Questo giovane pastore calabrese ha inventato il collare anti-lupi che salvaguarda capre e animali selvatici

Pietro Orlando è un giovane pastore calabrese che ha inventato un collare anti-lupi di 60 centrimetri a ultrasuoni, per salvare le sue capre.

Un giorno un lupo, di capra gliene ha uccisa una, così lui Pietro Orlando, giovane pastore del cuore dell’Aspromonte calabrese, ha deciso di creare un collare anti-lupo per difendere il suo bestiame, ma senza uccidere nessuno.

Un rapporto complesso quello tra pastori e lupi, vecchio come il mondo. Ma se da un lato, c’è chi vorrebbe vederli solo morti, dall’altro c’è chi vuole preservare sia le proprie capre che lo splendido lupo selvatico. Come Pietro Orlando, diciannovenne calabrese e studente universitario che in questi giorni, si è aggiudicato il premio Oscar Green 2019, promosso da Coldiretti Giovani Impresa, per la categoria Creatività.

Orlando tra un esame e l’altro all’Università di Agraria e al Conservatorio, si dedica alle sue capre e ogni giorno le porta al pascolo, da qui l’idea di creare il “Gioiello del Pastore”,che come spiega la Coldiretti, ha lo scopo di difendere il gregge dai lupi e che contribuisce anche alla difesa del lupo stesso, quale specie protetta. Si tratta di un collare lungo circa 60 cm, con un pezzo di cuoio (crucili), due piccoli fermi (chiaveddi), e un processore che emette ultrasuoni ad una frequenza che infastidisce il lupo. Un sistema non invasivo né per le sue capre, né per i lupi che senza bisogno di recinti elettrificati si mantengono a debita distanza dal gregge.

“La nostra lotta non è quella di uccidere il lupo, ma di salvaguardarlo perché il lupo deve stare lontano dagli animali e vivere come viveva una volta. Per fare una recinzione elettrificata per 40 capre aspromontane ci vogliono 70-80 ettari, quindi i costi sono molto elevati e non c’è l’efficienza. Con questo sistema c’è una doppia protezione”, spiega Orlando in un video realizzato in occasione del premio Coldiretti.

Fonti:Giovani impresa Coldiretti

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