Isole sostenibili nei Comuni d’Italia: parte il progetto CRESCO

Quando si dice passare dalle parole ai fatti. È proprio questa la motivazione che sta alla radice del progetto appena presentato a Milano e che è destinato a far parlare di sé un po' in tutt'Italia, anzi, potenzialmente in tutti i Comuni d'Italia, per farli crescere nella loro consapevolezza che green is better. Eh sì, perché Cresco, è questo il nome del progetto, intende dar vita a delle isole di sostenibilità lungo tutto il nostro bello, ma troppo spesso devastato territorio. Che di sostenibilità ha un grande, immenso bisogno.

Quando si dice “passare dalle parole ai fatti”. È proprio questa la motivazione che sta alla radice del progetto appena presentato a Milano e che è destinato a far parlare di sé un po’ in tutt’Italia, anzi, potenzialmente in tutti i Comuni d’Italia, per farli crescere nella loro consapevolezza che “green is better“. Eh sì, perché Cresco, è questo il nome del progetto, intende dar vita a delle “isole di sostenibilità” lungo tutto il nostro bello, ma troppo spesso devastato territorio. Che di sostenibilità ha un grande, immenso bisogno.

Di che si tratta? Intanto, per chi preferisce videoascoltare che leggere (si spera non tutti…), subito il link al video su Youtube realizzato per presentare il progetto Cresco-Crescita compatibile.

L’idea del progetto è questa: mettere insieme, in una vera e propria alleanza, da una parte le imprese e le università, dall’altra le amministrazioni pubbliche locali, i Comuni appunto, e i cittadini. Con l’obiettivo di trasferire dalle imprese e dalle università verso i cittadini e i Comuni le conoscenze, le buone pratiche, il modo di fare sostenibile, il know-how, ma anche solo i consigli per stili di vita che sappiano essere più verde e per politiche pubbliche che siano in sintonia con i principi e le istanze della sostenibilità: risparmio di energia, riduzione dei trasporti inquinanti e promozione della mobilità sostenibile, riciclo e riutilizzo a go-go. E poi anche la raccolta differenziata porta a porta, la spesa a chilometri zero, il teleriscaldamento urbano (che elimina le caldaie condominiali altamente inquinanti) e molto, molto altro ancora.

I promotori del progetto sono tanti e importanti. In primo luogo Sodalitas, la fondazione per il sociale di Assolombarda (l’associazione delle imprese lombarde, sul cui sito si possono trovare tutte le informazioni e i riferimenti del progetto Cresco), che da ben più di un decennio è profondamente impegnata su tutto quello che è responsabilità sociale e ambientale delle imprese, ma anche nel mondo non profit. In secondo luogo la Regione Lombardia, che sostiene il progetto, e il Politecnico di Milano, che ha messo a disposizione le sue competenze per elaborare dei piani di formazione e di sensibilizzazione che insegnino, stimolino, guidino i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni verso stili di vita e comportamenti sempre più green. E poi anche Legambiente, Cittadinanzattiva, l’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) e The Natural step.

Per chi non la conoscesse, The Natural step è un’organizzazione internazionale, che ha aperto anche in Italia qualche anno fa, che aiuta e supporta processi di cambiamento nel senso della sostenibilità. Un esempio? Visto che siamo in periodo di Olimpiadi invernali, eccone uno che casca a fagiuolo: sappiate, infatti, che The Natural step ha lavorato con il Comune di Whistler, in Canada, dove si svolgono le gare (Vancouver è sul mare), che è diventato un vero e proprio campione di politiche e pratiche sostenibili (per sapere tutto quello che rende green le Olimpiadi di Vancouver, a questo indirizzo sul sito ufficiale dei Giochi trovate un bel video che lo riassume efficacemente). E quando c’è stato da organizzare i Giochi olimpici, Whistler ha praticamente imposto a Vancouver il suo modo di fare green, come a dire: “O le Olimpiadi saranno green, o qui non le fate”, chapeaux!

Tornando alle caratteristiche del progetto, Cresco ha selezionato tre ambiti di sostenibilità in cui andrà ad operare: il primo, l’acqua e l’energia; poi, il riciclo e lo smaltimento dei rifiuti; infine, la mobilità sostenibile.

Per prima cosa si guarderà ai cittadini, in particolare ai giovani, agli studenti delle scuole, che verranno coinvolti in una quantità di iniziative dallo stile green: incontri, dibattiti, cinema e teatro, progetti. E si spiegherà loro quanto è importante avere comportamenti quotidiani rispettosi dell’ambiente e delle risorse naturali, dalla sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a basso consumo all’utilizzo di mezzi di trasporto (pedalare, gente, pedalare) che minimizzano l’impatto ambientale, a mille altri accorgimenti di cui non tutti sono consapevoli ma che possono contribuire grandemente a salvare questo piccolo pianeta.

Poi, in una seconda fase del progetto, verrà la volta delle aziende, che sono molte (23 hanno aderito fin dall’inizio del progetto) e molto importanti, imprese leader nei propri settori. Per non far torto a nessuno, ecco i nomi di tutte: Abb, Autogrill, Bpm, Bracco, Coca Cola, Edison, Enel, Centro ricerche Fiat, Ibm, Eni, Gruppo Falck, Henkel, Holcim, Indesit, Italcementi, Lexmark, Palm, Pirelli, Roche, Siemens Osram, STMicroelectronics, Telecom Italia, Vodafone. Le aziende dialogheranno con i Comuni per aiutarli e sostenerli nella realizzazione di iniziative e programmo ispirati alla sostenibilità, mettendo a disposizione le loro competenze, spesso assai elevate e specifiche, in fatto di processi produttivi, prodotti e tecnologie sostenibili. E magari aiutarli a diventare primi in classifica alla prossima edizione dei Comuni ricicloni o a farli diventare Comuni virtuosi, insomma a 5 stelle.

Le prime tre isole Cresco sono già state individuate, sono tutti Comuni lombardi, ma il progetto, come si diceva, si estenderà in tutt’Italia perché vuole realizzare una rete di amministrazioni green: sono Abbiategrasso, Carugate e Morbegno. Che hanno in comune, è proprio il caso di dirlo, una storia di particolare attenzione alla sostenibilità. Carugate, ad esempio, è stato il primo Comune in Italia, e il secondo in Europa dopo Barcellona, a decidere di dotare di impianti solari tutti i nuovi edifici.

È questo che s’intende per trasferire la sostenibilità dalla teoria alla pratica, dalle idee al territorio: decidere di fare qualcosa di sostenibile e trovare il modo migliore di farlo, con i compagni di viaggio più adatti. L’augurio è che le isole della sostenibilità crescano rapidamente e numerose per contaminare di verde i cittadini e i Comuni di tutt’Italia.

Andrea Di Turi


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