Greta parla a Davos e zittisce di nuovo i potenti del mondo: ‘La nostra casa è in fiamme’

'La nostra casa è in fiamme'. Con queste parole, il volto angelico e lo sguardo di chi sa vedere oltre, Greta ha puntato ancora una volta il dito contro i potenti del mondo, riuniti in questi giorni a Davos, in Svizzera per il World Ecomic Forum

‘La nostra casa è in fiamme’. Con queste parole, il volto angelico e lo sguardo di chi sa vedere oltre, Greta Thunberg ha puntato ancora una volta il dito contro i potenti del mondo, riuniti in questi giorni a Davos, in Svizzera per il World Economic Forum.

Cosa fareste se la vostra casa fosse in preda a un incendio? La piccola attivista di 16 anni, per nulla scoraggiata dal lungo viaggio in treno da sola – oltre 30 ore dalla Svezia a Davos – e dalle notti in tenda a -15° si è imposta ancora all’attenzione mondiale dopo aver zittito i grandi della Terra in Polonia, durante la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop24).

“È un evento molto importante, dove si ritrovano le persone più potenti al mondo, e sto andando lì, la mia intenzione è quella di attirare l’attenzione sul clima” ha detto appena scesa dal treno.

Di certo le sue parole non sono cadute nel vuoto ma hanno avuto una forte risonanza. Tra un intervento sul rallentamento della crescita cinese e uno sulla Brexit, la piccola ma grande Greta, con le sue innocenti treccine, ha accusato i governi di non avere a cuore la salute del pianeta e quella delle future generazioni.

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“Occorre agire immediatamente per il clima, come se la vostra casa fosse in fiamme” è stato il suo accorato appello. “Non voglio il vostro aiuto, non voglio che siate senza speranza. Voglio che andiate in panico, per sentire la paura che provo ogni giorno. È il momento di essere chiari: risolvere la crisi climatica è la sfida più grande e complessa che l’umanità abbia mai affrontato”.

L’inezia con cui è affrontato questo problema fa rabbia a Greta, che teme per il proprio futuro, per quello dei figli. Nulla è più importante per lei. Per questo ha deciso di fare il possibile per cambiare le cose.

Da agosto 2018, tutti i venerdì salta la scuola e si piazza davanti al Parlamento di Stoccolma col suo immancabile cartello: “Sciopero della scuola per il clima”. E non è affatto voglia di far vacanza, anzi.

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La sua protesta, forte, efficace, è stata presa come modello in molte città europee scatenando manifestazioni di sostegno a Greta e di protesta contro la scarsa attenzione riservata dai politici al dramma dei cambiamenti climatici.

Dormite, se potete” sembra voler dire Greta. La giovane ci ricorderà in ogni occasione possibile che il tempo per porre fine a questo scempio è quasi finito. Occorre cambiare rotta se non si vuole vedere naufragare il futuro di chi verrà dopo di noi.

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