Essere un senzatetto ai tempi del Coronavirus: “siamo soli, invisibili e abbandonati”. La storia di Carlo

La storia di Carlo, il senzatetto di Firenze che racconta come si vive in strada ai tempi del coronavirus: mense chiuse e nessun alloggio

“Grazie per aver pensato a noi, a chi vive in strada perché non può restare a casa, visto che una casa non ce l’ha”. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di loro, dei senzatetto, un popolo che continua a essere invisibile nonostante l’emergenza coronavirus. Uno di loro, ci ha scritto per raccontare il suo mondo in spalla, fatto di paura e di incertezza per il futuro.

“Se un minimo, le persone provassero emozioni anche per gente come me, che non ha aiuti dal comune, che puzza, che dorme su una sedia al pronto soccorso, forse le cose andrebbero meglio per tutti”, ci racconta questo senzatetto che chiameremo Carlo.

Con la campagna #vorreirestareacasa abbiamo deciso di sposare una causa, quella di non rimanere indifferenti alla situazione dei clochard di tutte le città italiane. Mentre per la maggior parte delle persone, la preoccupazione è quella di impiegare il tempo a casa vista la clausura forzata, per i senzatetto il dramma è quello di mettere i piedi per terra ogni giorno.

Carlo vive a Firenze, non ha un lavoro e in questo momento è anche impossibile trovarlo.

“Siete stati i soli a pensare a chi come me, con asma, bpco cronica e polmonite in questo momento sta per strada perché non c’è accoglienza visto il virus, grazie.Per chi vive in strada non è una vera emergenza, non sono state prese posizioni o soluzioni precise, esempio aprire una palestra o strutture extra da adibire a posti per soggiornare durante il giorno”, racconta Carlo.

“Un semplice esempio? La Caritas chiusa senza neanche avere la possibilità di un vestito pulito di ricambio o farsi una semplice doccia. Una mensa qui a Firenze distribuisce il cibo in dei sacchetti per strada, ma siamo comunque esposti. Ogni tanto io riesco a racimolare un appoggio, ma in tanti vivono sempre su un marciapiede”, dice ancora.

Un popolo di invisibili a cui non vengono fatti tamponi, che inevitabilmente non rispettano distanza di sicurezza, che non hanno mascherine, guanti e a cui non vengono garantite neanche le più elementari norme igieniche.

“In tanti si spostano col bus mentre qui si parla di stare chiusi in casa. Il comune fa orecchie da mercante, ma tutto tace. Anche in emergenze come questa, noi rimaniamo invisibili vista anche l’indifferenza nei nostri confronti. Grazie a voi e speriamo che la situazione si sistemi e possa al più presto uscire da questa condizione e trovare un lavoro per diventare visibile.Grazie da Uno che vi segue barbone”.

Aiutiamo Carlo

Allora noi ci rivolgiamo alle associazioni che operano su Firenze, se qualcuno è in grado di aiutare concretamente Carlo e tanti altri amici senzatetto come lui (segnalare mense aperte, posti in cui è possibile fare una doccia o trovare riparo sicuro di giorno e di notte) o ancora se qualcuno può offrire un lavoro, può mettersi in contatto con noi inviando una mail a redazione@greenme.it, sarà nostra cura girare le informazioni direttamente a lui. Grazie a tutti quelli che non rimarranno indifferenti.

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