Sopravvissuti a un incendio, 25 cavalli e asini rischiano di essere venduti all’asta o macellati in Sicilia

25 tra cavalli e asini rischiano la vita in Sicilia nel Ragusano dove potrebbero presto essere messi all'asta e uccisi nei macelli. Le associazioni italiane chiedono l'intervento del neo-presidente della trinacria Roberto Schifani affinché le loro sorti possano essere cambiate

Nel Ragusano la vita di 6 asini e 19 cavalli tenuti allo stato semi-brado all’interno del Parco Forestale di Calaforno è sul filo del rasoio, ancora una volta. Gli animali, usciti illesi già da un disastroso incendio che ha devastato l’area boschiva la scorsa estate, rischiano adesso di essere venduti all’asta o finire al macello, ipotesi entrambe inconcepibili.

Lo denuncia la LAV, la Lega Anti Vivisezione, dopo che il Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale della Regione Siciliana avrebbe deciso di disfarsi degli animali. La minaccia più che fondata è che i cavalli e gli asini possano venire acquistati da allevatori interessati alla loro carne.

Premessa la ovvia contrarietà della LAV a qualsiasi tipo di allevamento e di macellazione, riteniamo assurdo che un’area naturale non metta in atto una pianificazione controllata delle nascite animali affinché non si verifichi una potenziale necessità di ridimensionamento, afferma Nadia Zurlo, Responsabile Area Equidi LAV.

Nessun piano alternativo sembra essere stato preso in considerazione circa il mantenimento degli animali. È mai possibile che questa sia l’unica soluzione? Che questi cavalli e asini che già una volta hanno scampato la morte adesso siano nuovamente in pericolo?

L’associazione si appella al nuovo presidente della Sicilia Roberto Schifani affinché intervenga. La splendida trinacria ha tante azioni da dover intraprendere per tutelare gli animali nei suoi territori. Questa vicenda potrebbe essere il punto di partenza.

Presidente Schifani chiediamo il Suo urgente intervento per annullare l’asta pubblica, ridefinire il piano di interventi del parco, stanziare i fondi necessari per il mantenimento in vita di questi animali e in ultimo adottare una moratoria delle nascite attraverso mezzi naturali, come la separazione dei maschi dalle femmine, o attraverso la sterilizzazione dei maschi, conclude Nadia Zurlo.

Fonte: LAV

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