazioni e cittadini sono già attivi nella Città Metropolitana su questo tema e chiedono al Centro Servizi un supporto per sciogliere alcuni aspetti di difficoltà, per fare meglio e fare sempre di più. Abbiamo pensato che il ruolo di Ciessevi potesse essere il sostegno ad una particolare azione di recupero delle eccedenze: quella di prossimità, di vicinato, che si occupa di recuperare e redistribuire, spesso in giornata, i prodotti freschi e freschissimi. Un progetto, insomma, che potesse dare forma e supporto allo slancio “spontaneo” dei cittadini, delle tantissime associazioni e dei commercianti milanesi che non accettano di vedere il cibo sprecato. Con questa semplice idea, è nato “Ghe n’è minga de ruera”, che in dialetto meneghino significa “non ce n’è di spazzatura”.

Chi si occupa concretamente di raccogliere il cibo?

Le Associazioni e le realtà non profit del territorio, veri e propri “avamposti della prossimità” che conoscono le potenzialità e le richieste del proprio territorio. Infatti, Ciessevi con Ghe n’è minga de ruera non inventa nulla. Da anni decine di realtà e volontari della nostra città (ma non solo) si danno da fare per ridistribuire il cibo di giornata invenduto. Vorremmo metterci al servizio di queste realtà, sia profit che non profit, dare loro visibilità, per capire con loro come poter fare sempre di più e sempre meglio questo splendido e spontaneo gesto di ridistribuzione, soprattutto farlo perfettamente a Norma di Legge Gadda, grazie alla consulenza dei nostri esperti in materia.

Come hanno accolto l’iniziativa i piccoli commercianti di Milano?

Man mano che il Progetto viene presentato in città, sia alle non profit, sia ai piccoli/medi commercianti, l’interesse cresce. Soprattutto perché le “botteghe” sanno perfettamente che l’invenduto che finisce nel cestino viene contabilizzato nei relativi Studi di Settore, falsando involontariamente il rapporto venduto/invenduto, raccontando scenari economici non veritieri. Gli stessi esercenti, soprattutto quelli piccoli, non toccati da iniziative simili che di solito riguardano la Grande Distribuzione Organizzata, vogliono veramente fare del bene, ma hanno poco tempo per approfondire le questioni legislative e burocratiche necessarie. Oppure spesso non conoscono realtà non profit interessate a ridistribuire l’invenduto. Qui, su questi punti specifici, scendiamo in campo noi del progetto Fare Non Profit di Ciessevi, creando formazione e creando, ove non già presente, opportunità di incontro tra profit e non profit.

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Quali sono le famiglie che usufruiranno del servizio?

Saranno quelle già servite dalle non profit, dalle mense e dai centri di ascolto della Città Metropolitana di Milano. Nessuno meglio delle Associazioni, infatti, può conoscere le necessità del territorio d’appartenenza. Ovviamente vigileremo sulla virtuosità dei passaggi, ma anche crediamo che il non profit cittadino abbia in sé un’onesta voglia di fare “bene il bene”, uno slancio spontaneo che aspetta solo d’essere aiutato a crescere, viralizzarsi, sempre di più, sempre meglio.

Prevedete di estendere a breve l’iniziativa? Dove?

Il nome del progetto, “Ghe n’è minga de ruera”, ha ovviamente un taglio spiccatamente milanese, ma fin da subito, grazie al sito dedicato Iononbutto.it l’iniziativa abbraccia idealmente, grazie a materiali d’approfondimento disponibili per il download gratuito, tutta Italia. Ovviamente oggi vogliamo impegnarci come Ciessevi a fare bene secondo il nostro mandato metropolitano, anche perché non dimentichiamo che nella sola città di Milano ci sono 11 mila nuclei familiari che faticano ad arrivare a fine mese, con circa 21 mila minori a carico.

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Speriamo che iniziative come questa si diffondano a macchia d’olio in tutto il nostro paese!

Foto: Cri Area Sud Milanese

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