Questa specie di pesce aliena sta “invadendo” le acque siciliane, minacciando la biodiversità locale

Sono sempre più le specie "aliene" che invadono le nostre coste: i ricercatori dell'Università di Catania si sono avvalsi della collaborazione di "cittadini scienziati" per mapparle

Il mezzobecco (nome scientifico Hemiramphus far) è un piccolo pesce appartenente alla famiglia Hemiramphidae, caratterizzato da un corpo lungo e da una mascella inferiore molto prominente.

L’assenza di grosse pinne laterali e le dimensioni contenute lo rendono particolarmente agile: è infatti in grado di saltare fuori dall’acqua per spostarsi, arrivando a portare anche metà del proprio corpo all’esterno.

Fino a pochi anni fa, era possibile osservarlo solo nelle aree dell’Indo-Pacifico tropicale e del Mar Rosso. Tuttavia, i cambiamenti negli habitat (effetto della crisi climatica e dell’inquinamento di origine antropica), hanno portato questo animale a spostarsi sempre più verso il bacino mediterraneo, fino ad invadere le nostre coste.

È quanto confermato da uno studio recentemente diffuso dai ricercatori dell’Università di Catania, che si sono avvalsi della collaborazione di centinaia di “cittadini-scienziati” per il monitoraggio delle acque siciliane e l’avvistamento di esemplari appartenenti a questa specie non indigena.

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Il mezzobecco ha fatto la sua comparsa nelle acque italiane per la prima volta nel 2013, quando alcuni esemplari della specie furono avvistati e catturati nelle acque di fronte a Lampedusa. La piccola “invasione” all’epoca non aveva preoccupato gli esperti, poiché si era trattato di un caso isolato.

Purtroppo, però, questa specie “aliena” (ovvero non tipica del nostro territorio) è stata nuovamente avvistata nel maggio dello scorso anno. Per questo i ricercatori dell’Università di Catania hanno dato avvio ad un progetto di ricerca e monitoraggio delle acque marine, al fine di capire meglio la portata dell’invasione del nostro mare.

Il mezzobecco non è l’unica specie aliena che vive nel nostro mare: la maggior parte delle specie non indigene provengono dal Mar Rosso e sono dette Lessepsiane dal nome del promotore del Canale di Suez, Ferdinand de Lesseps, che inaugurò la nuova rotta nel 1869.

La presenza di queste nuove specie nel bacino mediterraneo rappresenta una grave minaccia per la biodiversità: come spiegato dagli autori dello studio, il mezzobecco ha un carattere invasivo e, quindi, potrebbe invadere in poco tempo altre aree costiere italiane, “spodestando” le specie indigene.

L’apparizione del mezzobecco nel Mar Ionio siciliano, a 8 anni dal primo avvistamento nelle acque italiane a Lampedusa, potrebbe essere l’inizio di una nuova invasione – spiega Francesco Tiralongo, fra gli autori dello studio. 

Da qui la necessità di continuare a monitorare, grazie alla collaborazione di centinaia di “cittadini-scienziati” la presenza di questa e di altre specie aliene invasive che potrebbero rappresentare una seria minaccia per la biodiversità marina mediterranea.

Non è ancora possibile prevedere gli effetti dell’invasione del mezzobecco nel Mar Mediterraneo, ma una cosa è certa: gli ecosistemi stanno mutando in maniera inarrestabile, e ciò potrebbe compromettere la sopravvivenza di piante e animali che fino ad ora hanno fatto parte del nostro ambiente.

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Fonti: BioInvasions Records / Università degli Studi di Catania

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