Alghe nell’alimentazione delle mucche: così si riduce il 99% delle emissioni di metano

Introdurre le alghe nell'alimentazione delle mucche per ridurre le emissioni di metano del 99%. è questa l'idea, considerata rivoluzionaria, per arginare il grave problema dell'inquinamento legato all'allevamento e al consumo di carne da parte dell'uomo

Introdurre le alghe nell’alimentazione delle mucche per ridurre le emissioni di metano del 99%. è questa l’idea, considerata rivoluzionaria, per arginare il grave problema dell’inquinamento legato all’allevamento e al consumo di carne da parte dell’uomo.

I ricercatori dell’Università James Cook of Queensland, in Australia, hanno scoperto che l’aggiunta di una piccola quantità di alghe secche (appena il 2%) alla loro normale alimentazione a basa di erba può quasi azzerare le emissioni di metano.

Lo studio si basa sull’esperienza di un contadino canadese che nel 2012 scoprì che i bovini che consumavano alghe non solo erano generalmente più sani rispetto agli altri ma godevano di un ciclo di accoppiamento più lungo. I ricercatori Rob Kinley e Alan Fredeen hanno successivamente confermato i risultati, sostenendo che il consumo, anche minimo di alghe, abbatteva drasticamente le emissioni di metano.

Un’ulteriore conferma arriva anche dallo studio australiano, guidato dal prof. Rocky De Nys in collaborazione con l’Organizzazione per la ricerca scientifica e industriale del Commonwealth.

Il team di ricerca ha testato 20 specie di alghe esaminando la loro reazione con i batteri presenti negli stomaco delle mucche. Hanno scoperto che una specie chiamata Asparagopsis Taxiformis è stata particolarmente efficace nel ridurre le emissioni di metano delle mucche e se costituiva solo il 2 per cento della dieta animale, era in grado di ridurre le emissioni del 99 per cento.

Le emissioni legate al consumo di carne sono quelle che maggiormente incidono sulla salute del pianeta. Uno studio addirittura stimò che l’industria della carne inquina più delle multinazioniali del petrolio.

Il metano, come sappiamo, viene rilasciato anche dalle flatulenze dei bovini, come sottoprodotto della loro digestione. Le mucche, con l’aiuto dei batteri presenti nello stomaco, digeriscono il cibo attraverso un processo chiamato fermentazione enterica, che consente loro di avere una dieta basata anche sulla cellulosa. Ciò però comporta la produzione di metano in grandi quantità, pari a 200-500 litri al giorno per animale.

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Di certo, cambiare l’alimentazione delle mucche non sembra di certo essere la migliore soluzione per il pianeta. L’allevamento dei bovini a scopo alimentare, sia per la carne che per il latte, presuppone altri processi inquinanti che di certo non possono essere risolti aggiungendo le alghe.

Basti pensare che l’allevamento produce anche grandi quantità di biossido di carbonio, derivante dal taglio delle foreste per convertire i terreni a pascolo e a colture per i mangimi. Al contrario, la produzione di frutta, verdura e legumi non genera tanto inquinamento.

Anche in termini di salute il consumo di carne andrebbe ridotto al massimo, se non del tutto evitato. Solo così il pianeta potrebbe davvero risollevarsi dalla catastrofe climatica in cui è piombato.

Francesca Mancuso

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