Trasporto animali vivi: il Parlamento Ue ha perso un’occasione per fermare inutili sofferenze 

Via libera dal Parlamento alle nuove norme per il trasporto di animali vivi, ma serviranno davvero tutelare il benessere animale?

Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione che dovrebbe garantire migliori condizioni agli animali trasportati vivi, ma per quest’ultimi cambierà davvero poco. Le deboli raccomandazioni non riusciranno a risparmiare terribili sofferenze a milioni di vitelli e altri animali

Da tanto, troppo tempo, associazioni animaliste e cittadini europei chiedono regole più ferree per il trasporto degli animali vivi in Europa. È noto a tutti (e documentato da diverse inchieste), che mucche, maiali e altri animali d’allevamento sono sottoposti a tremende sofferenze e stress rinchiusi in camion e costretti a viaggi lunghi ed estenuanti. Vere e proprie odissee, che non di rado si concludono nel peggiore dei modi per alcuni esemplari che muoiono stremati dal caldo o dalla sete. Qualcosa, almeno sulla carta, l’Unione europea avrebbe potuto cambiarla per garantire il rispetto del benessere animale. Peccato, però, che le raccomandazioni approvate ieri dal Parlamento Ue siano una grande delusione per chi si batte per la tutela degli animali. L’Ue avrebbe potuto fare decisamente di più.

Per fare qualche esempio, i vitellini potranno continuare ad essere essere trasportati dalle 4 settimane di vita in su e costretti a patire la fame, la sete e lo stress termico che ha pensanti conseguenze sul loro sistema immunitario molto delicato. Inoltre, la risoluzione non legislativa appena adottata (con 557 voti a favore, 55 contrari e 78 astensioni) non prevede maggiori tutele per animali vulnerabili come i cuccioli non svezzati o le femmine gravide, che spesso partoriscono in condizioni disumane su camion o navi.

Crediamo che il Parlamento europeo abbia perso l’occasione di sostenere dei cambiamenti profondi e importanti e non sia riuscito a soddisfare le richieste dei cittadini. – sottolinea Alice Trombetta, Direttrice esecutiva di Animal Equality Italia – Ora le nostre speranze sono riposte nella Commissione europea, a cui affidiamo il compito di permettere la sostituzione del trasporto di animali vivi con un commercio di sola carne, carcasse e materiale genetico, non solo “per quanto possibile” come indicato invece nel testo del Parlamento.

Cosa prevede la risoluzione approvata dal Parlamento Ue

La risoluzione approvata ieri scaturisce da un’inchiesta del Parlamento, avviata nel giugno 2020 per indagare sulle presunte violazioni delle norme UE sul trasporto degli animali. Lo scorso dicembre la Commissione ANIT ha concluso che in troppe occasioni le disposizioni UE in questo settore non sono rispettate nei Paesi membri e non si tiene conto delle varie esigenze degli animali. Tra le violazioni documentate rientrano la mancanza di spazio sui veicoli, la non idoneità degli animali al trasporto e al sovraffollamento, i dispositivi di abbeveraggio inadeguati o la mancanza di acqua e cibo.

Per migliorare la situazione i deputati chiedono, quindi, alla Commissione e ai Paesi UE di intensificare i loro sforzi per rispettare il benessere degli animali durante il trasporto, di aggiornare le norme UE e di nominare un Commissario UE responsabile del benessere degli animali. Di seguito approfondiamo le richieste avanzate.

Limitare durata del viaggio e garantire temperature più adeguate

La risoluzione approvata dal Parlamento Ue stabilisce durata del viaggio per gli animali domestici che vanno al macello non dovrebbe superare le otto ore e il trasporto di animali gravidi dovrebbe essere limitato a un massimo di quattro ore durante l’ultimo terzo della gestazione. Inoltre, non dovrebbe essere consentito il trasporto per i vitelli di età inferiore alle quattro settimane, tranne in caso di trasporto effettuato dagli allevatori per una distanza inferiore ai 50 km.

Infine, viene richiesta l’installazione di un sistema di telecamere a circuito chiuso sui veicoli di trasporto, specialmente per le operazioni di carico e scarico. Un altro punto importante riguarda le temperature: le autorità nazionali dovrebbero approvare i piani di viaggio degli animali soltanto se la temperatura prevista per l’intera durata del viaggio è tra i 5ºC e i 30ºC.

E attraverso dei dispositivi dovrebbero essere monitorati anche i tassi di umidità e livelli di ammoniaca nei veicoli.

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Mettere un freno all’esportazione di animali vivi

I deputati hanno riconosciuto anche che al momento non esiste alcun sistema di controllo per il trasporto verso paesi terzi e chiedono ai Paesi UE di ispezionare tutte le spedizioni destinate ai viaggi lunghi verso paesi terzi in modo da assicurare che gli animali trasportati siano nutriti e idratati, che i dispositivi di abbeveraggio funzionino correttamente e che dispongano di spazio e altezza adeguati.

L’esportazione di animali vivi dovrebbe essere approvata soltanto nel caso in cui sia conforme agli standard europei sul benessere degli animali.

Favorire il trasporto di carne invece di animali vivi

Infine, l’ultima richiesta consiste nel favorire il trasporto di sperma o embrioni anziché di animali da riproduzione, e di carcasse e carne invece che di animali destinati al macello. I deputati si rivolgono alla Commissione, domandando di presentare un piano d’azione per sostenere questa transizione.

Il Parlamento Ue avrebbe potuto fare di più

Basterà questa risoluzione a garantire davvero il rispetto del benessere animale? Ovviamente la risposta è no. L’Ue avrebbe potuto impegnarsi di più. Di questo ne sono convinte diverse associazioni animaliste tra cui la Compassion in World Farming EU.

Siamo molto amareggiati, ma anche indignati per l’esito del voto – ammette Annamaria Pisapia, direttrice di Compassion in World Farming Italia – Non proibire il trasporto degli animali non svezzati? Non vietare il trasporto delle femmine gravide? Non vietare le crudelissime esportazioni di animali vivi? È semplicemente sconvolgente.

Il problema principale è che la maggior parte dei paesi terzi verso i quali l’UE esporta animali vivi presenta pochi o nessun standard di benessere per gli animali allevati e nessuno si avvicina a quelli dell’Unione. E, in assenza di divieto di esportazione, si continuerà a promuovere la violenza sugli animali all’estero.

Per invertire la tendenza e ridurre davvero la crudeltà Compassion in World Farming esorta la Commissione europea a includere le seguenti disposizioni nella proposta di revisione della legislazione dell’UE sul trasporto di animali, che verrà presentata il prossimo anno:

  • Vietare le esportazioni di animali vivi verso Paesi terzi con tutti i mezzi di trasporto e sostituirli con il commercio di carne, carcasse e materiale genetico;
  • Adottare misure per ridurre il trasporto di animali vivi all’interno dell’UE;
  • Vietare il trasporto di animali non svezzati;
  • Non consentire il trasporto di animali gravidi se è già trascorso più del 40% del periodo di gestazione previsto;
  • Consentire trasporti via mare solo con regole molto rigide, con sempre a bordo un veterinario e con possibili piani di emergenza in caso di necessità;
  • Fissare intervalli di temperatura entro i quali può avvenire il trasporto specie-specifici e per categoria (es. in lattazione/non in lattazione, al termine del ciclo produttivo, ecc.);
  • Introdurre limiti assoluti di viaggio di 4 ore per pollame e conigli e 8 ore per tutte le altre specie.

Solo con regole veramente più ferree e maggiore attenzione al benessere degli animali sarà possibile fermare inutili sofferenze (che si aggiungono già al triste destino che accomuna gli animali destinati al macello).

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Fonti: Parlamento UE/ Compassion in World Farming/Animal Equality Italia

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