Milioni di cavallette hanno invaso di nuovo la Sardegna, raccolti “in fumo” con effetti peggiori di un incendio

Più di 20mila ettari di terreni invasi letteralmente dalle locuste. La Sardegna e Nuoro sono nuovamente sotto attacco delle cavallette che in meno di ventiquattr'ore sono in grado di distruggere il raccolto di un intero campo, mandando in fumo mesi di lavoro e di investimenti

È il quarto anno consecutivo e non pare voglia placarsi l’ondata di cavallette, milioni e milioni, che divorano i raccolti delle campagne della provincia di Nuoro: da Noragugume a Bolotana, e poi Illorai, Olzai, Teti, Sarule, Sedilo, fino alla confinante Barbagia di Nuoro, a Ottana, nella cui piana si trova probabilmente l’epicentro dell’invasione.

Una terribile proliferazione di locuste che sta interessando 25mila ettari di terreni in Sardegna dove il loro passaggio distrugge il raccolto di un intero campo, mandando in fumo mesi di lavoro e di investimenti come se fosse un incendio.

Le cavallette essendo polifaghe – spiegano da Coldiretti – colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini provocando una vera catastrofe biologica che sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende, ma anche allevamenti che in pochi giorni vedono sparire il foraggio necessario per gli alimenti costringendoli ad ulteriori spese per l’acquisto del mangime.

Come contrastare l’invasione di cavallette

L’unica arma, efficace e biologica, per contrastare l’invasione delle cavallette sono i predatori naturali, come gli uccelli, che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che dalle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino.

cavallette

©Coldiretti

La Coldiretti aveva infatti puntualmente proposto come soluzione una lavorazione dei terreni superficiale, operazione che sarebbe già sufficiente a distruggere una grande parte delle uova. Le cavallette, infatti, depongono le uovo a giugno e preferibilmente nei terreni incolti, e per rimuoverle – secondo uno studio dell’ università di Sassari – non occorre un’aratura profonda ma basta smuovere la terra superficialmente. Si sta anche studiando l’impiego di specifici insetti anti-cavallette che si nutrono delle uova e di particolari funghi che attaccano le larve mentre si lavora ad una app per segnalare tempestivamente la presenza delle locuste nei campi. Anche perché con l’arrivo del caldo si moltiplicherà la schiusura delle uova e il numero delle cavallette

Le condizioni climatiche agevolano uno sviluppo anomalo di questo insetto e a favorire l’invasione sono gli effetti di un 2022 che – sottolinea la Coldiretti – con un inverno mite e precipitazioni praticamente dimezzate, e temperature superiori di 0,5 gradi rispetto alla media, secondo Isac Cnr.

Sono anche questi gli effetti dei cambiamenti climatici che a livello globale hanno favorito il ritorno anomalo di “invasioni bibliche” in molti continenti ma anche la diffusione di insetti alieni in Italia che causano danni per almeno un miliardo all’anno all’agricoltura con gravissimi effetti sul piano ambientale, paesaggistico ed economico, dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, dal cinipide galligeno, che ha fatto strage di castagni, al punteruolo rosso che ha decimato le palme.

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Fonte: Coldiretti

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