Food Not Bombs e la rivoluzione della carota. Come combattere le ingiustizie con il cibo vegan

Combattere la guerra, la povertà e la distruzione dell'ambiente con una carota? Cose da pazzi, direte voi. E invece no: è proprio questa la filosofia e la ragione di vita di Food Not Bombs, un movimento nato negli Stati Uniti nel 1980 per combattere gli sprechi alimentari attraverso un'azione diretta, nonviolenta e pacifista per cambiare la società in cui viviamo e ribadire che il cibo è un diritto e non un privilegio

Combattere la guerra, la povertà e la distruzione dell’ambiente con una carota? Cose da pazzi, direte voi. E invece no: è proprio questa la filosofia e la ragione di vita di Food Not Bombs, un movimento nato negli Stati Uniti nel 1980 per combattere gli sprechi alimentari attraverso un’azione diretta, nonviolenta e pacifista per cambiare la società in cui viviamo e ribadire che il cibo è un diritto e non un privilegio.

Oggi, a distanza di oltre 30 anni, Food Not Bombs si è fatto strada in tutto il mondo e recupera per gli indigenti cibo vegetariano o vegano in oltre 1.000 città grazie a centinaia di gruppi autonomi, che si vedono costretti ancora a chiedersi, con oltre un miliardo di persone che soffrono la fame ogni giorno, come sia possibile spendere anche solo un centesimo nella guerra. Non a caso, il simbolo del movimento è un pugno chiuso e levato verso l´alto, che stringe una carota.

Ma Food Not Bombs ci tiene a sottolineare di non essere un ente di beneficenza, anche se migliaia di volontari hanno lavorato incessantemente per porre fine alla fame, alla globalizzazione dell’economia, alle restrizioni ai movimenti delle persone, allo sfruttamento e alla distruzione della terra e dei suoi esseri, animali compresi. L’obiettivo è quello di limitare il potere dell’economia liberistae del capitalismo, denunciando emarginazione e povertà.

food not bombs

Tutto ebbe inizio a Cambridge, Massachusetts, nel 1980 per opera di attivisti anti-nucleari. Non c’erano capi formali, come non ce ne sono tutt’ora, e ci si sforzava di includere tutti nei processi decisionali. I ragazzi recuperavano cibo che altrimenti sarebbe andato buttato e serviva piatti vegan in spazi pubblici, a chiunque e senza restrizioni. Molti gruppi, oggi, condividono anche altri generi alimentari e organizzano iniziative di vario tipo a sostegno delle loro comunità.

E in Italia? Stando a quanto riporta il sito www.foodnotbombs.net, sono diversi i gruppi attivi lungo lo stivale, da Genova a Torino, passando per La Spezia (qui l’elenco diviso per città). Ma se nessuno si è ancora organizzato nel tuo territorio e hai voglia di diffondere la filosofia del movimento, Food Not Bombs mette a disposizione un libricino che rappresenta un incitamento all´opera di distribuzione di cibo gratuito e fornisce i consigli necessari per svolgere al meglio questa attività: dall’organizzazione di un punto di ristoro alle attrezzature utilizzare, passando per il tipo di pasti da preparare e il reperimento dei cibi. L’autore è Keith McHenry, co-fondatore del movimento.

Per leggere il libro clicca qui

Roberta Ragni

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