Milioni di “animali fantasma” nelle nostre città: solo un comune su tre si sta impegnando per tutelare il loro benessere

Come vivono i nostri amici a quattro zampe in Italia? Putroppola nostra nazione è fortemente indietro nella sfida di garantire il benessere animale in città. Sono davvero pochi i comuni virtuosi che si sono distinti per i loro interventi mirati ed efficaci nel 2021

No, i cani e gatti che vivono nelle nostre città non sono adeguatamente tutelati. Soltanto meno di un comune su 3 ha raggiunto performance appena sufficienti nel corso del 2021. Continuano ancora ad esserci troppi ritardi relativi alle sterilizzazioni e scarsa prevenzione, oltre a evidenti disparità territoriali. A restituirci questa desolante fotografia è il XI rapporto di Legambiente dal titolo “Animali in città”, che indaga sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie per la gestione degli amici a quattro zampe e la qualità della nostra convivenza con animali selvatici in contesti urbani.

Quest’anno a rispondere in modo esaustivo all’indagine di Legambiente sono state 986 Amministrazioni comunali (circa il 50% rappresentato dai Comuni capoluogo) e 42 Aziende sanitarie.

Quattro le macroaree di valutazione delle performance: quadro delle regole (regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali), valido solo per i Comuni; risorse impegnate e risultati ottenuti; organizzazione delle strutture e servizi al cittadino; controlli. In base a questi criteri, l’associazione Legambiente ha assegnato il Premio nazionale “Animali in Città 2022” ad alcune delle realtà virtuose nell’offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione.

“Si acceleri sulla nascita dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali, in cui convoglieranno le informazioni delle banche dati regionali, come annunciato dal Ministero della Salute con un decreto da adottare entro marzo 2023” chiede Legambiente.

https://www.facebook.com/legambiente.onlus/posts/pfbid02Leg7qCUpc2MspUk7yTYxavjMEUneXhJLbpxwNnZptLufbkRa7Qutord1zoAiJ7nHl

Scarsi investimenti e pochi animali iscritti all’anagrafe

I dati relativi al 2021 non sono affatto confortanti. Infatti, il 39,6% delle Amministrazioni comunali ha dichiarato di aver attivato l’ufficio o un servizio appositamente dedicato al settore e l’83% delle Aziende sanitarie di avere almeno il canile sanitario e/o l’ufficio di igiene urbana veterinaria (in 3 casi anche l’ospedale veterinario). Nonostante questo, ancora oggi poco meno di una su tre (il 30,8%) delle Amministrazioni comunali raggiunge una performance almeno sufficiente, mentre più di quattro su cinque (l’85,7%) delle Aziende sanitarie fa lo stesso.

Il resto non risponde o mostra una performance che va da insufficiente a pessima. In crescita rispetto allo scorso anno – in base al campione rispondente – i costi sostenuti nel 2021 da Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie per i servizi ai cittadini e gli amici a quattro zampe: quasi 219 milioni di euro (nel 2019 era di circa 193 milioni). – si legge nel report Legambiente – Pari a 73 volte la somma impegnata dall’Italia per la gestione di tutti gli animali confiscati e a 219 volte la somma impegnata in Italia per cura e recupero di tutti gli animali selvatici feriti. Rispetto alla spesa media pro capite si attesta a circa 2,9 euro/cittadino per le amministrazioni comunali (in crescita rispetto lo scorso anno che era di 2,4 euro) e di 0,81 euro/cittadino per Aziende sanitarie. I Comuni dichiarano di spendere il 61,9% del bilancio destinato al settore per la gestione dei canili rifugio.

Deludenti anche le cifre che si riferiscono all’anagrafe canina. Soltanto 290 Comuni che hanno risposto (pari al 29,4%) dichiarano di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio (1.197.226 cani) e solo 228 Comuni (il 23,1%) di conoscere il numero delle nuove iscrizioni avvenute nell’anno 2021 (pari a 89.583 cani).

Oltre il 70% delle amministrazioni comunali non è stato in grado di fornire nessun dato. Decisamente critica la situazione che riguarda i cani randagi o padronali, che rappresentano il più significativo costo economico a carico della collettività.

Secondo il sondaggio del cigno verde, nei Comuni, nel 2021 in media ogni 10 cani catturati 9 hanno trovato felice soluzione tra restituiti ai proprietari, dati in adozione e/o reimmessi come cani liberi controllati. Numeri insufficienti per una politica seria di controllo demografico anche quelli della prevenzione del randagismo tramite sterilizzazione delle popolazioni, padronali e non padronali, di cani e gatti: meno della metà delle Aziende sanitarie, il 47,6% del campione, dichiara di effettuare azioni a riguardo.

Nel 2021 si contano appena 4.307 cani e 19.595 gatti complessivamente sterilizzati. Si pensi che, solo nel 2021, il numero dei cani dichiarati entrati nei canili sanitari è di 30.595, dei gatti dichiarati entrati nei gattili sanitari di 16.259 e presenti nelle colonie feline di 338.985 (di cui quasi il 50% dichiarato non sterilizzato). Rispetto alle aree dedicate agli animali d’affezione solo il 25,76% dei Comuni ha dichiarato di avere spazi dedicati, con una media di uno spazio dedicato ogni 9.423 residenti.

Inoltre, nel 2021 solo il 37,4% delle amministrazioni comunali dichiara di avere un regolamento per la corretta detenzione degli animali in città, solo il 20,2% regolamenta l’accesso ai locali pubblici e negli uffici in compagnia dei propri amici a quattro zampe e solo il 7,8% ha approvato regolamenti per facilitare con agevolazioni fiscali o sostegni le adozioni dai canili.

Ma anche la regola migliore necessita di un adeguato e regolare controllo: rispetto a questo focus solo il 33,4% dei Comuni dice di aver effettuato specifici controlli e il 45,4% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip, mentre il 95% delle Aziende sanitarie dichiara di intervenire per il rispetto delle regole e il contrasto del maltrattamento degli animali.

I comuni più virtuosi nel 2021

Il nostro Paese è decisamente indietro in quanto a tutela del benessere animali di cani e gatti che vivono nelle nostre città, ma per fortuna non mancano i comuni che si stanno impegnando. Come ogni anno, Legambiente ha deciso di riconoscere il premio nazionale “Animali in Città” alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che si sono distinte per le performance migliori relativi ai servizi offerti agli amici a quattro zampe.

Dall’analisi dei dati ricevuti dai Comuni, i premiati del XI rapporto nazionale sono:

  • Prato, Modena e Verona, in quanto primo, secondo e terzo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i 986 comuni che hanno fornito dati;
  • Latina, quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi al quadro delle regole, tra tutti i 986 comuni che hanno fornito dati;
  • Bolzano e Cavernago (BG), quale primo miglior risultato nella valutazione dei 9 indicatori relativi alla gestione di risorse/risultati, tra tutti i 986 comuni che hanno fornito dati;
  • Alessandria e Pietracamela (TE), quale primo miglior risultato nella valutazione dei 6 indicatori relativi al quadro dei controlli, tra tutti i 986 comuni che hanno fornito dati;
  • Blufi (PA), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i piccolissimi Comuni, con popolazione sotto i mille abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Nurachi (OR), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i piccoli Comuni, con popolazione tra i mille e i 5mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Castelvetro di Modena (MO), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i medio-piccoli Comuni, con popolazione tra 5 e 15mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • San Giovanni in Persiceto (BO), quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i medi Comuni, tra 15 e 100mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Modena, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra i tutti medio-grandi Comuni, tra 100 e 200mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Prato, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutti i grandi Comuni, tra 200 e 500mila abitanti, che hanno fornito i dati;
  • Napoli, quale primo miglior risultato nella valutazione complessiva dei 36 indicatori considerati, tra tutte le metropoli, oltre 500mila abitanti, che hanno fornito i dati.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube

Fonte: Legambiente 

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook