Pesce porco, perché si chiama così il raro squalo che si trova anche nei nostri mari

Le immagini del pesce porco spiaggiato all'isola d'Elba hanno sollevato la curiosità: che pesce è e perché si trova nel nostro mare?

Ve lo ricordate? Le immagini del pesce porco spiaggiato sull’isola d’Elba avevano sollevato la curiosità di molti: di che pesce si tratta e perché si trova nel nostro Mar Mediterraneo?

Erano diventate virali sui social le immagini provenienti dall’Isola d’Elba di un esemplare di Oxynotus Centrina, comunemente chiamato pesce porco o squalo che grugnisce, rinvenuto morto all’interno della darsena medicea di Portoferraio. Si tratta di un pesce tutt’altro che comune sulle nostre coste – cerchiamo di capire un po’ di più sulla sua specie e sull’origine del suo bizzarro nome.

Questo squalo è maggiormente diffuso nell’Oceano Atlantico, nella Baia di Biscaglia (in Spagna) e in Cornovaglia (Regno Unito) ma anche sulle coste dell’Africa occidentale, come in Senegal. Vive in acque profonde (fra i 100 e i 700 metri di profondità), ma il riscaldamento globale e l’innalzamento della temperatura dei mari stanno modificando il suo habitat, spingendolo spesso verso territori finora non battuti – come le coste del Mediterraneo, dove è stato ritrovato l’esemplare negli scorsi giorni.

(Leggi anche: Scoperti enormi squali bioluminescenti che brillano nell’oscurità delle profondità marine)

Alla nascita è lungo meno di 25 centimetri ma può arrivare, da adulto, fino a un metro e mezzo di lunghezza. Il corpo mostra una forma particolare, ossia è curvo e molto elevato a livello dorsale, anche grazie ad una voluminosa e ampia pinna dorsale; la sua pelle, che ricorda molto quella di un comune squalo, è di colore grigio marrone, caratterizzata da puntini chiari. Non è un gran cacciatore: si nutre infatti di molluschi, crostacei e piccoli pesci, ed è innocuo per l’uomo. La sua peculiarità, tuttavia, è il verso molto simile a un grugnito che questo squalo emette e che gli ha fatto ottenere il soprannome di pesce porco.

Si tratta purtroppo di una specie a rischio di estinzione (è inserito nella red list dell’IUCN come animale vulnerabile): come anche per altre specie di squali minori, per gli esemplari di questa specie non esistono azioni di tutela specifica, soprattutto legale, perché resta difficile valutare l’effettivo stato della specie nelle zone dove la stessa appare ancora diffusa.

Vivendo sui fondali marini, inoltre, è spesso vittima collaterale della pesca a strascico o è spesso ferito dagli scafi delle navi. In alcune zone del mondo, invece, viene considerato un pesce commestibile e viene pertanto venduto fresco o surgelato, salato od essiccato. La carne, in alcuni paesi, sembra che venga anche affumicata e messa sott’olio. Oltre alla carne, vengono utilizzati la pelle (per produrre una sorta di carta abrasiva) e il fegato (per l’estrazione di olio).

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Fonte: Commissione Europea / GBIF

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