Il Festival di Yulin è iniziato, ma continuano le proteste e i dibattiti politici per fermare la strage di cani e gatti nei wet market asiatici

Il solstizio d'estate ha segnato, purtroppo anche quest'anno, l'inizio del Festival di Yulin, ma attivisti e associazioni di ogni parte del mondo continuano a manifestare per fermare quest'orrore e bloccare i "mercati umidi" asiatici dove si commercia la carne di quasi ogni essere animale

Il 21 giugno è arrivato e nella regione autonoma del Guangxi è iniziato il raccapricciante Festival di Yulin dove, per 10 giorni, più di 10.000 tra cani e gatti verranno macellati, bolliti e scuoiati vivi per la loro carne.

Un orrore che tutto il mondo non vuole più vedere, ma che continua, purtroppo, ad avere luogo nonostante le migliaia di petizioni, le manifestazioni e gli avvertimenti della OMS. Con l’inizio della strage non si placano però le proteste da parte delle associazioni del nostro Paese, oggi riunite al Senato della Repubblica.

Proprio in questi minuti è in corso l’incontro tra il deputato Filippo Maturi, l’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco e i rappresentanti di LAV, ENPA, Action Project Animal, Animal Law Italia e Animal Equality Italia.

Queste presenteranno le inchieste e le strazianti immagini scattate dei propri team investigativi durante il Festival di Yulin e sul commercio della carne di cane in Cina. Documentazioni da brividi che la politica globale non può più continuare a ignorare.

La richiesta delle associazioni è quella di chiudere i wet market asiatici dove durante tutto l’anno cani, gatti e altri animali, tra cui specie selvatiche, vengono macellati. Attualmente solo in alcune città cinesi, tra cui Shenzen e Zhuhai, vige il divieto di consumare di carne di cane e di gatto.

Dopo le inchieste in Cina, Vietnam e India, Animal Equality aveva lanciato nel 2020 una petizione internazionale per mettere al bando il consumo di carne di cane e gatto in tutto il mondo. Oltre mezzo milione di firme sono state raccolte e presentate al Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres.

Anche il 75% degli stessi cinesi, in un sondaggio del 2020, si è detto favorevole a non mangiare più carne di cane di cane e di gatto qualora il divieto venisse applicato in tutta la Cina. Eppure anche quest’anno non siamo impediti a bloccare il brutale Festival di Yulin.

Fonte: Animal Equality Italia

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