Eroi dell’anno: la ragazza che ha lasciato tutto per dedicarsi ai bambini orfani del Nepal

Nel 2005, Maggie Doyne, neodiplomata e in attesa di iniziare l’università, decide di prendersi un anno sabbatico per girare il mondo: il suo viaggio la porta fino in Nepal, dove incontra i piccoli orfani della guerra civile e decide di occuparsi di loro in modo stabile, cambiando per sempre la loro vita - e la propria.

Nel 2005, Maggie Doyne, neodiplomata e in attesa di iniziare l’università, decide di prendersi un anno sabbatico per girare il mondo: il suo viaggio la porta fino in Nepal, dove incontra i piccoli orfani della guerra civile e decide di occuparsi di loro in modo stabile, cambiando per sempre la loro vita – e la propria.

Diciotto anni, uno zaino in spalla, il sorriso sulle labbra e tanta voglia di scoprire il mondo: è così che, alla fine del liceo, Maggie Doyne lascia la sua casa del New Jersey e parte per un viaggio premio intorno al mondo. Un periodo immaginato come una boccata di vita e di libertà, prima di iniziare l’avventura del college, e che la ragazza ha già riempito di tante piccole attività di volontariato, appoggiandosi ad alcune organizzazioni non governative. Non sa ancora, non può sapere, che quel viaggio rivoluzionerà tutti i suoi progetti, ridisegnando completamente la sua vita.

Nel 2006, in un campo profughi dell’India, Doyne incontra una bimba nepalese che vuole tornare nel suo Paese – dove si è appena conclusa una guerra civile sanguinosa, durata un decennio – per rintracciare i suoi genitori. La ragazza decide di accompagnarla e così approda in Nepal, dove tocca con mano la povertà e la miseria lasciate dal lungo conflitto.

Nel piccolo Paese asiatico, Doyne incontra donne e bambini costretti a lottare ogni singolo giorno per sopravvivere: un’immagine che la colpisce profondamente e che la spinge a chiamare i suoi genitori, chiedendo loro di inviarle tutti i risparmi che ha accumulato durante il liceo lavorando come babysitter.

La cifra ammonta a circa 5000 dollari: quanto basta per comprare un appezzamento di terreno nel Surkhet, una regione ad ovest del Nepal, e per costruire, con il supporto della comunità locale, una casa per ospitare i bimbi resi orfani dalla guerra. La Kopila – in nepalese “germoglio” – Valley Children’s Home apre ufficialmente i battenti nel 2008. Oggi vi risiedono quasi cinquanta tra bambini e ragazzi, che non hanno una famiglia o dei parenti che si possano prendere cura di loro e che vi ricevono affetto, assistenza e sostegno, accuditi da persone che fungono da “zii” e “zie”.

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Dopo aver creato la casa famiglia, Doyne si pone subito un altro obiettivo, persino più ambizioso: fondare una scuola gratuita e di buon livello, che permetta anche ai bambini più poveri di ricevere un’istruzione. A questo scopo, la ragazza costituisce una ONG, la BlinkNow Foundation, per poter contare su una più ampia rete di volontari e sostenitori e dare basi più solide alla sua attività in favore dei bimbi nepalesi. Ed è così che, nel 2010, viene inaugurata la Kopila Valley Primary School, che oggi conta ben 350 studenti.

Oltre alla scuola e all’orfanotrofio, il lavoro dell’associazione fondata da Doyne ha permesso la creazione di una piccola clinica, per far sì che tutti i bimbi possano ricevere assistenza medica e cure adeguate, di un centro di consulenza per aiutare gli studenti a trovare la loro strada nella vita e di un centro dedicato alle donne. Tutte strutture realizzate per essere sostenibili e che sono alimentate in larga parte da energia solare.

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Oggi Maggie Doyne vive in Nepal, dove si occupa a tempo pieno dei “suoi” bambini. Un viaggio intrapreso a soli diciotto anni le ha rivoluzionato l’esistenza, trasformandola in un angelo custode per i più deboli, in un piccolo Paese lontanissimo dal proprio. Ma la ragazza tiene a precisare che non avrebbe mai potuto realizzare nulla di quanto ha fatto senza la collaborazione delle comunità locali.

“Ho imparato molto presto, fin dall’inizio, che non potevo arrivare qui e dire ‘Ecco, ho un’idea. Questo è ciò che faremo.’ Non funziona così.” – racconta Doyne“Il processo deve essere lento, deve essere organico. Deve provenire dalla comunità, nascere da un ‘noi’. Per me è importante sottolineare che questo è un progetto nepalese, che opera in favore del Nepal e della comunità locale.”

Per il suo lavoro straordinario e quasi decennale in favore dei bimbi del Nepal, Maggie Doyne è stata inserita dalla CNN nella Top 10 del premio Hero of the Year: tutti i finalisti potranno essere votati sul sito del network entro il prossimo 15 novembre e il vincitore verrà proclamato all’inizio di dicembre.

Lisa Vagnozzi

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