Il lato nascosto dei souvenir esotici: 1175 ranger uccisi in soli 10 anni per aver lottato contro bracconaggio e traffico illegale

La loro "colpa" è quella di difendere animali e ambiente. Per questo sono stati uccisi. Negli ultimi dieci anni, secondo la Federazione Internazionale dei Ranger sono 1175 i ranger ammazzati dai bracconieri, ma il numero reale potrebbe essere persino fino a tre volte superiore

Un elefante vale 10 volte più da vivo che da morto. Ma forse pochi sanno che dietro la salvaguardia delle specie selvatiche si nascondono dei veri e propri crimini. E non solo nei confronti della biodiversità. Negli ultimi dieci anni, secondo la Federazione Internazionale dei Ranger sono 1175 i ranger uccisi dai bracconieri, ma il numero reale potrebbe essere fino a tre volte superiore.

Parliamo di uomini e donne che ogni giorno combattono i crimini di natura che non solo, hanno un impatto negativo sulla biodiversità, ma rappresentano anche una minaccia per la sicurezza, la salute e l’economia mondiale. Crimini connessi anche con il riciclaggio di denaro e soprattutto la corruzione.

Un report del WWF Italia dal titolo ‘Stop ai crimini di natura’, racconta cosa si nasconde dietro i souvenir non certificati che spesso acquistiamo durante un viaggio esotico. Parliamo ad esempio di corni di rinoceronti, pelli, avorio, corallo, ma la lista è davvero lunghissima. Dietro ognuno di questi oggetti potenzialmente si nascondono due crude verità: da un lato lo sfruttamento di specie selvatiche, dall’altro crimini contro i ranger che spesso vengono uccisi e massacrati dai bracconieri proprio perché cercano di fermare il traffico di animali vivi, morti o di loro parti (come l’avorio), la pesca eccessiva di specie protette o lo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Per questo, l’associazione ambientalista all’interno del report lancia anche una sorta di “Decalogo per i viaggiatori responsabili” mirato ad incoraggiare un turismo più responsabile e sostenibile.

“Tra le raccomandazioni principali nei viaggi esotici: non comprare souvenir non certificati, frutto di commercio illegale di fauna e flora protette, non raccogliere souvenir in natura per la smania di riportare conchiglie o altri ricordi, non alimentare il mercato delle foto ricordo con animali selvatici detenuti illegalmente da privati senza scrupoli. I crimini contro la fauna e flora selvatiche danneggiano fortemente l’economia dei paesi emergenti, basti pensare che le entrate legate al turismo portate da un singolo elefante durante la sua vita sono superiori a 175 milioni di dollari”, scrive il WWF Italia.

Dei difensori dell’ambiente ne abbiamo parlato tante volte. Il mercato del traffico illegale di specie selvatiche che poi alimenta il bracconaggio, ma anche la sopravvivenza di specie iconiche come il rinoceronte, la tigre e molte altre, è in continua espansione. E i dati ce lo confermano.

Secondo l’ UNODC World WISE Database, tra il 2014-2018 le specie più trafficate sono state il palissandro (31.7%) seguito dagli elefanti (30.6%) e dai pangolini (13.9%). Tra il 2014 e il 2018, il numero di confische di scaglie di pangolino è aumentato di 10 volte.
I ranger sono poi a lavoro anche contro la corruzione e le tangenti. Secondo l’Environmental Investigation Agency, in Asia, le tangenti costituiscono il 4-10% del valore di vendita finale all’ingrosso dell’avorio, mentre il riciclaggio di denaro è il crimine più comunemente connesso ai crimini di natura che come abbiamo detto non uccidono solo animali, ma anche persone. Basti pensare che 1 ranger su 7 viene gravemente ferito sul lavoro, con l’unica colpa di voler tutelare le specie selvatiche, il cui traffico illegale continua a minacciare l’economia globale.

Fonte: WWF Italia/ International Ranger

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