Paese ritrovato: il primo villaggio italiano creato e pensato per i malati di Alzheimer

Si chiama Il Paese ritrovato, un luogo in cui le persone affette da Alzheimer e demenza possono vivere in autonomia, ma al tempo stesso avendo a disposizione assistenza e protezione. È stato inaugurato il 24 febbraio scorso a Monza ed è opera della Cooperativa La Meridiana

Si chiama Il Paese ritrovato, un luogo in cui le persone affette da Alzheimer e demenza possono vivere in autonomia, ma al tempo stesso avendo a disposizione assistenza e protezione. È stato inaugurato il 24 febbraio scorso a Monza ed è opera della Cooperativa La Meridiana.

Si tratta di un progetto innovativo con una solida base scientifica, realizzato in collaborazione col Politecnico di Milano, la Fondazione Golgi Cenci e il CNR.

Il Paese ritrovato è un vera e propria cittadina con vie, piazze, giardinetti, negozi, il teatro, la chiesa, la pro loco, l’orto e gli appartamenti. Un luogo a misura d’uomo, dove chi è affetto da queste patologie può avvicinarsi a una vita quasi normale.

All’interno, oltre agli operatori specializzati e al personale sanitario che accompagnerà la vita degli ospiti, è presente anche un sistema tecnologico avanzato che aiuterà a monitorare in maniera non invasiva efficacia la vita del Villaggio.

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Il Paese Ritrovato ospiterà 64 persone e si trova su un un’area di oltre 14 mila mq, di cui 5350 mq calpestabile, ossia la parte costruita. Il costo complessivo del villaggio è pari a circa 9,5 milioni di euro. Di questi, circa 6,5 sono giunti attraverso donazioni a cura di famiglie, cittadini, imprese, fondazioni, associazioni.

Un luogo pensato per le persone effette da Alzheimer, sempre più numerose. Nel mondo si stimano 24 milioni di malati. In Italia le persone colpite da demenza sono circa 1,2 milioni. Gli studi demografici prevedono che nel 2050 le persone malate di Alzheimer e di demenza saranno quadriplicate.

Al Paese ritrovato nulla è stato lasciato al caso. Ogni dettaglio è stato studiato, progettato e realizzato in funzione dello stato della persona malata, per cercare di assicurare una vita il più possibile confortevole, dai colori alle luci e agli arredi.

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Foto: Fabrizio Radaelli via Ilcittadinomb.it

“Anche gli aromi e profumi intervengono nel processo di cura e assistenza. Profumi che rimandano all‘ambiente naturale, che richiamano ricordi positivi e che possono incidere sull’umore e sullo stato d’animo” spiega la Cooperativa.

Non si tratta di trovare una cura specifica, certamente anche questo se occorresse ma di consentire alle persone con demenza e con Alzheimer di poter disporre della propria autodeterminazione, e di poter gestire la propria quotidianità in un ambiente consono ed adeguato alle proprie esigenze. Il fatto di essere in grado di vestirsi, fare la spesa, andare in chiesa o a teatro, rende la persona capace di ritrovare le dimensioni fondamentali della propria quotidianità cioè la dimensione fondamentale della vita” aggiunge Mariella Zanetti, Geriatra de La Meridiana.

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Secondo gli ideatori del progetto, quest’ultimo avrà importanti effetti sia sul piano della cura sia a livello scientifico. Sul piano della cura ci si augura che le persone colpite da demenza o in genere da un calo cognitivo possano vivere meglio e con minor stress. Dal punto di vista scientifico, la comunità accademica e gli esperti vogliono capire quale sarà l’effetto del Villaggio sulla persona malata e sulle relazioni familiari.

Francesca Mancuso

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