Runner morto in Trentino: tutto quello che sappiamo finora e cosa potrebbe accadere all’orso “sospettato”

La vicenda della morte del giovane runner morto in Trentino sta rimbalzando sui social e testate giornalistiche, riaccendendo la paura legata agli orsi. In realtà, però, non vi è ancora nessuna conferma che ad ucciderlo sia stato un plantigrado, anche se in tanti lo danno praticamente per scontato. In attesa che venga eseguita l'autopsia, proviamo a fare chiarezza, evitando di cadere nella disinformazione e generando allarmismi

La notizia del runner trovato morto in Val di Sole è ormai su tutti i giornali. È una tragedia che ha scosso l’Italia intera, specialmente gli abitanti del Trentino che vogliono vederci chiaro. Il corpo del 26enne Andrea Papi è stato rinvenuto privo di vita e ricoperto di ferite nel bosco, sopra l’abitato di Caldes. Sarà l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria, a fornire le risposte dal caso.

Nel frattempo, però, su alcune testate sono apparsi dei verdetti e si dà praticamente per scontato che a uccidere il ragazzo sia stato un orso. Il principale “sospettato” per i residenti locali è MJ5, il plantigrado che lo scorso marzo ha attaccato un escursionista in Val di Rabbi.

Ma cosa c’è di certo fino a questo momento e quali strade si prospettano per l’animale se l’ipotesi fosse confermata?

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La ricostruzione della vicenda

Per cercare di capire meglio la dinamica occorre ricostruire tutta la vicenda con gli elementi che abbiamo a disposizione finora. Il 26enne era uscito di casa mercoledì pomeriggio per andare a correre, come faceva nelle sue abituali sessioni di allenamento.

Il mancato rientro a casa ha messo in allerta la compagna, che ha chiamato le forze dell’ordine. A seguito della sua segnalazione, nella serata sono iniziate le ricerche parte dei carabinieri della compagnia di Cles, con le unità cinofile, e i Vigili del Fuoco volontari della zona. Poin nella notte è stata fatta la terribile scoperta: grazie ai cani molecolari, è stato individuato il cadavere del giovane in un bosco della Val di Sole.

Il corpo di Andrea Papi presentava profonde ferite. Tuttavia, non è ancora chiaro se il giovane sia stato aggredito e ucciso da grosso animale selvatico, che potrebbe essere per l’appunto un orso, o se abbia avuto un malore e, una volta a terra, sia stato sbranato. Come già anticipato, a chiarire le cause del decesso sarà l’autopsia, il cui esito dovrebbe arrivare proprio nelle prossime ore.

Cosa accadrà all’orso se fosse il responsabile della morte del runner?

In attesa che venga fatta luce sul drammatico accaduto, in tanti si stanno domandando qual è il destino che spetta all’orso se fosse davvero il responsabile della morte del giovane.

A seguito del ritrovamento del corpo di Andrea Papi a Caldes, a Trento si è riunito d’urgenza il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sulla vicenda è intervenuto il presidente del Trentino Maurizio Fugatti, facendo sapere di aver informato il Governo.

Siamo in attesa degli esiti scientifici su quanto accaduto e quindi, da persone serie, attendiamo l’esito finale che potrebbe arrivare nelle prossime ore o nella giornata di domani. – ha dichiarato – Nella sede del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ho informato quali saranno le decisioni che la giunta provinciale prenderà nel momento in cui tutti gli esami accertassero quanto si ipotizza.

Fugatti, però, non si è voluto sbilanciare facendo riferimento direttamente all’orso. La decisione verrà presa sulla base dei risultati dell’autopsia. Tuttavia, non è difficile immaginare cosa accadrà all’animale se fosse ritenuto il responsabile della morte di Andrea Papi. Nelle scorse settimane era stato, infatti, lo stesso Fugatti a dichiarare che la Provincia avrebbe proceduto alla cattura e all’abbattimento di MJ5, il plantigrado di 18 anni che aveva attaccato e ferito lievemente un escursionista in Val di Rabbi.

Contro questa condanna a morte si erano opposte diverse associazioni animaliste fra cui l’ENPA, l’OIPA la LAV, che si sono mobilitate sui social a difesa dell’orso.

Adesso, l’OIPA è tornata a ribadire che la strada da percorrere non è quella degli abbattimenti indiscriminati.

Occorre ricordare che esiste sempre un modo per convivere serenamente con gli animali che vivono nel loro habitat. Altre Regioni lo dimostrano. – sottolinea l’organizzazione animalista – Le istituzioni mettano un maggiore impegno nella diffusione d’informazioni utili a tal fine e attivino, con le categorie produttive, misure di salvaguardia nel rispetto della vita animale, tutelata dall’articolo 9 della Costituzione.

Se l’autopsia confermasse che aggredire il giovane è stato un plantigrado, si tratterebbe della prima persona morta a causa di un orso sul territorio italiano a seguito il processo di reinserimento avviato nel 1999 finanziato dall’Unione Europea. Insomma, non saremmo di fronte ad un’emergenza, ma ad un dramma isolato.

Invece di invocare gli abbattimenti e piani straordinari bisognerebbe impegnarsi per favorire la convivenza, sensibilizzando chi vive in aree dove gli orsi sono di casa.

Orsi e lupi sono animali particolarmente protetti da normative nazionali ed europee che prevedono tutti gli strumenti necessari per ottimizzare la convivenza e per evitare possibili situazioni conflittuali con le attività antropiche. – evidenzia l’ENPA – Pertanto, la richiesta di eventuali modifiche legislative, così come l’ipotesi di “fantomatici piani straordinari di contenimento”, sono finalizzate ad ottenere una revisione dello status di protezione di cui godono queste specie. Revisione finalizzata, a sua volta, ad una riapertura della caccia contro orsi e lupi.

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Fonti: ENPA/OIPA/AGI

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