I rivenditori del Regno Unito non vogliono fermare il massacro dei pulcini maschi

I rivenditori del Regno Unito non vogliono porre fine al massacro di milioni di pulcini maschi ogni anno. Secondo agricoltori e aziende di allevamento il mercato britannico non è interessato a promuovere uova che provengono da filiere virtuose in questo senso

I rivenditori nel Regno Unito non vogliono lo stop al massacro dei pulcini maschi: lo affermano agricoltori e aziende di allevamento secondo le quali il mercato britannico non è interessato a promuovere uova che non contribuiscono all’uccisione dei pulcini maschi.

L’abbattimento su scala industriale dei pulcini indesiderati è una crudele pratica, purtroppo comune in tutto il mondo, con 330 milioni di maschi schiacciati o gasati ogni anno in Europa, di cui 29 milioni nel Regno Unito.

Per l’industria, infatti, la vita di questi esseri innocenti non ha utilità in quanto i galletti non possono deporre uova né essere ingrassati abbastanza rapidamente da essere venduti per la loro carne. Ma gli agricoltori possono evitare l’abbattimento di massa grazie alla tecnologia di allevamento già in uso in Francia e Germania.

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La Germania ha introdotto una legge per vietare l’uccisione di pulcini maschi all’inizio di quest’anno del 2022, e anche il nostro Paese si avvia verso una medesima legge.

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Ma in UK una simile regolamentazione non esiste. Eppure il modo per evitare il massacro esiste. Respeggt, fornitore tedesco di servizi di sessazione delle uova, utilizza infatti il suo processo brevettato per identificare e prevenire la schiusa dei pulcini maschi.

In particolare, al nono giorno di incubazione, una piccola goccia di liquido viene estratta dalle uova e analizzata. Una volta che gli incubatoi sanno quali uova si schiuderanno in pulcini maschi, possono riutilizzarle per altri usi.

Purtroppo però, le aziende di allevamento affermano che i supermercati del Regno Unito, finora, non sono interessati a promuovere le uova che non contribuiscono all’uccisione dei pulcini maschi.

Stiamo cercando di entrare nel Regno Unito, ma finora non abbiamo avuto successo – spiega a The Guardian Carmen Uphoff, CEO di Respeggt – La vendita al dettaglio sostiene che non c’è domanda da parte dei consumatori, quindi gli incubatoi e i centri di confezionamento affermano che non c’è domanda da parte dei rivenditori

Un girotondo infernale per il quale a rimetterci, come al solito, sono esseri innocenti, che hanno la sola “colpa” di essere nati maschi.

Stiamo cercando di parlare con tutti, ma il problema con il Regno Unito è che le persone non sanno da dove provengono le uova

Forse c’è interesse a mantenere i consumatori all’oscuro su cosa avviene davvero nella catena di approvvigionamento delle uova?

Piggotts Poultry Breeders, una piccola azienda a conduzione familiare nell’Hertfordshire, l’unica  azienda del Regno Unito che vende polli ovaioli ottenuti da uova utilizzando la tecnologia di Respeggt, ha venduto finora circa 6.000 polli a piccoli allevatori ma ha anche rilevato come i rivenditori in generale temano un danno di immagine se i consumatori comprendono meglio la catena di approvvigionamento delle uova.

Il British Retail Consortium ha affermato che i rivenditori continuano a lavorare con gli allevatori per migliorare il benessere delle galline ovaiole e continuare a considerare tutte le ricerche che potrebbero migliorare ulteriormente gli elevati standard attualmente in vigore.

Ma il British Egg Industry Council, contattato da The Guardian per un commento, finora non ha risposto.

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Fonte: The Guardian

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