Il tricheco Freya è stato abbattuto: un’altra vittima in nome della nostra sicurezza

Alla fine anche Freya è stato abbattuto in nome della “nostra sicurezza”: al pinnipede, che era diventato un’attrazione nel fiordo norvegese di Oslo, è stata praticata l’eutanasia. Secondo le autorità era un pericolo per il pubblico. E, come spesso accade, a quanto pare non esisteva un’altra soluzione

Il tricheco Freya era pericoloso per gli esseri umani: con questa motivazione il pinnipede, diventato una sorta di attrazione nel fiordo di Oslo, è stato abbattuto tramite eutanasia. Le autorità norvegesi hanno ritenuto che questa fosse l’unica soluzione per tutelare la sicurezza umana.

Secondo quanto riportato dai media locali, la decisione di pratica l’eutanasia è stata presa dopo una valutazione generale che ha concluso come la vita e la salute delle persone potessero essere in pericolo.

La Direzione della Pesca stava valutando l’opzione da tempo. Nel corso della scorsa settimana aveva osservato diverse situazioni potenzialmente pericolose nella zona balneare di Kaditangen, tra cui lanci di oggetti contro il tricheco.

Il fatto che il tricheco sia diventato un’attrazione intensifica la necessità di ulteriori misure – scriveva la responsabile della comunicazione della Direzione Nadia Jdaini l’11 agosto – La nostra più grande paura è che le persone possano farsi male

Alcune persone erano state sorprese a cercarlo per farsi selfie e addirittura anche a farsi il bagno con l’animale.

Stiamo parlando di parecchie persone di tutte le età, che non seguono le attuali raccomandazioni di mantenere le distanze

spiega Jdaini

E quindi, poiché le persone non vogliono ascoltare le raccomandazioni,  e rischiano di mettere in pericolo se stesse, sono sempre gli animali a rimetterci, in questo caso (come in altri) la vita.

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Comprendiamo che questa decisione può creare reazioni tra il pubblico, – ma sono fiducioso che questa sia stata la decisione giusta – commenta all’emittente norvegese TV2 il Direttore della Pesca Frank Bakke-Jensen Ci preoccupiamo del benessere degli animali, ma la vita e la salute umana devono essere al primo posto

Secondo Bakke-Jensen, la speranza era che Freya si ritirasse dalle aree più popolate, ma continuava ad avvicinarsi sempre di più alle persone, le quali non facevano nulla per evitarlo, anzi. Si era anche pensato di spostare l’animale ma la soluzione appariva troppo complicata e non priva di rischi.

Per cui, come spesso dobbiamo constatare, la morte degli animali è sempre la soluzione.

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Fonte: TV2.no

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