Orrore nella provincia di Sondrio: un lupo è stato ucciso e decapitato, poi appeso ad un cartello stradale

Un lupo è stato ucciso, decapitato e poi esposto come un trofeo, appeso a un cartello stradale. Si è consumato l’ennesimo orrore verso questi animali, stavolta in Valchiavenna, nella provincia di Sondrio. Ma perché tutto questo livore verso i lupi?

Versato ancora sangue di lupo, stavolta in Valchiavenna, nella provincia di Sondrio, dove un esemplare è stato ucciso, decapitato per poi essere esposto appendendo la sua testa ad un cartello stradale. “I professori parlano, gli ignoranti sparano” la frase a corredo del “trofeo”. Non abbiamo davvero più parole.

Il lupo sta colonizzando di nuovo il nostro Paese (attualmente ci sono circa 3300 individui), come dimostrava il rapporto 2020-2021 sul monitoraggio di questa specie selvatica. Il numero di esemplari è in crescita, ma l’Ispra aveva dichiarato alla pubblicazione del documento come sia necessario non abbassare la guardia sulla salvaguardia del canide lupino.

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Già, perché, se da un lato il loro habitat è sempre minacciato, la convivenza con l’uomo continua ad essere difficile, sicuramente complice molta disinformazione.

Ma non solo.

Nonostante ancora oggi centinaia di lupi in Italia ogni anno siano vittime di atti di bracconaggio, le condanne ai bracconieri negli ultimi decenni si contano sulle dita di una mano – denuncia il WWF – E l’impunità e la cattiva informazione alimentano questo fenomeno, purtroppo in aumento soprattutto nelle aree di recente ricolonizzazione, dove il lupo è tornato stabilmente solo negli ultimi anni

Il lupo è un predatore ma la convivenza è possibile. E tra l’altro numerosi studi scientifici internazionali hanno dimostrato che uccidere i lupi, di per sé, non risolve il problema delle loro predazioni a danno del bestiame domestico. Eppure continuano episodi atroci come questo.

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Un atto criminale e macabro che vede, oltre all’ennesimo delinquenziale episodio di bracconaggio verso il lupo, la triste esibizione della sua testa e un chiaro messaggio contro la presenza del predatore e contro chi cerca di favorire una pacifica coesistenza con le attività umane

continua l’associazione

I responsabili del gesto ingiustificabile non sono stati ancora individuati. Ma no, non sono ignoranti, sono delinquenti.

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Fonti: WWF / WWF/Instagram

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