Quante (e quali) prede riescono ad acciuffare i gatti nel mondo? Le più comuni sono gli uccelli

Sono tra gli animali domestici più amanti, ma i gatti hanno anche un istinto predatorio che non scherza affatto. Catturerebbero oltre 2000 prede secondo quanto riscontrato da una nuova ricerca sulla base di centinaia di pubblicazioni, dati e libri

Non si può negare che i gatti abbiano un carattere unico con pregi e difetti. Sono animali domestici adorabili e allo stesso tempo sfacciati, ma guai a sottovalutare le loro grandi abilità. Al di là di quelle tenerissime fusa e di quel musino all’apparenza così innocente si nasconde un predatore capace di cacciare oltre 2000 specie differenti.

Lo rivela un nuovo studio scientifico apparso sulla rivista Nature Communications e condotto dall’Università di Auburn. Scienziati e proprietari di gatti sanno già da tempo che gli amici felini hanno l’istinto di catturare prede e portarle in casa. Ma quante e quali per l’esattezza?

Un team di ricercatori dell’ateneo statunitense ha indagato sulla dieta dei gatti consultano 533 precedenti pubblicazioni sul tema e scoprendo che i felini acciuffano complessivamente 2084 specie. 

Le prede più comuni sono gli uccelli e non è poi chissà che grande sorpresa. Del totale il 47,07% sono infatti uccelli, il 22,22% rettili, il 20,68% mammiferi. Seguono poi gli insetti con il 5,71% mentre l’ultimo posto è occupato dagli anfibi con il 2,74%.

I dati provengono in maggioranza dall’Australia e dal Nord America, dove le predazioni da parte dei gatti sono molto frequenti. Per arginare il fenomeno, proprio in alcune regioni dell’Australia è stato introdotto un vero “coprifuoco felino”.

Asia, Africa e America del Sud non risultano invece studiate approfonditamente. Gli esperti credono di conoscere il perché. In quei Paesi vivono molte specie feline autoctone. È possibile dunque che la fauna risponda meglio agli episodi di predazione e che gli stessi gatti domestici debbano fare i conti con predatori più grossi.

Nel corso della ricerca gli studiosi hanno voluto saperne di più anche dal punto di vista conservazionistico di queste 2084 prede. I ricercatori stimano che un buon 16,65% delle specie cacciate dai gatti siano classificate come vulnerabili o a rischio estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Si parla di 347 specie. Non tutte, però, compaiono nella Lista Rossa della IUCN. Un’indagine così ampia getta luce sull’impatto che i gatti hanno sull’ambiente se lasciati liberi di vagare.

L’elevata rappresentanza di specie di interesse conservazionistico nella dieta dei gatti (16,65%) è preoccupante dato che i gatti sono già stati collegati al 26% delle estinzioni di uccelli, mammiferi e rettili a livello globale e sono riconosciuti come una delle principali minacce per molte specie minacciate esistenti” osservano gli studiosi.

Controllare il proprio gatto domestico in un luogo circoscritto e sicuro potrebbe rappresentare una valida soluzione non solo per proteggere la biodiversità. Ricordiamoci che all’esterno i gatti non trovano solamente avventure all’ultimo grido, ma anche pericoli che possono mettere seriamente a rischio la loro vita.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Fonte: Nature Communications

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook