Orso marsicano investito sull’A25. Bisogna subito mettere in sicurezza l’autostrada se non vogliamo perdere per sempre questa specie

Un orso marsicano è stato investito e ucciso sull'A25 in Abruzzo. E' urgente mettere in sicurezza le barriere autostradali

Un orso marsicano è morto investito sull’Autostrada A25 e non è certo la prima volta che accade. Anzi, proprio a causa dell’incuria di barriere e altri sistemi che dovrebbero scoraggiare questi animali e non farli arrivare sulla strada, rischiamo di perdere l’orso marsicano per sempre.

A segnalare quanto accaduto è il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che ha pubblicato un comunicato in cui fornisce alcuni dettagli sull’incidente che ha coinvolto l’orso:

Questa notte alle ore 3:00 circa è stato investito un orso bruno marsicano sulla carreggiata della A25 in direzione Pescara al Km 94+700 ricompreso tra gli svincoli di Avezzano e Celano. Il veicolo che ha impattato con l’animale che si presume essere di grosse dimensioni ha proseguito senza fermarsi. L’orso, un maschio subadulto di 3-4 anni, non era marcato né radiocollarato. Solo dai risultati delle analisi genetiche, che arriveranno non prima di un mese, sarà possibile comprendere se l’orso era già stato geneticamente censito dai tecnici del Parco e dalla rete di monitoraggio.

Avete letto bene. L’uomo alla guida non si è fermato e non ha segnalato l’uccisione dell’orso che è avvenuta in una delle aree chiave per la sopravvivenza di questa specie. Ma dell’inciviltà umana ormai, purtroppo, non ci stupiamo più.

Naturalmente, l’orso non doveva avere la possibilità di arrivare sull’autostrada, così come tanti altri animali selvatici che è nostro dovere proteggere. In questi anni sono stati segnalati molti attraversamenti, non solo da parte di orsi ma anche di cervi, caprioli e lupi.

La messa in sicurezza delle barriere protettive che dovrebbe essere una priorità, evidentemente non lo è, come testimonia questo ennesimo incidente che, come altri avvenuti in passato, espone a gravi rischi anche gli automobilisti stessi.

Una morte che poteva e doveva essere evitata, anche considerando che per gli orsi incidenti come questi possono segnare la fine della loro specie.

Il WWF segnala che dei 129 orsi morti tra il 1970 e il 2021, solo il 20% sono deceduti per cause naturali, il restante 80%, indovinate un po’,  sono stati vittime, dirette o indirette, dell’uomo. 13 gli orsi investiti e uccisi mentre attraversavano la strada.

Nonostante le molte promesse fatte nel corso degli anni relative ad interventi e lavori sull’Autostrada dei Parchi proprio per evitare questo tipo di incidenti, ben poco concretamente è stato fatto. 

Ma ora, considerando che rimangono circa 60 orsi marsicani, la completa messa in sicurezza dei tratti a rischio attraversamento da parte di animali selvatici è un’urgenza e non si può più rimandare.

Come ricorda il WWF:

Già lo scorso anno l’A25 fu attraversata dall’orsa Amarena e dai suoi 4 cuccioli, e la tragedia fu evitata per miracolo. Miracolo che non accadde invece nel 2013, quando un giovane orso fu investito e ucciso sull’A24 all’altezza di Tornimparte. Nel 2021 non è accettabile perdere uno degli ultimi orsi marsicani per la noncuranza di enti e istituzioni. 

Una situazione che, come già detto, se non viene arginata, potrebbe favorire l’estinzione della specie:

A causa di inadempienze e ritardi nel mettere in atto i corretti accorgimenti per evitare eventi simili stiamo portando la popolazione dell’orso più raro d’Europa, simbolo della biodiversità italiana, verso l’estinzione. Una media di 2,5 orsi deceduti all’anno, un numero purtroppo drammatico per una popolazione che conta solamente circa 60 individui – scrive il WWF.

Quello che va fatto subito è molto evidente e lo ricorda anche lo stesso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise:

Quanto avvenuto sottolinea ancora una volta, semmai ce ne sia il bisogno, l’importanza e l’urgenza con la quale deve essere messa in sicurezza l’autostrada A24/A25, per il bene delle persone e della fauna selvatica. 

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Fonte: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise / WWF

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